Tuttoscuola, 5.6.2015.
Sarebbero quattro le fattispecie di incostituzionalità del rinvio delle assunzioni dei docenti ‘idonei’ del concorso 2012: 1) l’assenza di una giustificazione alla deroga alla legge che invece impone di continuarne le assunzioni anche nel 2015, 2) anche in presenza di una giustificazione, la violazione del principio del concorso pubblico (art. 97 della Costituzione), 3) l’irragionevolezza e l’irrazionalità della norma, che va a violare il principio d’eguaglianza (art. 3 Cost.), e 4) la lesione del principio dell’affidamento (art. 2 Cost.). È quanto scrive il costituzionalista Michele Ainis in un parere pro veritate diffuso ieri dai docenti del gruppo Graduatoria di Merito 2012 in rispetto del T.U.
Il parere è disponibile a questo indirizzo in versione integrale e lascia pochi dubbi circa l’illegittimità del provvedimento che la VII Commissione del Senato sta discutendo in questi giorni, per quello che concerne l’interruzione (vincitori esclusi) delle assunzioni dalle graduatorie di merito concorsuali attualmente in vigore.
In particolare, Ainis rileva come manchino le motivazioni della possibile deroga legislativa al Testo Unico e più in generale al principio costituzionale dell’accesso alle pubbliche amministrazioni tramite concorso. Inoltre, osserva come la norma sia contraddittoria con i principi del merito e con le intenzioni dell’esecutivo di assumere – per il futuro – solo da concorso, e come sia iniqua per il fatto che distingue tra idonei che già sono stati assunti nel 2014 e idonei che ci si appresta a non assumere nel 2015.
Infine, il costituzionalista constata la “lesione del principio dell’affidamento, che a sua volta discende dalla legittima aspettativa degli idonei a ottenere l’assunzione, ove l’amministrazione scolastica decida nuovi reclutamenti durante il triennio di validità delle graduatorie di merito”. Il tradimento delle aspettative degli idonei, spiega Ainis, “offende i «diritti inviolabili» evocati dall’art. 2 Cost.; ma offende soprattutto il principio di lealtà, e insieme il senso stesso della legalità. Sussiste infatti, e non a caso, un’assonanza tra «leale» e «legale». Sicché la legalità subisce una ferita quando la legge stessa è falsa, ingannatrice. Quando la legge tradisce le promesse della legge, raggirando il cittadino che vi aveva confidato. In questi casi la decisione normativa diventa una prepotenza, una sopraffazione; ma i principi costituzionali le si oppongono. Perché ogni Costituzione, dopotutto, ha un unico scopo: è un ombrello contro gli abusi del potere“.
Quello dei docenti inseriti in Graduatoria di Merito concorsuale è un caso di cui ci siamo occupati in diverse occasioni, valutando come la loro arbitraria esclusione o rinvio dalle assunzioni del 2015 sembrino indirizzati a risolversi direttamente davanti alla Corte Costituzionale con un esito sfavorevole allo Stato italiano. La diffusione di questo parere autorevole non fa che aumentare questa convinzione.