L’originale dal 2002
Fatti, avvenimenti e persone – Consuntivo del 2024.

Indice
- Apprendimento
- Personalizzato
- Australia e Social
- Benanti Paolo
- CIAD
- Commissioni dei concorsi in affanno
- Competenze digitali
- CSPI
- Diplomifici
- Equità
- Femminicidio
- Gite scolastiche
- Handicap
- INDIRE
- IRC
- Intelligenza Artificiale
- Jus Scholae
- Liceo Made in Italy
- Musk
- Nuova valutazione
- Occupazioni studentesche
- Proroga GM
- Quantum Computing
- Raimo Christian
- Revoca della parità
- Sammy Basso
- Sciopero generale
- TIMSS 2023
- Unica
- Vietato il cellulare
- Zero-Sei
A
Apprendimento Personalizzato –
la Nuova Frontiera della didattica
Se ne parla ormai dappertutto, anche se lo si pratica ancora poco.
L’apprendimento personalizzato è diventato, con un’accelerazione nell’ultimo anno, uno dei temi più rilevanti nel dibattito educativo, anche nel nostro paese. L’idea centrale è quella di riconoscere le peculiarità individuali di ciascun alunno, come le sue inclinazioni, il suo stile di apprendimento, il ritmo di studio, e le sue necessità particolari, per costruire un percorso educativo che gli consenta di esprimere appieno il proprio potenziale. L’approccio tradizionale, basato su un modello uniforme di insegnamento, non tiene conto di queste differenze e rischia di lasciare indietro molti studenti, specialmente quelli con difficoltà di apprendimento o con bisogni educativi speciali (BES).
Da Claparède in poi “La scuola su misura” è un sogno realizzabile, se si vuole (non a caso Tuttoscuola l’ha posta al centro de “La scuola che sogniamo”,
l’inchiesta permanente che portiamo avanti da quattro anni). Ma non c’è dubbio che un ruolo propulsivo nell’offrire opportunità per una didattica personalizzata lo giocano le
tecnologie digitali. Ad esempio le piattaforme online e gli strumenti educativi basati su
intelligenza artificiale (IA) possono analizzare in tempo reale le prestazioni degli studenti, adattando i contenuti e le modalità di interazione sulla base delle risposte e dei progressi individuali. Gli ultimi governi italiani hanno dedicato particolare attenzione a questo tema, in parte attraverso il
PNRR, che ha previsto investimenti significativi nella formazione digitale degli insegnanti e nell’infrastruttura scolastica. Le scuole sono state invitate a sviluppare progetti didattici che promuovano una
didattica inclusiva e personalizzata, sfruttando le potenzialità delle tecnologie digitali. Il 2024 è stato soprattutto l’anno della “corsa” a presentare e avviare i progetti di formazione. I risultati si vedranno nel tempo, e speriamo non siano deludenti rispetto al grande investimento che si sta facendo (con fondi che dovranno in larga parte essere rimborsati).
Se l’apprendimento personalizzato si sta configurando come il futuro dell’educazione, ed è destinato a evolversi ulteriormente con il progressivo aumento dell’uso delle tecnologie emergenti, il suo successo tuttavia, dipende fortemente dalla capacità di integrare la tecnologia nella didattica in modo equilibrato e dalla formazione continua di insegnanti e studenti. La strada da percorrere è ancora lunga.
Agognato.
Australia e Social – Arriva il divieto dei social per gli under 16
(novembre) – L’Australia segna una svolta mondiale con una decisione senza precedenti: vietare l’accesso ai social media ai minori di 16 anni. Dopo un lungo dibattito, il Parlamento ha approvato una legge che prevede sanzioni fino a 50 milioni di dollari australiani (circa 30 milioni di euro) per le piattaforme che non si adeguano, mentre nessuna penalità è prevista per i ragazzi che violano il divieto.
La norma entrerà in vigore non prima di 12 mesi e in quel periodo il ministero delle Comunicazioni australiano indicherà quali social saranno colpiti.
Per quanto riguarda i ragazzi under 16, la norma non prevede nessuna eccezione al bando, né per chi è già iscritto alle piattaforme né per chi fosse autorizzato dai genitori anche prima del compimento dei 16 anni.
Il governo australiano avvierà una fase di sperimentazione sui metodi da usare per verificare l’età degli utenti attraverso esami biometrici e prove di identificazione. Spetterà comunque alle piattaforme adottare le misure necessarie a bloccare l’accesso agli under 16.
Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha dichiarato che l’intervento si è reso necessario perché “siamo di fronte ad un problema globale e noi vogliamo che i giovani vivano essenzialmente la loro infanzia. Vogliamo che i genitori siano tranquilli – ha spiegato – È dimostrato che i social possono causare danni agli adolescenti e devono essere protetti“.
Un recente sondaggio ha rivelato che il 77% degli australiani è favorevole al provvedimento, ma c’è anche chi ha espresso qualche perplessità sul suo funzionamento e sull’eventuale impatto sulla privacy.
La decisione australiana ha acceso il dibattito anche in Italia, dividendo le opinioni tra chi la considera una misura necessaria e chi la giudica eccessiva.
Rivoluzionario.
B
Benanti Paolo – Dimissioni dal Comitato IA e nuova nomina
(gennaio) – Giuliano Amato si dimette da presidente del Comitato ministeriale incaricato di studiare l’impatto dell’Intelligenza Artificiale (IA) nel settore dell’informazione e viene immediatamente sostituito da Paolo Benanti, ingegnere e teologo (50 anni, sacerdote dell’ordine dei francescani dal 2009), docente di bioetica, neuroetica, etica delle tecnologie e intelligenza artificiale presso la Pontificia Università Gregoriana.
Amato, in un’intervista a Repubblica di pochi giorni prima, aveva espresso riserve sull’ipotesi del premierato, cavallo di battaglia del partito guidato dalla premier, e questo indispettisce Meloni inducendola a dichiarare nella conferenza stampa del 4 gennaio che l’incarico ad Amato è stato deciso dal sottosegretario Barachini (FI) “a sua insaputa”. Amato prende atto della implicita sconfessione e si dimette, sia pure con una punta di rammarico: “Peccato, ci perdono qualcosa. Ma a me semplificherà la vita”, dice. Frase sibillina: che cosa “ci perde” il governo in carica? Forse un’occasione di dialogo con l’opposizione su un tema di rilevanza strategica come la regolamentazione dell’IA?
Un ruolo di super mediazione politica che certamente non è nelle corde di Benanti, che però, in compenso, appare particolarmente competente in materia di intelligenza artificiale ed etica delle tecnologie, una tematica di cui si occupa da anni con riconosciuta autorevolezza (qui una segnalazione di Tuttoscuola che lo riguarda). Benanti faceva già parte della commissione Barachini che ora è chiamato a dirigere, e da ottobre 2023 è anche uno dei 39 membri del New Artificial Intelligence Advisory Board, un comitato ad hoc istituito dall’ONU.
Ahi IA
C
CIAD – La certificazione obbligatoria per graduatorie e concorsi. Si apre una nuova era
(gennaio) – Il cambio di passo, destinato ad avviare una “reazione a catena” di cui non tutti hanno ancora consapevolezza, è arrivato con il nuovo CCNL del comparto Istruzione e ricerca: “i dipendenti inseriti nelle graduatorie di circolo e di istituto di III fascia (del Personale ATA) che non siano in possesso della certificazione internazionale di alfabetizzazione informatica (divenuta comunemente nota come “CIAD”), dovranno acquisirla entro un anno (termine poi fissato al 30 aprile 2025, ndr), decorso il quale essi decadono dalle graduatorie stesse”.
