Il curriculum pesa per 60/100 sul voto finale

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di Laura Virli, Il Sole 24 Ore, 15.6.2020.

Gilda Venezia

Il Covid 19 ha intaccato, oltre che la sicurezza delle persone, anche le tante certezze che, da un secolo, caratterizzano il mondo della scuola. Il modo, a volte quasi univoco, di fare lezione o di mettere i voti, è stato profondamente messo in discussione. Le leggi, che da sempre regolano il funzionamento didattico delle scuole di tutte le età, sono state radicalmente riviste. Così è stato, dopo gli annunci, anche per lo svolgimento degli esami di Stato nella scuola secondaria di secondo grado (Ordinanza ministeriale n. 10/2020).

Il nuovo esame di Stato

Proprio lo scorso anno era partita la nuova formula dell’esame. La legge 107/2015 aveva dato mandato di modificare il regolamento introdotto nel lontano 1997 dalla legge 425. La struttura aveva, infatti, evidenziato, nel corso degli anni, molteplici criticità tanto che il voto finale dei diplomati non era più considerato dalle università indice di una buona preparazione. Ed era anche lontano dalla certificazione delle competenze secondo gli standard europei. Inoltre, si tendeva a dare troppo peso all’esame e meno al percorso quinquennale dell’allievo.

Con il Dlgs 62/2015 è stato operato un restyling profondo che ha totalmente cambiato i connotati dell’esame. In particolare, è andata in soffitta la terza prova scritta. La prima e seconda prova sono state rivisitate e modernizzate, e anche il colloquio ha assunto una veste diversa, tesa ad accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale dello studente. Ma la vera novità è stata quella di dare un peso maggiore al credito scolastico, passato da 25 a 40 punti, 12 al terzo anno, 13 al quarto e 15 al quinto anno.

La struttura del nuovo esame ha avuto riscontro positivo, a parte la storia infelice del sorteggio delle “buste” volute dall’ex ministro Bussetti, l’introduzione comunicata solo a gennaio delle nuove tipologie di seconda prova dalla connotazione multidisciplinare e una gestione nuova del colloquio che ha fatto fatica ad essere recepita da commissioni e studenti i quali non hanno visto di buon occhio l’eliminazione della “tesina” da portare all’orale.

Questo sarebbe stato il secondo anno di “vita”, dove mettere a punto alcune delle fasi che lo scorso anno erano in rodaggio. Gettiamo, quindi, uno sguardo su alcuni punti di questo esame, ormai imminente e molto diverso, che i candidati affronteranno dal 17 giugno 2020. L’ultima “fatica” prima di lasciarsi alle spalle la “vita “da studente.

Credito scolastico

A causa dell’emergenza sanitaria l’ordinanza ministeriale 10/2020 ha apportato ulteriori modifiche alla modalità di assegnazione del credito scolastico prevista dal Dlgs 62/2017. Ma solo per quest’anno scolastico. Si era discusso di assegnare la metà dei punti (50) al credito scolastico e l’altra metà all’orale. Ma si è poi deciso di dare al credito scolastico un valore massimo di sessanta punti (60) di cui diciotto per la classe terza, venti per la classe quarta e ventidue per la classe quinta.

Si è, infatti, pensato che, con l’esame leggero, fatto dal solo colloquio, sarebbe stato meglio dare maggior peso al curriculum degli studenti e quindi al percorso scolastico dello studente, comunque affidato ai commissari interni, ossia docenti che ben conoscono le potenzialità quanto le difficoltà in epoca pre e post coronavirus.

Il consiglio di classe, in sede di scrutinio finale, che si svolgerà per via telematica, provvederà alla conversione del credito scolastico attribuito al termine della classe terza e della classe quarta e all’attribuzione del credito scolastico per la classe quinta sulla base rispettivamente delle tabelle A, B e C di cui all’allegato A dell’ordinanza n. 10/2020.

Per il quinto anno la tabella prevede anche il caso di medie inferiori a sei e anche a cinque decimi. Questo perché, in deroga alle norme vigenti, gli studenti saranno ammessi all’esame di Stato anche in presenza di valutazioni insufficienti in una o più discipline. La non ammissione all’esame di Stato, infatti, è prevista esclusivamente nei confronti degli studenti che abbiano commesso gravi infrazioni disciplinari, per le quali il regolamento di istituto prevede l’insufficienza nel voto di comportamento.

Il nuovo colloquio

Lo scorso anno la prova orale valeva 20 punti. Non essendoci le due prove scritte, entrambe di massimo 20 punti ciascuna, la commissione, quest’anno, per la valutazione del colloquio, disporrà di ben quaranta punti che assegnerà attraverso una griglia di valutazione che adotta indicatori e descrittori di natura trasversale, allegata all’ordinanza (e pubblicata a pagina 50 di questa Guida).

Si è, infatti, ritenuto essenziale usarne una uguale a livello nazionale per garantire l’omogeneità dei criteri di valutazione, atti a rendere l’attività valutativa delle commissioni coerente alla situazione descritta nel documento del consiglio di classe.

Il colloquio, ricordiamo, sarà svolto in cinque mosse così articolate: la discussione dell’elaborato sulle discipline di indirizzo che sarebbero state oggetto della seconda prova scritta; la discussione di un breve testo di letteratura italiana, già oggetto di studio e inserito nel documento di classe; l’analisi del materiale scelto dalla commissione, finalizzato a favorire dei nodi concettuali caratterizzanti le diverse discipline e del loro rapporto interdisciplinare; l’esposizione da parte del candidato, mediante una breve relazione ovvero un elaborato multimediale, dell’esperienza di Pcto (l’ex alternanza scuola-lavoro); l’accertamento delle conoscenze e competenze relative a “Cittadinanza e Costituzione”. Questa volte senza buste da cui partire come invece era accaduto l’anno scorso. Una garanzia in più per evitare movimenti e situazioni che potrebbero favorire situazioni a rischio contagio. Ma, in tempi non sospetti, prima l’ex ministro Fioramonti e, poi, la ministra Azzolina lo avevano già messo nero su bianco.

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Il curriculum pesa per 60/100 sul voto finale ultima modifica: 2020-06-15T06:27:50+02:00 da
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