Il Covid e la scuola, l’ex ministro Fioramonti: “Sul ritorno in classe troppi ritardi e tanta impreparazione. Draghi come Conte”

di Giovanna Casadio, la Repubblica, 9.8.2021.

Un passato nel M5S, è stato titolare dell’Istruzione durante il governo giallorosso: “Io, vaccinato, sono per la didattica in presenza. Ma siamo ad agosto e il numero degli studenti nelle aule non è stato sfoltito perché non sono stati ripristinati gli istituti chiusi o accorpati. Ancora niente sanificatori e dico no al Green Pass per i ragazzi delle superiori e dell’Università perché non soddisfa il rapporto rischi-benefici”.

Gilda Venezia

ROMA – “Inizialmente ho dato la colpa a Giuseppe Conte e al suo governo che non si interessavano della scuola, ma vale evidentemente per tutti i governi, incluso il governo Draghi”. Lorenzo Fioramonti, ex  M5S, ora nel raggruppamento ambientalista “Facciamo Eco”, è stato ministro dell’Istruzione e dell’Università del governo giallo-rosso, dimettendosi polemicamente dopo pochi mesi. Denuncia: “Rispetto agli anni passati sono ancora più stupefacenti il ritardo e l’impreparazione in vista della riapertura della scuola tra poche settimane”.

Fioramonti, Green Pass a scuola e multe ai presidi, lei da ministro avrebbe gestito così la ripresa dell’anno scolastico? 

“No, non l’avrei gestita così. Mi sarei preparato per tempo. È inaccettabile ricordarsi della scuola solo ad agosto, a poche settimane dalla riapertura” .

E quali sarebbero per lei le iniziative prioritarie? 

“Abbiamo fatto oltre 180 miliardi di deficit in questo anno e mezzo di pandemia e non siamo riusciti a sfoltire il numero di studenti nelle aule. E poi un’altra cosa immediata: ci vorrebbe l’installazione di sanificatori per l’aria in tutte le aule, lo proposi da ministro perché gli studenti respirano aria inquinata normalmente. I sanificatori ridurrebbero il rischio di diffusione di germi e di virus, incluso il Covid, come anche l’influenza stagionale”.

Come si fa a sfoltire le classi? Mancano spazi e strutture adeguate? 

“Occorre certo una programmazione per il ripristino delle scuole che sono state chiuse o accorpate in base a una legge sbagliata sul dimensionamento. Ci vogliono le assunzioni di più docenti a tempo indeterminato, perché il dilagare del precariato – problema di per sé – diventa un problema di affollamento, dal momento che le classi scoperte vengono messe insieme, e poi c’è il problema della continuità didattica. Si tratta di salvaguardare la dignità scolastica, oltre che di gestire l’epidemia. Non solo più docenti, ma è necessario anche più personale amministrativo: senza quello a settembre non si parte”.

Ma sul Green Pass a scuola è d’accordo? 

“Sono a favore del Green Pass per i docenti, perché sono categorie esposte  come i sanitari o i dipendenti delle Rsa. Ma sono molto contrario al Green Pass per gli studenti sia delle scuole sia delle università”.

Perché? 

“Perché una epidemia si gestisce facendo scelte che non hanno rischi e altre in cui si valuta il rapporto tra rischi e benefici e questi ultimi devono essere maggiori. Al momento – e sottolineo, al momento – il rischio di contagio della malattia, di conseguenze severe e di morte è per i ragazzi estremamente basso. Perciò il beneficio di un vaccino non si può dire nettamente superiore al rischio possibile. Quindi bene i vaccini per gli anziani, i fragili, gli adulti di varie categorie, ma non per i più giovani e per i bambini, almeno in questa fase”.

Lei si è vaccinato? O è un No Vax?

“Io mi sono vaccinato prima del ministro della Salute, Roberto Speranza e ho il Green Pass”.

La scuola in presenza comunque è una priorità? 

“Certo, certo, certo. Proprio perché è una priorità è incredibile avere buttato due anni e tanti soldi dalla finestra. Io inizialmente davo la colpa a Conte e al suo governo che non si interessavano della scuola, ma evidentemente vale per tutti i governi, incluso il governo Draghi”.

Giudica insufficiente l’opera del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi? 

“Bianchi è una persona impegnata e competente. Mi viene da pensare che non riesca ad avere voce nel governo. Io ci sono passato: o sbatti i pugni, o fai interviste polemiche oppure nessuno ti sente”.

I sindacati denunciano, tra le altre cose, il rischio concreto che i presidi scoppino, lei cosa ne pensa?

“Penso che gestire una scuola oggi sia una sorta di crociata. Si è spesso soli con grandissime responsabilità, con gli insegnati arrabbiati, i genitori arrabbiati e gli studenti che si sentono abbandonati. Fare il dirigente scolastico è una missione ingrata”.

I professori che non si vaccinano vanno tolti dal loro incarico? 

“La risposta è difficile, perché si è rotta la fiducia tra la scuola e il governo, così è più complicato convincere un insegnante a fare quello che ritiene un sacrificio, ma da fare nell’interesse generale. Se viene deciso l’obbligo vaccinale per gli insegnati, lo si applichi. Ma si trattino gli insegnanti con più rispetto anche dal punto di vista dei salari che sono da fame”.

È ottimista sulla ripresa scolastica in presenza? 

“Torneremo a scuola grazie ai vaccini. Ma Draghi con una maggioranza bulgara e il vento in poppa, con una campagna vaccinale che funziona, poteva permettersi decisioni coraggiose sulla scuola”.

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Il Covid e la scuola, l’ex ministro Fioramonti: “Sul ritorno in classe troppi ritardi e tanta impreparazione. Draghi come Conte” ultima modifica: 2021-08-09T08:59:14+02:00 da
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