La DICHIARAZIONE CONGIUNTA N. 5 allegata al contratto precisa che “per certificazione internazionale di alfabetizzazione informatica deve intendersi la certificazione rilasciata da un ente accreditato presso l’ente di accreditamento nazionale che attesta la competenza e l’indipendenza degli organismi di certificazione e la conformità delle certificazioni ai framework europei”. L’ente è
ACCREDIA (authority super partes) e il framework è il
DigComp 2.2 definito dalla Commissione Europea, che mappa le competenze digitali dei cittadini. Ad esse è legato un obiettivo strategico dell’UE: garantire che entro il 2030 l’80% della popolazione adulta possieda competenze digitali di base (l’Italia è ferma al 46%,
23.ma su 27 paesi, e il sistema di istruzione è chiamato a un importante contributo).
Il secondo passaggio si è avuto a dicembre 2024 con il bando del concorso DSGA, nel quale per la prima volta, oltre al titolo di studio, è richiesto il possesso della CIAD (Certificazione internazionale di alfabetizzazione digitale).
Il terzo indizio (per Agatha Christie sarebbe già una prova…) viene dal nuovo
modello nazionale di
consiglio di orientamento, rilasciato dalle scuole agli alunni di terza media a supporto della scelta del percorso di studi superiori, previsto dal MIM con il
beneplacito del Cspi e messo da quest’anno a disposizione delle famiglie all’interno dell’E-Portfolio: non è un caso che sia stata introdotta una sezione sulle certificazioni ottenute dalla studente.
Certo, le certificazioni nella scuola non godono sempre di buona fama, a causa di un non limpido passato di alcune di esse: le segreterie delle scuole ne hanno visti tanti di “pezzi di carta” di dubbio valore (se le inchieste di Tuttoscuola hanno accesso i riflettori sui cosiddetti “diplomifici”, altrettanto si potrebbe fare sui “certificatifici”). La vera novità però è la certificazione “sotto accreditamento”, ossia quella che prevede l’attestazione da parte di un ente garante super partes (in Italia appunto Accredia) della competenza e dell’imparzialità degli enti che certificano, che esso riconosce e poi controlla.
Il modello prevede che il certificato sia inserito nel registro pubblico di Accredia (chiunque può quindi verificare la veridicità di quanto dichiarato dalla persona certificata). Inoltre,
la certificazione sotto accreditamento permette l’interoperabilità del certificato a livello europeo ed internazionale e, soprattutto, viene garantita da Accredia l’adeguatezza del processo di valutazione rispetto alla ISO 17024 (norma di accreditamento di riferimento a livello internazionale consolidata da 30 anni). Per la Ciad, che certifica i livelli di padronanza rispetto al DigComp 2.2, Accredia ha riconosciuto al momento tre enti di certificazione (per saperne di più:
https://www.tuttoscuola.com/digcomp-scopri-le-certificazioni-riconosciute-sulle-competenze-digitali-in-un-webinar-gratuito-il-7-novembre/
In attesa di quel “sistema comune di certificazione” proposto nel Rapporto Draghi sul rilancio della competitività europea (
se ne parla qui), come una delle misure chiave per rendere le competenze acquisite facilmente comprensibili dai potenziali datori di lavoro in tutta l’UE, la certificazione sotto accreditamento può essere una via in grado di dare maggiore certezza sull’effettivo possesso delle competenze rappresentate nel certificato. E questo è un valore fondamentale nell’ottica del reclutamento e anche di un sistema di crediti formativi e professionali sul quale fondare percorsi di sviluppo professionale per il personale della scuola.
Promettente.
Commissioni dei concorsi in affanno – I concorsi vanno per le lunghe
(marzo-giugno) – La prima fase del PNRR per il reclutamento dei docenti prevede uno svolgimento semplificato delle procedure anche per concludersi entro il 2024.
Incontra, tuttavia, fin dall’inizio molte difficoltà per la costituzione delle commissioni esaminatrici, anche (ma non solo) per l’eccessivo numero di candidati che hanno superato la prova scritta (circa l’85%), determinando per questo la necessità di costituire in aggiunta alle commissioni anche molte sottocommissioni.
Molti USR sono in difficoltà a reperire dirigenti scolastici e docenti disponibili per svolgere funzione di commissario.
Dopo la nomina, però, molti membri di commissione/sottocommissione si dimettono, adducendo spesso motivi personali che, tuttavia, nascondono invece preoccupazione per il complesso lavoro preparatorio da affrontare per le prove orali da realizzare senza esoneri dal servizio.
Si contano oltre 300 dimissioni di commissari (e altrettante nuove nomine sostitutive) registrate soprattutto nel concorso della secondaria in quasi tutte le regioni.
Conseguentemente lo svolgimento delle procedure concorsuali va a rilento, tanto che molte graduatorie di merito non potranno essere definite in tempo utile per nominare i vincitori dal 1° settembre 2024.
Affannoso.
Competenze digitali. Per la scuola una sfida esistenziale
(gennaio-dicembre) – Il 2024 è stato l’anno del pieno consolidamento, in Italia e nel mondo, delle applicazioni di Intelligenza Artificiale Generativa come Chat GPT (lanciata nel novembre 2022) e le sue tante imitazioni, varianti, implementazioni audio-video interattive.
In breve volgere di tempo quelli che da molti insegnanti, a partire dai docenti universitari, erano stati considerati inizialmente come strumenti didatticamente pericolosi perché diseducativi, in quanto elusivi dello sforzo di riflessione e analisi critica dei dati sul quale si è storicamente fondato l’insegnamento-apprendimento tradizionale, vengono ora rivalutati come potenti dispositivi di accompagnamento e facilitazione dell’apprendimento anche per la loro scalabilità, cioè adattabilità alle caratteristiche dei singoli alunni che apprendono.
Per la scuola di massa, così come si è sviluppata negli ultimi tre secoli seguendo sostanzialmente il modello napoleonico (edifici dedicati simil-caserme, aule e classi per età, curricoli nazionali), la sfida è addirittura esistenziale: se la scuola non si impadronisce rapidamente dei nuovi strumenti digitali utilizzandoli per le proprie finalità – e provvedendo dunque alla indispensabile formazione dei docenti oltre che alla riorganizzazione dei piani di studio scegliendo decisamente la via della personalizzazione – potrebbe avverarsi uno dei sei scenari prefigurati dall’OCSE addirittura agli inizi del XXI secolo (Schooling for tomorrow Scenarios, 2001), poi ripreso anche nel convegno di Tuttoscuola “2015, fine della scuola?” (novembre 2004), quello della totale descolarizzazione con la sostituzione dell’istituzione scuola con reti di insegnamento gestite da grandi imprese private (o pubblico-private) all’insegna dell’ubiquitous learning.
Non a caso il DM n. 66/2023 prevede che “La formazione del personale scolastico alla transizione digitale deve essere realizzata in coerenza con il quadro di riferimento europeo sulle competenze digitali dei cittadini, DigComp 2.2, e, per i docenti, anche con il quadro di riferimento europeo per gli educatori, DigCompEdu“.
Per questo Tuttoscuola si è impegnata nel 2024 nel mettere a disposizione attività formative di qualità rivolte soprattutto agli insegnanti, collaborando con un primario ente certificatore delle competenze, riconosciuto da ACCREDIA, l’ente unico nazionale di accreditamento, per il rilascio della CIAD (Certificazione Internazionale di Alfabetizzazione Digitale) sul framework DigComp 2.2 (per personale ATA, studenti, docenti) e a breve anche della certificazione riconosciuta a livello internazionale sulle competenze digitali per educare DigCompEDU per docenti, come si spiega in dettaglio qui.
Indispensabili.
