di Lucrezia Di Dio Orizzonte Scuola, 9.11.2015.
Dal 1 gennaio 2019 la crescita dell’età pensionabile legata alla speranza di vita Istat sarà più rapida di quanto previsto, scopriamo insieme i motivi.
Nella relazione tecnica alla Legge Fornero si era previsto che l’aumento dell’età pensionabile nel biennio 2019-2020 sarebbe stato di 4 mesi, ma molto probabilmente l’aumento potrebbe essere più repentino.
Il rapporto previsionale più attuale a disposizione, ripreso nel rapporto della Ragioneria Generale dello Stato prevede un incremento di 5 mesi dell’età pensionabile per tale biennio rispetto ai 4 preventivati dallo scenario demografico Istat del 2007.
La Ragioneria dello Stato, quindi, sostiene che nel biennio 2019-2020 saranno necessari 67 anni di età e non 66 anni e 11 mesi per accedere alla pensione di vecchiaia mentre per la pensione anticipata saranno necessari 43 anni e 3 mesi di contribuzione per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne.
Per le pensioni anticipate dei lavoratori che hanno perfezionato i contributi successivamente al 1 gennaio 1996 saranno necessari 64 anni, contro i 63 anni e 11 mesi preventivati mentre saranno necessari 62 anni per il pensionamento dei lavori usuranti.
Il requisito dei 5 mesi di innalzamento anziché 4 riguarderà, quindi, tutte le prestazioni pensionistiche erogate dall’Inps che necessitano di requisito anagrafico che si adegua all’aspettativa di vita.
Al momento nulla è ancora sicuro poiché la fissazione definitiva del requisito anagrafico o dell’anzianità contributiva dovrà essere stabilito da un decreto direttoriale che dovrà essere adottato entro la fine del 2017.