di Valentina Santarpia, Il Corriere della sera, 4.11.2019
– A un evento della Luiss il ministro dell’Istruzione rimarca: «La mobilitazione dei sindacati? Giusto far sentire le rivendicazioni, è una fase in cui può fare la differenza». Gli articoli da ritoccare? Il 28 e il 29, per potenziare la ricerca.
«Le risorse sono insufficienti»: è lo stesso ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ad ammetterlo, intervenendo alla Luiss al Social Sciences Universities Network, un network di università con un focus sulle scienze sociali che vede oggi e domani oltre 20 atenei confrontarsi sul futuro delle scienze sociali nella sede di villa Blanc a Roma. «Sul bilancio non ci sono novità, evolve ogni giorno», spiega Fioramonti, ma lui si batte «ogni giorno» «per maggiori risorse alla scuola, università e alla ricerca»: «Dobbiamo fare di più, deve essere una manovra più coraggiosa. Scuola, università e ricerca sono la condizione di sviluppo per il nostro paese», insiste. Proprio come se fosse sulle barricate, e non al governo, il ministro supporta i sindacati: «Capisco che le parti coinvolte facciano sentire le loro prerogative in questa fase in cui si può fare la differenza in questa legge di bilancio», conclude.
I due concorsi
L’intesa tra Miur e sindacati ha finora «mostrato grande senso di responsabilità e capacità di cooperazione», evidenzia Fioramonti. Tra i risultati portati a casa «il decreto sulla scuola» che «è stato firmato la scorsa settimana dal presidente della Repubblica»: «Siamo pronti per proseguire l’iter; il decreto entra immediatamente in vigore dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale. L’iter parlamentare non influenza il percorso, siamo pronti perché il concorso straordinario si esplichi il più presto possibile per avere i 24 mila o forse più docenti di ruolo a partire dal 1 settembre in cattedra». «Il concorso ordinario è parallelo ma prevede una serie di prove aggiuntive e prevede una platea più ampia di partecipanti», ha concluso Fioramonti. Ma sulla manovra «non ci sono novità», è costretto ad ammettere il ministro. E qui «ci vuole più coraggio».
I punti critici
Quali sono i punti da ritoccare? Il ministro lo spiega dopo, su Facebook: «In particolare – spiega Fioramonti – sottolineo due articoli problematici che mi batterò per far modificare dal passaggio parlamentare. Il primo è l’articolo 28, relativo all’Agenzia Nazionale della Ricerca. La versione iniziale di questo articolo era stata sviluppata escludendo il Miur da qualunque ruolo. Siamo riusciti a farlo rientrare, ma rimane una problematica di fondo: il funzionamento e la governance di tale agenzia può essere deciso solo dopo un confronto con la comunità di ricerca ed una ricognizione delle migliori pratiche internazionali. Non può essere approntato da un paio di burocrati in un fine settimana. Quindi mi auspico che la Legge di Bilancio si limiti a sancirne la costituzione e la dotazione economica, rinviando ad una norma ad hoc da realizzare nei primi mesi del nuovo anno per approntare modello di governance e obiettivi. Il secondo articolo è il 29, che va completamente rielaborato per evitare che gli enti pubblici di ricerca ed i ricercatori vedano sbarrate le loro prospettive future. Infine, ci sono passaggi sulla pubblica amministrazione, con riferimento ad università e ricerca, che destano perplessità». «Io credo molto nel gioco di squadra. Ma ciò prevede la condivisione dei processi e delle norme. Faremo gioco di squadra col Parlamento per modificare queste norme», conclude Fioramonti.
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