CSPI – Insediato il nuovo Consiglio, Previtali Presidente
(agosto) – Il decreto n. 178 del 19 agosto 2024 provvede alla ricostituzione del CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione), sulla base dei risultati delle elezioni svoltesi nel mese di maggio e nella consueta struttura paritetica tra membri eletti e membri designati (ritirata una proposta di legge che prevedeva un maggior numero di membri designati).
Dal 1° settembre 2024 vengono così rinnovate sia la componente elettiva sia quella non elettiva del CSPI, entrambi di 18 componenti, con pochi volti nuovi e qualche ritorno a sorpresa.
I componenti elettivi del Consiglio sono 5 per la lista “CISL Scuola: in prima persona, al plurale”, 4 per la lista “CGIL – Valore Scuola, 4 per la lista “UIL – Scegli la coerenza, 2 per la lista “ANP per una dirigenza unita e sostenibile”: 3 per le liste che rappresentano le minoranze linguistiche francese (Val d’Aosta), tedesca (Alto Adige) e Slovena (Friuli-Venezia Giulia).
Per la componente non elettiva ci sono tre componenti espressi dagli organismi territoriali: Alba La Barba, esperta designata dalla Conferenza unificata Stato-Regioni, città e autonomie locali (Regioni e Province autonome), Marco Bronzini, esperto designato dalla Conferenza unificata Stato-Regioni, città e autonomie locali (ANCI), Francesca Zaltieri, esperta designata dalla Conferenza unificata Stato-Regioni, città e autonomie locali (UPI). Tre gli esperti designati dal CNEL: Anna Maria Santoro, dirigente sindacale della Cgil, Paola Serafin, dirigente sindacale della Cisl, ed Elena Centemero, ora dirigente scolastica ma già attiva parlamentare in precedenti legislature. Seguono poi gli esperti designati da enti che si occupano di educazione come la CNOS, l’ONM (Opera Nazionale Montessori), e l’USMI (scuole cattoliche). Tutti nomi e volti noti.
Tra gli altri componenti non elettivi designati dal Ministro, molti hanno alle spalle esperienze politiche o sindacali, ci sono anche due volti ben noti al Ministero, quello di Damiano Previtali, apprezzato dirigente del Ministero che si occupa di valutazione (eletto Presidente), e Maria Maddalena Novelli, già direttore generale dell’USR del Lazio e poi del Personale della scuola. Dai primi atti il nuovo CSPI sembra accentuare l’approccio di stimolo, supporto e consulenza.
Istituzionale.
D
Diplomifici – Approvato un disegno di legge contro i diplomifici
(marzo-ottobre) – Il Consiglio dei Ministri a fine marzo approva un disegno di legge che comprende anche nuove misure per prevenire e contrastare il fenomeno dei diplomifici, venuto prepotentemente alla luce nell’estate 2023 grazie ai dossier di Tuttoscuola. Il ddl prevede modifiche e integrazioni della legge 62/2000 sulla parità e altri interventi normativi per rinforzare azioni dell’Amministrazione. Rispetto alle anticipazioni di un comunicato ministeriale del dicembre 2023, il testo non prevede il numero minimo di alunni per classe, ma dispone, comunque, la limitazione del numero di classi collaterali, l’adozione del registro e del protocollo elettronico, l’effettuazione degli esami di idoneità per non più di due anni di corso nello stesso anno scolastico, con previsione di un presidente di commissione d’esame esterno alla scuola.
Il ddl “Semplificazioni”, comprensivo del testo sui diplomifici, viene ufficialmente depositato in Parlamento in estate e inizia la sua prima fase di esame in commissione a ottobre.
Se non vi saranno intoppi, il ddl potrebbe diventare norma di legge definitiva, nel migliore dei casi, prima dell’estate 2025, con applicazione effettiva dall’anno scolastico 2025-26.
Gli effetti si potranno avere, pertanto, nel 26-27 a distanza quasi di tre anni dalla denuncia dei dossier di Tuttoscuola.
Al rallentatore.
E
Equità – Dibattito sulla scuola giusta
(giugno) – Dal 3 al 6 giugno, presso l’Università di Cagliari, si svolgono i lavori della Terza Conferenza Internazionale della rivista “Scuola democratica”, diretta da Luciano Benadusi, dedicata al tema “Educazione e giustizia sociale“, alla quale prendono parte circa 900 accademici ed esperti provenienti dall’Italia e da tutto il mondo.
L’attenzione prioritaria per il tema della giustizia sociale in educazione è giustificata da due ragioni: la prima riguarda l’affermazione del principio di uguaglianza, fondamentale in una società democratica, la seconda è la necessità di un approccio complesso, multidisciplinare, all’analisi dei problemi e all’individuazione delle soluzioni, che si colloca all’intersezione tra politica, economia, psicopedagogia e antropologia.
Dai lavori della Conferenza è uscito un quadro comparativo aggiornato del carattere planetario delle diverse forme di iniquità in educazione. Tra quelle più discusse la stratificazione sociale che limita l’accesso all’istruzione superiore delle fasce sociali più deboli, le forti resistenze all’integrazione dei disabili e degli immigrati, i danni e le ingiustizie provocati da una visione individualistica e competitiva del merito, le vecchie e nuove forme di disparità di genere, l’incontrollata dipendenza dalle tecnologie digitali e dai social delle generazioni più giovani, a scapito soprattutto degli studenti provenienti dalle famiglie più povere e meno acculturate.
In parallelo alla Conferenza, si è svolta l’iniziativa del
Premio “
Equità in educazione”, promossa da
Orazio Niceforo, redattore di Tuttoscuola e già direttore di
Scuola democratica. Conclusosi a dicembre, il Premio ha incoraggiato l’impegno di giovani ricercatori italiani nello studio delle iniquità educative e delle possibili soluzioni, ponendo l’accento sull’importanza della ricerca per orientare le politiche scolastiche future.
Essenziale.
F
Femminicidio – Giornata contro la violenza sulle donne del 25 novembre con polemiche
(novembre) – Quest’anno la giornata internazionale contro la violenza sulle donne è stata accompagnata da polemiche suscitate da alcune dichiarazioni del ministro Valditara in occasione della presentazione in Parlamento della presentazione della Fondazione in ricordo di Giulia Cecchettin. In particolare, il termine “patriarcato” citato dal ministro ha determinato proteste, accompagnate da manifestazioni e cortei.
In studio a “Quarta Repubblica” il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha lanciato un appello contro la violenza sulle donne e ha risposto alle polemiche dopo il video-messaggio inviato il 18 novembre scorso alla presentazione della Fondazione intitolata a Giulia Cecchettin la ventiduenne di Vigonovo uccisa dall’ex fidanzato.
Nel messaggio, Valditara affermava che il “fenomeno di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”, frasi che hanno suscitato aspre critiche, tra cui quelle di Elena Cecchettin. “Confermo parola per parola quanto ho detto, se vogliamo combattere contro il femminicidio dobbiamo fare un ragionamento a 360 gradi sul tema della cultura del rispetto, della violenza e della discriminazione“, spiega il ministro dell’Istruzione. “Prendo atto dalle statistiche che la marginalità e la devianza che discendono dall’immigrazione clandestina generano un fenomeno pericoloso“, aggiunge.
Rispondendo alle polemiche seguite al convegno, Valditara spiega di aver visto “tanta malafede”. “
Non ho mai detto che il femminicidio dipende dagli stranieri. Ho detto che i casi di violenze sessuali sono più che raddoppiati rispetto al 2013, un incremento pazzesco“, afferma il ministro che poi annuncia un incontro per la settimana prossima con Gino Cecchettin. “
Ha detto cose molto importanti, abbiamo lo stesso obiettivo”, conclude.
Controverso.
