Gli insegnanti italiani guadagnano troppo poco. Lo dice Eurydice

Gilda Venezia

dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 27.1.2023.

I dati Eurydice permettono un confronto con il resto d’Europa che per la scuola italiana risulta impietoso. L’ultimo aumento ha lievemente migliorato la situazione ma restano ancora importanti distanze da colmare

Gilda Venezia

La affermazioni del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sugli stipendi di maestri e professori mettono ancora una volta il dito nella piaga e ripropongono un tema che merita di essere affrontato a prescindere dalla polemica contingente. Quanto guadagnano i docenti in Italia? La risposta è, comunque, ancorata volta poco, troppo poco.

Se andiamo ad analizzare un po’ più da vicino i principali risultati del rapporto, emergono, innanzitutto, significative differenze tra i paesi europei negli stipendi di base degli insegnanti all’inizio della loro carriera. Questi possono infatti variare, a seconda del paese, da circa 4.000 € a 92.000 € all’anno. Gli stipendi possono anche essere espressi in standard di potere d’acquisto (SPA), un’unità monetaria fittizia che, eliminando le differenze dei diversi livelli di prezzo tra i paesi, facilita la comparazione internazionale. Se prendiamo come unità di misura lo SPA, ci sono ancora variazioni significative tra i Paesi, ma con un’ampiezza ridotta. Gli stipendi lordi di base iniziali degli insegnanti in Europa possono variare, infatti, da circa 8.000 SPA a circa 59.000 SPA all’anno.

I dati di Eurydice pongono un confronto con il resto d’Europa che risulta assai impietoso e l’ultimo aumento concordato con i sindacati, in media pari al 3,8%, aiuta ma non risolve, anche perché riguarda il contratto nazionale scaduto 2019-2021. Le tabelle a cui fanno riferimento i dati si riferiscono al 2020-21.

Gilda Venezia
In 11 Paesi europei analizzati, tutti gli insegnanti neoassunti hanno lo stesso stipendio di base, indipendentemente dal livello di istruzione in cui insegnano. In media, gli insegnanti della scuola primaria tendono a guadagnare meno, mentre gli insegnanti della scuola secondaria superiore generalmente guadagnano di più. Nella maggior parte dei Paesi, le differenze di stipendio tra i vari livelli di istruzione sono legate alle differenze nei requisiti minimi di qualifica richiesti per diventare insegnante. L’Italia, da questo punto di vista, risulta una delle poche eccezioni poiché gli stipendi iniziali di base degli insegnanti del livello secondario sono più alti rispetto a quelli del primario, pur dovendo possedere tutti gli insegnanti una laurea magistrale, come titolo di accesso alla professione.

Scuola dell’infanzia e primaria. In Italia  una maestra guadagna in media 29.490 euro all’anno, lontano da altri stipendi europei:  i maestri portoghesi prendono 30.881 euro lordi all’anno, che arrivano a 33.833 se sono impiegati alle materne. Un insegnante delle elementari in Danimarca guadagna 65.227 euro.

Scuola secondaria. Un insegnante di scuola secondaria di II grado in Italia guadagna 33.811 euro lordi annui, assai  meno di un francese, 45.505, e meno della metà rispetto a un tedesco, 73.557. In Danimarca si arriva addirittura a 76.377 euro lordi.

La progressione degli stipendi. Un altro confronto significativo è quello che riguarda l’aumento dello stipendio nel corso della carriera, dall’ingresso alla pensione. In Italia, alla fine del ciclo di lavoro si arriva a guadagnare il 48,7% in più che all’inizio. Una condizione intermedia rispetto a quella della Germania, dove si parte da un livello molto alto e l’incremento si ferma al 30,5%. Caso opposto quello della Francia, dove il divario tra il salario di ingresso e quello a ridosso della pensione è enorme, con una crescita del 71,6%.

Anche il potenziale di aumento degli stipendi di base nel corso della carriera varia notevolmente. A seconda del Paese, infatti, gli stipendi iniziali possono aumentare, nel corso della carriera di un insegnante, dal 16% (in Danimarca e Serbia) al 143% (a Cipro). Il numero medio di anni necessari per raggiungere il massimo della retribuzione va dai 12 anni in Danimarca ai 42 anni in Ungheria. In Irlanda, Cipro, Paesi Bassi e Polonia, lo stipendio iniziale degli insegnanti può aumentare di oltre il 60% nei primi 15 anni di servizio.

Anche in altri paesi, l’aumento percentuale totale è elevato ma è tuttavia necessaria una lunga anzianità di servizio per raggiungere il massimo della scala retributiva. In Portogallo, ad esempio, lo stipendio finale è più del doppio di quello iniziale (115,9%) ma gli insegnanti arrivano a percepirlo solo dopo 34 anni di servizio. In Francia, per fare ancora un altro esempio, gli stipendi iniziali aumentano del 72% in 35 anni di servizio.

Infine, per quanto concerne i capi di istituto, si registra in Europa che sono quasi sempre pagati su una scala retributiva diversa rispetto a quella degli insegnanti e i loro stipendi spesso aumentano in base alle dimensioni della scuola. Inoltre, le responsabilità e l’esperienza dei capi di istituto determinano differenze significative nei loro stipendi nella maggior parte dei sistemi educativi.

In alcuni sistemi educativi lo stipendio minimo di base dei capi di istituto è inferiore allo stipendio degli insegnanti con 15 anni di esperienza. In molti altri, invece, è superiore in tutti i livelli di istruzione. In Italia, lo stipendio minimo di base per i capi di istituto è, per esempio, il doppio dello stipendio di un insegnante con 15 anni di servizio.

 

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