Fedeli: “Ecco la mia proposta per accorciare le medie”

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di Flavia Amabile,  La Stampa 2.9.2017

– La ministra: «Valutiamo la riduzione da tre anni a due Erasmus alle superiori e bonus a tutti i professori».
ROMA
E ora tocca alla scuola media. Con il nuovo anno scolastico la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha avviato una riflessione che riguarderà durata, programmi e metodi di studio e potrebbe incidere anche sugli ultimi due anni della primaria. Ma non sono le uniche novità in arrivo: dalla sperimentazione dell’Erasmus alle superiori al rilancio della lingua italiana e riconoscimenti economici per i docenti, la ministra promette di porre la conoscenza al centro delle politiche del governo.

Intanto il suo annuncio sull’aumento dell’obbligo scolastico da 16 a 18 anni ha scatenato polemiche. Si è detto che non porterà a nulla di concreto e che è una contraddizione ora che si sta sperimentando un ciclo di superiori più breve.
«Quando sono arrivata al ministero ho trovato un lavoro già avviato sul quadriennio alle superiori. Per mia cultura istituzionale porto sempre avanti le idee di chi mi ha preceduto. Ho quindi preso il tempo necessario per approfondire e capire bene i termini della questione, ho definito le procedure e posto i limiti che mi sembravano necessari e chiesto un ampliamento della platea di istituti anche al Sud che non era stata prevista. Quando tutto mi è parso pronto, ho dato il via alla sperimentazione dall’anno scolastico 2018-2019 su cento classi di altrettanti istituti. Alla fine della sperimentazione l’insieme dei decisori politici – quindi anche le scuole – se riterrà positivo l’esperimento, potrà farlo diventare curricolare e strutturale. A quel punto sarà necessario rivedere l’insieme dei cicli scolastici per rendere armonici i contenuti studiati nelle diverse classi e penso che elevare l’obbligo scolastico diventerà un elemento utile e necessario. Nessun effetto annuncio, quindi, e nessuna contraddizione ma un processo ragionato che dovrà essere condiviso da tutti».

Terminata la sperimentazione, si avvierà una revisione dei cicli scolastici. In questo processo rientra anche un ripensamento delle scuole medie? Si parla di una riduzione da tre anni a due.
«La revisione dei cicli è un processo inevitabile se si vuole migliorare la qualità dell’apprendimento. Abbiamo già preso le misure necessarie per rafforzare il sistema da 0 a 6 anni. È necessario ora intervenire negli anni successivi, nel modo di studiare dalla quarta e quinta classe della scuola primaria: deve esserci un rapporto diretto tra l’apprendimento e il percorso che si segue».

E le medie?
«Abbiamo iniziato in questi giorni a ragionarci. Gli argomenti su cui si discute sono la durata, le materie, le modalità di studio ma in un’ottica di armonizzazione di tutti i cicli in modo da non creare scompensi. È chiaro che nella legislatura non ci saranno i tempi per una riforma, ma voglio offrire una proposta che permetterà di avere gli strumenti per affrontare il tema nei tempi giusti. L’obiettivo è portare il maggior numero di ragazze e ragazzi ad avere una formazione migliore, ridurre il gap tra Italia e il resto dell’Ue per numero di laureati, di diplomati, di Neet e di studenti che abbandonano le scuole».

Parliamo comunque di un processo che dovrebbe avvenire fra almeno quattro anni, quando avrà termine la sperimentazione del liceo breve.  
«Come formare gli studenti deve diventare un elemento decisivo del dibattito pubblico. L’obiettivo non è una nuova riforma, ma essere consapevoli del fatto che l’Italia ha il sapere, l’innovazione e la ricerca come fattori primari nelle scelte che riguardano il Paese. Abbiamo già preso diverse decisioni che vanno in questo senso. Stiamo ragionando sulla sperimentazione dell’Erasmus nelle secondarie. Stiamo verificando la possibilità che in tutti i percorsi formativi i ragazzi studino la lingua inglese. Ma abbiamo anche interventi molto importanti per rilanciare l’apprendimento della lingua italiana grazie al contributo di Luca Serianni, linguista e filologo da poco in pensione che metterà la sua vasta competenza al servizio gratuito del ministero e degli studenti. Abbiamo percorsi di istruzione e formazione professionale che, come in Germania, offrono agli studenti le competenze necessarie per essere in grado di entrare nel mondo del lavoro che è in continuo mutamento e ha bisogno di maggiore qualità. I percorsi che si possono frequentare ormai corrispondono sempre di più a percorsi riconosciuti in ambito europeo. E ho fortemente qualificato l’alternanza scuola-lavoro con misure che permetteranno di ampliare il numero di ragazze e ragazzi che partecipano a percorsi che permettono di avvicinare chi studia al mondo del lavoro».

Speriamo che tutto questo abbia effetti concreti. Nella vita di tutti i giorni le scuole incontrano mille difficoltà: i professori sono sempre più demotivati e i genitori preoccupati per la preparazione dei loro figli.
«Darò un riconoscimento sociale e economico del valore delle professionalità di chi lavora nella scuola e nelle università. E ai genitori chiedo di avere fiducia: il nostro obiettivo è puntare tutto sulla società della conoscenza, quindi formare studenti che siano in grado di far crescere l’economia italiana attraverso il loro sapere».

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