G
Gite scolastiche – Scongiurato il blocco
(febbraio-novembre) – Il nuovo Codice Appalti prevede che gli affidamenti sopra i 140mila euro sono consentiti soltanto alle stazioni appaltanti qualificate, tra cui non rientrano le scuole. Si prospettava il blocco delle gite per il 2024; lo stallo si era già temuto lo scorso anno ma sul filo di lana, a febbraio, l’Autorità Anticorruzione – su richiesta del ministero dell’Istruzione – aveva deciso di congelare la novità e consentire alle scuole di procedere secondo le vecchie regolefino al 30 settembre 2024.
Lo scoglio si è ripresentato con l’inizio del nuovo anno scolastico dove i dirigenti scolastici, in base alle nuove regole, avrebbero dovuto organizzare una gita scolastica come se fossero un qualsiasi appalto pubblico, con nuove procedure e soprattutto senza avere le competenze e il personale a disposizione nelle segreterie scolastiche.
Per questa ragione, al fine di evitare il rischio di compromettere il regolare svolgimento dei viaggi di istruzione nell’interesse della collettività, il ministero ha ottenuto dall’ANAC una deroga temporanea per l’anno scolastico 2024-25, come precisato dal comunicato del MIM.
In via transitoria, per l’anno scolastico in corso, ANAC ha provveduto a consentire alle scuole di procedere fino al 31 maggio 2025 alla gestione delle procedure di gara di importo superiore alla soglia comunitaria, pari a 140.000 euro, per l’acquisizione dei servizi relativi alle visite d’istruzione, pur non sussistendo in capo alla maggioranza delle scuole lo status di “stazione appaltante qualificata”. Questa deroga temporanea, concessa dall’ANAC, in considerazione della specificità del settore scolastico, offre agli istituti scolastici la flessibilità necessaria per continuare a pianificare le uscite didattiche, garantendo al contempo l’osservanza delle regole fondamentali in materia di appalti pubblici.
La deroga si configura come una soluzione ponte in attesa della completa attuazione del nuovo assetto organizzativo del Ministero, come disciplinato dal recente dPCM n. 185/2024, che attribuisce agli Uffici Scolastici Regionali (USR) un ruolo centrale nel coordinamento delle attività.
Problema rimandato (non risolto).
H
Handicap – Nuova definizione della condizione di disabilità
(maggio-ottobre) – Il decreto legislativo n. 62 del 3 maggio 2024 attua la riforma PNRR prescritta dalla legge n. 227 del 22 dicembre 2021, che delega il Governo in materia di disabilità prevista dalla Missione 5 “Inclusione e Coesione” Componente 2 “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore”, riguardante la definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato.
L’obiettivo è quello di assicurare alla persona il riconoscimento della propria condizione di disabilità, rimuovendo gli ostacoli e attivando i sostegni utili al pieno esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, delle libertà e dei diritti civili e sociali nei vari contesti di vita, liberamente scelti.
Il decreto introduce cambiamenti significativi nella valutazione e nell’assistenza delle persone con disabilità.
Tra le principali misure, il provvedimento introduce: Una nuova definizione di disabilità
Il decreto sostituisce i termini come “handicap” e “invalidità” con il termine “persona con disabilità“, abbandonando la precedente terminologia obsoleta e potenzialmente discriminatoria. Infatti, l’art. 3 aggiorna la definizione di “persona con disabilità“: è tale “chi presenta durature compromissioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che, in interazione con barriere di diversa natura, possono ostacolare la piena ed effettiva partecipazione nei diversi contesti di vita su base di uguaglianza con gli altri, accertate all’esito della valutazione di base”.
Questa nuova definizione, in linea con la Convenzione ONU del 2006, evidenzia l’importanza di considerare la disabilità come il risultato dell’interazione tra la persona e il suo ambiente, piuttosto che come una caratteristica intrinseca dell’individuo. Nell’ art. 4 del decreto la parola «handicap» è sostituita con «condizione di disabilità»; parimenti, le parole: “persona handicappata“, “portatore di handicap“, “persona affetta da disabilità“, “disabile” e “diversamente abile“, ovunque ricorrono, sono sostituite con “persona con disabilità“.
Non solo forma.
I
INDIRE – un rilancio inaspettato
(luglio) – In sede di conversione del decreto-legge 71/2024 (legge 21 luglio 2024, n. 106), all’ultimo momento è stato inserito, come emendamento, l’art. 7bis (Riordino dell’Istituto nazionale didocumentazione, innovazione e ricerca educativa), in forza del quale, dopo avere ridefinito le funzioni dell’Istituto (INDIRE), in sostituzione di quelle vigenti da tredici anni per effetto della legge 111/2011, è stato disposto il suo commissariamento.
Lo stesso emendamento al decreto-legge 71/24 prevede l’affidamento all’INDIRE, in via straordinaria e transitoria, dell’organizzazione di percorsi di formazione on line, in aggiunta agli ordinari percorsi (TFA sul sostegno), per la specializzazione a favore di docenti precari che abbiano svolto nelle istituzioni scolastiche statali e paritarie, un servizio su posto di sostegno di almeno 3 anni scolastici, anche non continuativi, nei cinque anni precedenti (art. 6).
Sempre all’INDIRE, l’art. 7bis dispone anche l’affidamento dei corsi di formazione per integrare i titoli di specializzazione sul sostegno conseguiti all’estero.
Contro la nuova disposizione, i docenti corsisti dei TFA organizzati dalle Università hanno messo in atto manifestazioni di protesta; le dichiarazioni di alcuni di loro riassumono chiaramente le ragioni della contrarietà ai percorsi formativi facilitati previsti dal DL 71: “
Questo decreto-legge prevede dei corsi dimezzati. Invece noi che abbiamo frequentato il TFA sostegno, un corso di 8 mesi, con preselettive, laboratori pratici, 150 ore di tirocinio attivo con esami intermedi e finali, dobbiamo vedere che con questo nuovo decreto ci saranno corsi dimezzati, di 30 CFU, equiparati ai nostri titoli“.
Contrastato.
IRC – Per gli Insegnanti di Religione Cattolica arriva il concorso
(maggio) – Dopo un’attesa di anni, arriva il concorso per assumere docenti per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. Il precedente e unico concorso si era tenuto vent’anni fa, ma già nel 2019 ne sembrava imminente il bando. Invece, di rinvio in rinvio, soltanto a gennaio 2024 è stata firmata l’Intesa tra Ministro dell’Istruzione e del Merito, Valditara, e il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), cardinale Zuppi, che ha consentito di procedere alla pubblicazione dei bandi, avvenuta a maggio.
I posti a concorso sono complessivamente 6.428, di cui il 70% riservato al concorso straordinario (2.164 posti per scuola primaria e infanzia, e 2.336 per scuola secondaria) e il restante 30% al concorso ordinario (927 posti per scuola primaria e infanzia, e 1.001 per scuola secondaria).
Per il concorso straordinario, riservato a docenti con un’anzianità di almeno 36 mesi di servizio, il bando prevede soltanto una prova orale didattico-metodologica; per il concorso ordinario è prevista anche una prova scritta.
Per tutti i candidati è richiesta la certificazione dell’idoneità all’insegnamento della Religione Cattolica, rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano.
Atteso.
Intelligenza Artificiale – Il nuovo compagno di banco
(
novembre)- Secondo un nuovo rapporto OCSE,
Job Creation and Local Economic Development 2024, l’intelligenza artificiale generativa (IAG, GAI in inglese), rapidamente affermatasi negli ultimi due anni con prodotti come ChatGP, pur offrendo grandi opportunità, rischia di aggravare il divario regionale tra paesi OCSE e all’interno di essi, ampliando gli attuali divari di reddito e produttività tra aree urbane e rurali.
