prof.ssa Carmela Galvagno, InfoDocenti.it, 3.5.2020
– In un’Italia dove, già prima dell’emergenza Covid-19, molti docenti e futuri insegnanti erano abituati a sostenere “gravosi” e dispendiosi esami on line per ammassare titoli valevoli per lucrare “punti a pagamento”, riconosciuti sia nelle graduatorie di istituto sia nella mobilità territoriale e professionale, potrebbe sembrare una scelta naturale, ovvia e coerente, con un simile tele-esame, che ragazzini di 13 anni affrontino la conclusione del percorso di studi della scuola secondaria di primo grado con un semplice elaborato e una pseudo valutazione dai criteri docimologici non ancora meglio precisati. Eppure, la maggior parte dei docenti, ritiene questa scelta ridicola e finalizzata solo a “regalare un pezzo di carta” agli alunni, ovviamente ben contenti questi ultimi di riceverlo in tale modo.
Il mese di marzo è trascorso con alacre impegno e certosina dedizione da parte di molti insegnanti che hanno reinventato il loro modo di fare lezione e hanno visto lievitare in modo considerevole il loro monte ore di lavoro davanti a un computer o nella correzione di interminabili, originali, autentiche e attendibili consegne restituite dai loro alunni. Ogni volta che si rimandava il ritorno a scuola ci si rimboccava le maniche, forti della personale deontologia professionale che imponeva sacrificio e impegno.
Proprio prima di Pasqua, però, la ministra Azzolina ha pensato bene di vanificare tutto ciò, rivolgendo agli alunni due semplici parole: “Tutti promossi!”. Da quel momento tutto ha assunto un altro significato. Oggi, con la certezza che a scuola si tornerà solo a settembre, appunto con la promozione certa, l’esame appare un mero atto formale da liquidare rapidamente con un elaborato magari scopiazzato da internet o scritto a quattro mani con un genitore. Niente esposizione orale, dunque, e via libera a valutazioni clementi che azzerano ciò che si era tentato di fare durante i due terzi dell’anno scolastico.
Ci siamo adeguati e assuefatti a una didattica virtuale dove le consegne venivano svolte in modo spesso dubbio, ci siamo inventati modi nuovi per interrogare i nostri alunni e avere da loro un feedback il più possibile attendibile: possiamo dire che siamo stati bravi anzi bravissimi; ma cosa è rimasto di tutto questo? E allora The show must go on, per la gioia di genitori (pronti comunque a eventuali ricorsi) e alunni sorridenti e soddisfatti.
Tutti contenti, dunque, tranne parecchi docenti diligenti, molti dei quali hanno perso la loro motivazione a continuare questo anno scolastico ormai irrimediabilmente compromesso, in quanto predestinato, e temono un nuovo anno scolastico ancora più problematico. Magari il loro pensiero va a quel giorno in cui hanno deciso di intraprendere la DAD senza obblighi e magari si chiedono cosa sarebbe accaduto se si fossero rifiutati tutti; forse oggi il loro insegnamento avrebbe una dignità e un riconoscimento diversi. Peccato!
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Esame di terza media? ultima modifica: 2020-05-03T09:29:06+02:00 da