Il rapporto rileva che, dopo un decennio di crescita dell’occupazione, oltre la metà dei Paesi OCSE ha raggiunto tassi di occupazione superiori al 70% entro il 2023, anche in conseguenza dell’aumento della partecipazione femminile al lavoro, che ha ridotto il divario di genere nella partecipazione alla forza lavoro nell’84% delle regioni OCSE.
“
Il boom dell’occupazione ha anche portato a carenze e lacune di manodopera regionali“, si legge nel rapporto, “
in particolare nelle regioni urbane densamente popolate come Lombardia (Italia) e Amburgo (Germania), nonché nelle regioni che lottano contro il calo demografico e l’invecchiamento“.
Se, da una parte, l’IAG ha il potenziale per aiutare ad affrontare le carenze di manodopera e ad aumentare la produttività, dall’altra accresce le disparità tra gli Stati e all’interno di essi perché investe solo la quota di lavoratori che svolge attività da essa rivoluzionate, che va dal 45% nelle regioni urbane come Stoccolma (Svezia) e Praga (Repubblica Ceca), al 13% nelle regioni rurali come Cauca (nel Sud della Colombia).
Le regioni in passato considerate a rischio relativamente basso di automazione sono ora tra quelle più esposte all’IAG. Mentre l’automazione guidata dalla tecnologia ha storicamente interessato regioni non metropolitane e manifatturiere, ora sono le aree metropolitane, i lavoratori altamente qualificati e le donne ad essere maggiormente esposti l’IAG eccelle nell’esecuzione di attività cognitive e non di routine.
Il rapporto non affronta specificamente il tema dell’influenza dell’IAG sul lavoro degli insegnanti ma, come sottolinea il Segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann, “
per estendere il potenziale dell’IAG a tutti, i decisori politici devono dare priorità all’infrastruttura digitale, aumentare l’alfabetizzazione digitale e supportare le PMI per garantire che i vantaggi dell’IAG raggiungano tutti“. E questo è certamente un compito dei sistemi scolastici e formativi.
L’intelligenza artificiale ha il potenziale per trasformare l’istruzione, ma il suo successo dipenderà da come sarà integrata nel contesto educativo. Investire nella formazione degli insegnanti e garantire un accesso equo agli strumenti tecnologici saranno i passi decisivi per sfruttare al massimo questa rivoluzione.
Futuro.
J
Jus Scholae – Da Jus Scholae a Jus Italiae: un’idea che ancora divide
(agosto-ottobre) – Tra agosto e ottobre, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rilanciato il dibattito sulla cittadinanza italiana con una proposta evolutiva: da Jus Scholae a Jus Italiae. Presentata ufficialmente a ottobre a Milano, la proposta mira a semplificare l’acquisizione della cittadinanza per stranieri nati in Italia o arrivati entro il quinto anno di età.
Tajani ha chiarito che la proposta, ispirata da un’idea di Silvio Berlusconi, non è contro qualcuno, ma mira a risolvere un problema. “Presenteremo questa proposta di legge alla Camera e al Senato, ma prima ne discuteremo con i nostri alleati. Abbiamo inviato la nostra proposta ai capigruppo di Camera e Senato di Lega, Fratelli d’Italia e Noi Moderati per una valutazione”.
La proposta di legge si articola intre punti fondamentali per riformare l’acquisizione della cittadinanza italiana.
La proposta dovrebbe permettere agli stranieri nati in Italia o arrivati entro il quinto anno di età, con residenza ininterrotta per dieci anni, di acquisire la cittadinanza a 16 anni, completando con successo il ciclo scolastico obbligatorio (5 anni di elementari, 3 di medie, 2 di superiori).
La richiesta dovrà essere presentata da un genitore del minore, ma, se ciò non avverrà, il giovane potrà farlo al compimento dei 18 anni.
Tajani ha sottolineato che queste regole si basano su serietà e diritti, affermando:
“Essere cittadino italiano è una cosa seria”. Di Ius Italiae
“se ne parla da agosto. Io credo che innanzitutto dobbiamo preoccuparci di integrare gli studenti stranieri che oggi hanno un tasso di dispersione molto elevato e spesso un livello di conoscenza della lingua italiana non corrispondente a quello dei loro compagni italiani. Quindi, la prima cosa da fare è questa e noi abbiamo provveduto, stiamo provvedendo con i corsi di italiano obbligatori e con la necessità per le scuole a partire da quest’anno di verificare il grado di conoscenza”.
Polarizzante.
L
Liceo Made in Italy – Parte un nuovo liceo: una sfida
(gennaio) – La legge 206/2023 agli artt. 18 e 19 dispone l’istituzione di un nuovo percorso liceale, il liceo del Made in Italy per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy. Era stato accompagnato da riserve soprattutto da parte della Cgil scuola che aveva sottolineato significative ricadute sugli organici del personale docente, in quanto il piano di studi nel primo biennio elimina gli insegnamenti di Scienze umane e raddoppia le ore di insegnamento di Diritto ed Economia politica, aggiunge l’insegnamento della Storia dell’arte, ma diminuisce le ore di insegnamento della seconda lingua straniera.
Ma per il 2024 partono le iscrizioni e il MIM ne dà comunicazione in questi termini:
Sono in totale 92 i licei a indirizzo Made in Italy sinora approvati sul territorio nazionale: nel dettaglio, 17 saranno attivati in Sicilia, 12 in Lombardia e nel Lazio, 9 in Puglia, 8 nelle Marche e in Calabria, 6 in Abruzzo, 5 in Toscana, 3 in Liguria, Piemonte e Veneto, 2 in Molise e 1 in Basilicata, Emilia-Romagna, Sardegna e Umbria. L’elenco non comprende le 22 scuole per cui la Regione Campania non ha ancora autorizzato l’avvio del liceo del Made in Italy. Nel resto d’Italia, sono 6 gli istituti scolastici che, pur avendo presentato domanda, non erano in possesso dei requisiti richiesti.
“
Si tratta di un risultato importante, considerati i tempi stretti a disposizione delle scuole per avanzare le loro candidature e completare l’iter di autorizzazione. Il nuovo liceo arricchirà l’offerta della nostra scuola superiore, dando quelle risposte formative che il sistema paese richiede“, ha commentato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
Sfidante.
M
Musk. Una proposta “astrale” per la scuola
(novembre) – La straripante personalità di Elon Musk, in procinto – a meno di sorprese – di ricevere un incarico importante nella nuova compagine governativa formata da Donald Trump (guiderà il DOGE – Department of Government Efficiency) potrebbe influire anche sul futuro del sistema educativo americano, visto quanto da lui deciso per l’educazione dei suoi figli.
Musk, una dozzina di anni fa, aveva iscritto i suoi figli a una scuola d’eccellenza per bambini superdotati di Los Angeles, ma ne era rimasto presto deluso. Così, insieme a Joshua Dahn – ex docente presso quella scuola – decise di crearne una nuova per i suoi 5 figli e per altri bambini, figli dei dipendenti di SpaceX, chiamandola Ad Astra, e successivamente Astra Nova.
La scuola, nata nel 2014 ad Hawthorne, in California, inizialmente con 8 studenti, ne conta oggi 40, ma sembra che si appresti ad accoglierne anche altri, interessati ad apprendere seguendo il curriculum di Astra Nova, che non prevede classi legate all’età. Così bambini di 7 anni apprendono insieme ad altri più grandi, anche quattordicenni, secondo un modello di curricolo basato su progetti e argomenti interdisciplinari, nel rispetto dei tempi di ognuno.
Tra le materie previste Intelligenza Artificiale, ingegneria, matematica, coding e scienze applicate, ma non le lingue (salvo l’inglese), poiché Musk è convinto che il futuro della comunicazione sarà assicurato dai software traduttori. Gli alunni hanno comunque la facoltà di escludere le materie che non gradiscono. Forse per evitare accuse di iper-tecnicismo scientista il curricolo prevede anche uno spazio di dibattito riservato a scenari e interrogativi di carattere etico. I bambini sono invitati a discuterne. Per esempio, che fare se un’azienda che produce beni di consumo inquina l’ambiente? E che cosa si dovrebbe fare se l’intelligenza artificiale diventasse nemica dell’uomo? Domande alle quali i bambini sono chiamati a dare risposte. Ci sembra tuttavia assai difficile che quello della scuola di Musk possa diventare un modello di riferimento per tutta la scuola americana, molto decentrata e non pronta (salvo eccezioni, che non mancano) a superare il curricolo K-12, basato sulle tradizionali classi per età.
Visionario.
N
Nuova valutazione – E’ legge
(ottobre) – Entra in vigore il 31 ottobre la legge n. 150 “Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell’autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi scolastici differenziati“, pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
Il nuovo impianto di valutazione comporterà diverse modifiche rispetto a quanto previsto dal decreto legislativo n. 62/2017 (Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato) e ai Regolamenti dei DPR 122/2009 e 249/1998.
Per la scuola primaria la valutazione degli apprendimenti sarà espressa con giudizi sintetici (ottimo, distinto, buono ecc.), anziché con giudizi analitici come è avvenuto dal 2017-18.
Per l’attivazione dei nuovi giudizi è prevista un’apposita ordinanza ministeriale che, se emanata sollecitamente, consentirà l’introduzione delle modifiche valutative già nel primo quadrimestre previsto al febbraio 2025.
Nella secondaria di I e II grado il comportamento espresso con valutazione in decimi potrà comportare la non ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato se inferiore a sei decimi.
Per questo, saranno necessarie modifiche al regolamento di cui al DPR 122/2009, da definire entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, cioè, entro marzo 2025, relativamente alla disciplina in materia di valutazione del comportamento degli studenti della scuola secondaria con l’attribuzione del voto di comportamento inferiore a sei decimi e la conseguente non ammissione alla classe successiva e all’esame di Stato avvengano anche a fronte di comportamenti che configurano mancanze disciplinari gravi e reiterate, anche con riferimento alle violazioni previste dal regolamento di istituto.
Non è certa l’applicazione della nuova norma in questo anno scolastico.
Anche l’attuale regolamento dello statuto degli studenti (DPR 249/1998 e successiva modifica nel 2007) sarà modificato per quanto riguarda l’allontanamento per un periodo non superiore a quindici giorni.
Stop and Go.
O
Occupazioni studentesche – Il MIM si costituirà parte civile per i danni
(dicembre) – Anche quest’anno, come ritualmente succede tra ottobre e novembre da molti, troppi anni, in diversi istituti scolastici superiori si registrano occupazioni, accompagnate a volte, da danni ingenti a strutture e strumentazioni.
Anche quest’anno in diverse città si sono registrate occupazioni – spesso da parte di gruppi minoritari di studenti – accompagnate da ingiustificati danneggiamenti non di poco conto.
Ormai in taluni istituti il danneggiamento di impianti, suppellettili e strumenti sembra far far del rito dell’occupazione.
Il ministro, Giuseppe Valditara, con un eloquente “chi rovina una scuola deve pagare”, ha annunciato “I rilevanti danni cagionati nel corso di occupazioni studentesche al liceo Gullace (due milioni di euro), al liceo Virgilio (almeno 60.000 euro), entrambi di Roma, e, da ultimo, la devastazione degli istituti Pacinotti e Da Vinci di Pisa sono inaccettabili.
Il Ministero chiederà di potersi costituire parte civile nei processi penali a carico dei responsabili per ottenere il risarcimento dei danni.
Chi rovina una scuola deve pagare per rimetterla in sesto, non devono più pagare i cittadini. Siamo davanti ad atti di mero teppismo, che nulla hanno a che vedere con la libera espressione delle opinioni e del dissenso e che compromettono anche il diritto di tutti gli altri studenti di poter studiare nella loro scuola“. Vedremo nella pratica.
Tolleranza zero.
P
Proroga GM – Compromesso per la validazione delle graduatorie del concorso
(luglio-dicembre) – In considerazione della lentezza di svolgimento delle procedure concorsuali che metteva a rischio il conseguimento dell’obiettivo del PNRR per il reclutamento di docenti entro il 31 dicembre 2024, in sede di conversione del decreto-legge 71/2024, è stato approvato il seguente emendamento: “1. In deroga al termine previsto dal comma 1, al fine del raggiungimento degli obiettivi previsti dalla riforma 2… del Piano nazionale di ripresa e resilienza, limitatamente all’anno scolastico 2024/2025, le procedure assunzionali del personale docente sono completate entro il 31 dicembre 2024 attingendo anche alle graduatorie pubblicate dopo il 31 agosto 2024, comunque non oltre il 10 dicembre 2024.
In effetti al 31 agosto erano ancora molte le procedure concorsuali non concluse; pertanto, al 1° settembre il numero dei vincitori era ancora lontano dall’obiettivo atteso dal PNRR per il 2024.
Ma la validazione delle GM prorogata al 10 dicembre ha determinato spesso disagi in molte classi che hanno visto interrotta la continuità didattica dei docenti nominati vincitori e assegnati in altra sede.
La disposizione eccezionale di proroga di validazione delle GM non ha ottenuto, comunque, tutto il risultato sperato, in quanto circa 7.700 posti di scuola secondaria non sono stati assegnati in tempo utile ai vincitori per mancata approvazione delle graduatorie di merito del concorso per la scuola secondaria entro il termine tassativo del 10 dicembre.
Inefficace.
Q
Quantum Computing – La rivoluzione quantistica accelera
(dicembre) – Un dettagliato servizio del New York Times del 9 dicembre, riferisce che Google ha reso noto di aver costruito un nuovo computer quantistico, basato su un chip chiamato Willow, che ha impiegato meno di cinque minuti per eseguire un calcolo matematico che uno dei supercomputer tradizionali più potenti del mondo non potrebbe completare in 10 settilioni di anni, un periodo di tempo che supera l’età dell’universo conosciuto.
L’informatica quantistica è ancora una tecnologia sperimentale. Ma i risultati di Google aprono una strada nuova. Altri giganti della tecnologia made in USA, tra cui Microsoft, Intel e IBM, stanno costruendo tecnologie simili, e la competizione tra Stati Uniti e Cina per la supremazia in questo campo sta diventando sempre più importante. Mentre gli Stati Uniti avanzano principalmente attraverso giganti aziendali e start-up, il governo cinese ha reso noto che sta investendo più di 15,2 miliardi di dollari nella ricerca quantistica, che potrebbe portare ad esiti rivoluzionari nel campo della medicina e nelle varie applicazioni di Intelligenza Artificiale Generativa, a partire da quelle utilizzabili in campo educativo (assistenti virtuali che affiancano o addirittura sostituiscono gli insegnanti) per arrivare (purtroppo) a quelle militari.
Il computer quantistico è potentissimo perché moltiplica in modo esponenziale il numero di bit utilizzabili nelle operazioni. Nel computer tradizionale il bit di silicio lavora con due soli valori: zero o uno. Il qubit del computer quantistico raddoppia questi due valori una, due e infinite volte, ed è quindi enormemente più veloce. Ma lavora in condizioni difficilissime, a livello subatomico su particelle di luce intrappolate in campi elettromagnetici, o quando un metallo è esposto a un freddo estremo, come nel caso del computer quantistico di Google, che opera a quasi 460 gradi sottozero.
Il quantum computing rappresenta un salto tecnologico paragonabile all’invenzione dell’elettricità, con implicazioni profonde per l’economia, la società e l’educazione. Tuttavia, il percorso rimane complesso, con sfide legate a costi, infrastrutture, sicurezza (si pensi che il quantum computing sarà in grado di scoprire qualsiasi password) e impatti etici.
Epocale.
R
Raimo Christian – polemiche e sospensione per dichiarazioni contro il ministro
(novembre) – A Piazzapulita, il programma settimanale condotto da Corrado Formigli su La7, va in onda un ulteriore capitolo della vicenda che ha visto Christian Raimo, scrittore (ha curato “Alfabeto della scuola democratica”, Laterza) ma anche professore di ruolo di Storia e Filosofia in un liceo romano, esprimere pubblicamente pesanti giudizi critici nei confronti del ministro Giuseppe Valditara. Cosa che gli è costata un provvedimento – la sospensione dal lavoro per 3 mesi con dimezzamento dello stipendio – da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, competente per territorio, per violazione del codice etico dei pubblici dipendenti.
“Il mio non è un caso personale, è un caso politico“, sostiene Raimo, che pochi giorni prima aveva dichiarato a Radio Capital che quella sospensione era un “provvedimento sproporzionato”, perché lui non aveva dato del “lurido” al ministro: “Io non ho detto lurido a Valditara, ho detto che tutto ciò che dice Valditara è lurido, ma non lui. E questo è decisivo per capire il senso delle mie dichiarazioni. È stata una sintesi giornalistica sbagliata“.
Quanto alla indicazione di Valditara come un “bersaglio da colpire come la Morte Nera di Star War” precisa che si trattava di una “iperbole“, non di una minaccia, utilizzata in un dibattito alla festa nazionale di AVS e non in classe di fronte a studenti.
Spiegazioni e precisazioni che non hanno comunque fermato l’esecuzione del provvedimento.
Sospeso.
Revoca della parità – Tra revoche e ricorsi
(giugno-settembre) – Al termine delle visite ispettive condotte in 72 istituti paritari di Campania, Lazio e Sicilia, il ministro Valditara nel giugno scorso ha annunciato che gli Uffici Scolastici Regionali interessati (Lazio, Campania e Sicilia) stavano avviando le procedure di revoca della parità per 47 istituti paritari nei quali erano state riscontrate gravi irregolarità.
In effetti, gli istituti paritari per i quali gli ispettori avevano proposto la revoca erano 52.
Ma molti di quegli istituti hanno tentato di evitare la revoca e, durante l’estate, hanno presentato ricorso ai TAR non solo per salvare la parità, ma, soprattutto, per cercare di dilazionare il più possibile i provvedimenti definitivi da parte dell’USR e bypassare l’inizio dell’anno scolastico, in modo da avviare normalmente le attività scolastiche, iscrivendo regolarmente gli studenti nelle classi funzionanti.
In tale situazione ancora provvisoria, oltre 30 istituti paritari, in attesa dei provvedimenti definitivi di possibile revoca da parte degli USR, risultano tuttora attivi ad anno scolastico inoltrato, con la fondata speranza (riferita a casi simili nei precedenti anni) di portare tutti gli studenti iscritti fino alla prossima maturità 2025.
Con buona pace per il qualificato lavoro degli ispettori ministeriali.
Bloccato.
S
Sammy Basso – un minuscolo gigante che ha vissuto appieno
(ottobre) – Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera l’aveva denominato “un minuscolo gigante”.
Al suo funerale il vescovo di Vicenza ha dato lettura di una lettera di Sammy che iniziava così:
“Carissimi, se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi... e proseguiva Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l’ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, ….
Fin da bambino, come ben sapete, la Progeria ha segnato profondamente la mia vita, sebbene non fosse che una parte piccolissima di quello che sono, non posso negare che ha influenzato molto la mia vita quotidiana e, non ultime, le mie scelte.
Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio, né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio…
Quello che spetta a noi non è nel trovarci qualcosa di positivo, quanto piuttosto di agire sulla retta via, sopportando, e, per amore degli altri, trasformare un evento negativo in uno positivo. Non si tratta di trovare i lati positivi quanto piuttosto di crearli, ed è questo a mio parare, la facoltà più importante che ci è stata data da Dio, la facoltà che più di tutti ci rende umani …”
Chapeau.
Sciopero generale – nella scuola, uno strumento in crisi
(novembre) – Cgil e Uil proclamano per venerdì 29 novembre uno sciopero generale di settori pubblici e privati contro la manovra finanziaria. L’adesione nei settori privati, secondo i sindacati che lo hanno proclamato, avrebbe raggiunto il 70% di adesioni. Nei settori pubblici le adesioni, contabilizzate dalle comunicazioni dirette delle istituzioni coinvolte, vengono riportate dal cruscotto degli scioperi, lo strumento ufficiale del Dipartimento della Funzione Pubblica che certifica i dati ufficiali di adesione agli scioperi nei settori pubblici.
Per il settore di istruzione e ricerca la percentuale di adesione è stata del 6,03% per 61.950 persone aderenti. Quel numero di quasi 62mila aderenti allo sciopero sembra lontano anni luce dal numero degli iscritti con delega ai sindacati Cgil-scuola, Uil-scuola e Cobas che l’ARAN ha certificato complessivamente in 254.871 unità. Ed è una quantità ancora più lontana dai dati elettorali a favore degli stessi sindacati, registrati dall’ARAN in complessivi 443.498 voti a favore.
Al di là delle considerazioni politiche che si possono fare in merito alle condivisioni delle motivazioni dello sciopero, sembra essere messo in discussione lo strumento dello sciopero, come sostiene da tempo anche la Cisl che non ha aderito a questo sciopero né a quello precedente di un mese prima dove la Cgil-Scuola in solitaria non era andata oltre il 5,29%.
Inefficace.
SCIENZE
Quarto anno di scuola primaria: il punteggio medio internazionale è stato di 494 punti. Gli studenti italiani hanno raggiunto un punteggio medio pari a 511 punti, superiore alla media internazionale. Il punteggio medio nazionale di 511 punti registra, come per matematica, notevoli differenze territoriali, dove il Nord ha punteggi superiori al Mezzogiorno con un divario d 50 punti tra Nord Ovest e Isole.
Terzo anno di scuola secondaria di I grado: il punteggio medio internazionale in scienze è stato di 478 punti. Gli studenti italiani hanno fatto meglio, raggiungendo un punteggio medio pari a 511 punti.
Ma quel punteggio medio di 501 punti registra, come per matematica, notevoli differenze territoriali, dove il Nord ha punteggi superiori al Mezzogiorno con un divario di oltre 60 punti tra Nord Est (523) e Isole (459). Livelli di rendimento
Se si analizza il dato per macroarea geografica, si osserva che gli studenti delle aree del Nord Ovest (8%), Nord Est (9%) e Centro (7%) raggiungono il livello Avanzato in misura superiore agli studenti del Sud (3%) e Sud Isole (2%). Differenza di genere: l’Italia è uno dei sei Paesi in cui i ragazzi vanno meglio delle ragazze in scienze (10 punti). In 15 Paesi si osserva il risultato opposto, mentre nei restanti 18 non ci sono differenze di genere.
La
TIMSS 2023 mette in luce
un sistema educativo disomogeneo, con differenze di genere e territoriali che penalizzano il Sud e le Isole. Sebbene i punteggi italiani superino le medie internazionali, i risultati evidenziano l
’urgenza di interventi mirati per colmare i divari e promuovere equità.
Disomogeneo.
T
TIMSS 2023 – divario Nord-Sud e differenze di genere nelle competenze matematiche e scientifiche
(dicembre) – L’indagine TIMSS, acronimo di Trends in International Mathematics and Science Study, è un’indagine internazionale promossa dalla IEA (International association for the evaluation of Educational Achievement) che valuta le competenze in matematica e scienze degli studenti di quarta primaria e terza secondaria di primo grado in Italia), con una cadenza quadriennale.
MATEMATICA: gli alunni di quarta della scuola primaria, rispetto al punteggio medio generale di 503 punti, hanno raggiunto un punteggio medio pari a 513 punti. Quei 10 punti sopra la media internazionale sono indubbiamente un dato soddisfacente, ma, se quel punteggio viene confrontato con i coetanei dei Paesi europei, la valutazione cambia, perché meglio di loro hanno fatto i coetanei di quasi tutti i Paesi dell’Europa. Il punteggio di 513 punti raggiunto dagli alunni italiani registra, tuttavia, situazioni territoriali notevolmente differenziate, con un range di ben 50 punti tra Nord Ovest e Isole, peggiore di quanto registrato nelle rilevazioni precedenti. Meglio, comunque, gli alunni maschi.
Gli alunni di terza della secondaria di I grado, rispetto al punteggio medio internazionale di 478 punti, hanno conseguito un punteggio medio di 501 punti.
Come si è rilevato per il quarto anno di scuola primaria, anche per il terzo anno della scuola secondaria di I grado è notevole il divario territoriale che registra tra Nord Est (521 punti) e Isole (460) una differenza di 50 punti.
La differenza di genere è a favore dei maschi per 16 punti.
U
Unica – Piattaforma on line per le comunicazioni nella scuola
(aprile-ottobre) – Dall’11 ottobre è online Unica, la nuova piattaforma del Ministero dell’Istruzione e del Merito annunciata dal Ministro Giuseppe Valditara a Forlì durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico.
Unica è stata ideata per offrire, per la prima volta, un solo punto di accesso ai servizi digitali dedicati alle famiglie e agli studenti e per agevolare le comunicazioni scuola – famiglia.
Particolare attenzione è data al tema dell’orientamento: grazie a nuovi strumenti, con il docente tutor, che consentiranno a ciascun studente di individuare e valorizzare i propri talenti e che, con il docente orientatore, daranno un concreto supporto nell’individuazione del percorso più indicato per il futuro dei ragazzi, universitario o professionale.
Unica è prevista dal Piano di semplificazione per la Scuola lanciato ad aprile dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e in attuazione delle Linee guida per l’orientamento approvate a dicembre 2022. La piattaforma è disciplinata da un DM firmato dal Ministro Valditara dopo il parere favorevole del Garante per la protezione dei dati personali.
“Con il lancio di Unica ribadiamo il nostro impegno a rendere l’istruzione più accessibile, efficiente e orientata al futuro. Questa piattaforma è stata progettata insieme ai principali attori della scuola con l’obiettivo di dare risposta a bisogni concreti, garantendo semplicità e immediatezza nella fruizione dei servizi. La sua introduzione è una tappa fondamentale nel percorso verso l’eccellenza nell’educazione italiana e il rafforzamento dell’alleanza scuola-famiglia“, ha dichiarato il Ministro Valditara.
La piattaforma è disponibile per oltre 10 mila scuole statali e paritarie, interessando più di 6,5 milioni di studenti, circa 8 milioni di genitori, delegati, tutori o responsabili genitoriali, e più di un milione di persone che lavorano ogni giorno nella scuola.
Innovativa.
V
Vietato il cellulare – un passo drastico per proteggere l’apprendimento
(luglio) – Preceduta da diverse dichiarazioni del ministro Valditara, a luglio viene pubblicata la circolare ministeriale prot. 5274 che dispone il divieto assoluto di impiego del cellulare a scuola anche per attività didattiche per gli alunni delle scuole del primo ciclo.
La circolare mette in evidenza le motivazioni di questa drastica decisione in questi termini: vi è la preoccupazione per l’impatto negativo che l’uso eccessivo dei cellulari può avere sul naturale sviluppo cognitivo dei ragazzi. Studi internazionali hanno dimostrato che l’uso del cellulare in classe, anche a scopo educativo e didattico, può incidere negativamente sul livello degli apprendimenti degli alunni. Il Rapporto Unesco 2023 ha evidenziato che i dati delle valutazioni internazionali su larga scala mettono in luce un legame negativo tra l’uso eccessivo delle TIC e il rendimento degli studenti.
Inoltre, il Rapporto Ocse ha evidenziato come i cellulari siano fonte di distrazione per gli studenti che lo usano con maggior frequenza a scuola, facendo diminuire il livello di attenzione, in particolare durante le lezioni di matematica. Secondo la circolare, “recenti analisi, inoltre, hanno dimostrato anche in Italia un aumento preoccupante del fenomeno dell’isolamento sociale volontario dei minori che comporta il ritiro nel chiuso delle proprie case”.
L’uso continuo, spesso senza limiti, dei telefoni cellulari fin dall’infanzia e nella preadolescenza incide negativamente sul naturale sviluppo cognitivo, determinando perdita di concentrazione e di memoria, diminuzione della capacità dialettica, di spirito critico e di adattabilità.
Rigoroso.
Z
Zero-Sei. Una riforma impossibile?
(novembre) – La promessa di garantire una copertura del 33% dei servizi educativi per l’infanzia entro il 2027, stabilita nella legge di Bilancio 2022, sembra vacillare. Il recente Piano Strutturale e di Bilancio di Medio Termine, inviato a Bruxelles, ha ridimensionato questo obiettivo, fissando la soglia del 15% a livello regionale, una misura che penalizza in particolare le regioni del Sud.
Il CRC, network composto da oltre 100 organizzazioni del Terzo Settore, denuncia che il governo sta smantellando progressivamente le politiche per il sistema formativo integrato. Le disuguaglianze regionali si ampliano, negando ai bambini del Sud il diritto all’educazione precoce.
Il CRC lamenta che il recente Piano abbia rimesso in discussione gli impegni presi con la legge di Bilancio 2022 di garantire entro il 2027 una copertura del 33% dei servizi educativi per l’infanzia su base locale sia a livello comunale che di bacino territoriale. Il governo ha infatti fissato il 33% come media nazionale ma anche il 15% a livello regionale, cosa che avrà una evidente ricaduta sulle regioni del Sud.
Il D.Lgs. 65/2017 in attuazione della legge quadro 107 (Buona scuola) aveva sancito in Italia il diritto all’educazione per la fascia di età dei cittadini dalla nascita ai sei anni, ricollocando tutti i servizi educativi in una nuova cornice istituzionale fondata sul riconoscimento del diritto dei cittadini più piccoli a frequentare servizi educativi di qualità in un ‘ciclo formativo integrato’ con le scuole dell’infanzia.
Ma oggi le misure adottate dal governo a proposito dei LEP (ribasso al 15% a livello regionale), e i tagli alle risorse per gli Enti locali (già dal 2025 i Comuni, le Province e le Regioni dovranno tagliare i propri servizi per circa 350 milioni di euro), che si aggiungono al taglio di 100.000 posti di nido e scuola dell’infanzia effettuato a seguito della revisione del PNRR decisa nel 2023 (con una diminuzione da 264.480 a 150.480 posti) hanno il significato di uno stop alle politiche a favore della costruzione del sistema formativo integrato, e confermano di fatto la forbice che differenzia il rispetto dei diritti all’educazione dei bambini a seconda della loro residenza.
A passo di gambero.
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Il 2024 della scuola, dalla A alla Z
ultima modifica: 2024-12-31T19:57:09+01:00
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