di Andrea Ragazzini, Il Gruppo di Firenze, 25.3.2018
– Torniamo sul pugno di un allievo alla professoressa che si voleva far consegnare il cellulare (vedi il post del 20 marzo), recuperando alcuni interventi in proposito pubblicati sul “Corriere Fiorentino”.
Il docente Sergio Berardi «SONO IPER CONNESSI, MA A SCUOLA
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La mamma Nerina Balboni «DI SERA CELLULARI IN CAMERA NOSTRA,
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Lo psichiatra Claudio Mencacci |
«COME UNA DROGA PER OLTRE TRECENTOMILA ADOLESCENTI»
«Aumenta la dipendenza, il rischio è il deterioramento dei rapporti umani»
Trecentomila giovani tra i 12 ed i 25 anni sono «dipendenti» da internet, si legge in una ricerca del 2015. Con un rapporto, soprattutto con il cellulare, che ormai vede codificata pure la patologia: «Nomofobia», paura di non essere connessi, «sindrome da disconnessione».
Ma i riflessi di un abuso di cellulare sono leggeri quanti preoccupanti. «Quasi il 90% dei ragazzi riferisce di aver sperimentato il fenomeno della “vibrazione fantasma” ovvero del falso allarme di ricezione di un messaggio sul cellulare» spiega il professor Claudio Mencacci, direttore Dipartimento Neuroscienze e salute mentale dell’Asst FbfSacco di Milano e past president della società italiana di psichiatria. Secondo Mencacci però «le cifre del 2015 sono sicuramente aumentate: oggi l’esposizione del cervello a messaggi digitali e video è considerata superiore alle 8 ore e mezzo al giorno» prosegue lo psichiatra. Ma perché è così pericolosa?
«L’uso elettronico di questi media — spiega il professore — incide pesantemente sul tema del sonno: nei bambini e negli adolescenti ha una serie di conseguenze pesanti tra le quali quella dell’impulsività, quindi del discontrollo degli impulsi, un fenomeno normale nell’adolescenza, ma amplificato dall’assenza di sonno e dalla dipendenza dal cellulare».
Per questo Mencacci non si stupisce di quanto successo nella scuola fiorentina, con la reazione violenta del ragazzo a cui è stato sottratto il cellulare dal docente: «Di fondo — dice Mencacci — questo episodio si inserisce in una situazione più ampia di disagio familiare e di degrado educativo. C’è un problema nella scuola e nelle famiglie».
Tra le cause, quella «dell’assenza di un coordinamento genitoriale. E quindi si crea un disallineamento con le istituzioni scolastiche, che hanno perso il loro valore pedagogico formativo». Il docente milanese usa una «provocazione, ma neanche troppo esagerata: per molte famiglie, le scuole sono una sorta di Ikea, un centro gioco, dove si lasciano i ragazzi. Se si rompe l’asse tra famiglia e scuola, quando si deridono i professori davanti al figlio, quando si mettono in discussione i docenti, quando si professa, nelle scuole, l’”uno vale uno”, la competenza e i ruoli vengono annullati. È lunghissimo l’elenco delle difficoltà che sono sul tappeto della rottura di questo rapporto tra istituzioni (sociali, come famiglia e amicizie ndr) e scuola. La solidarietà genitoriale non aiuta i figli nel mondo reale, nella vita».
Da queste considerazioni dello «stato dell’arte» arriva il giudizio, secco, di Mencacci: «I cellulari a scuola devono essere assolutamente spenti. Altrimenti si crea una competizione tra cellulare e docente, dal punto di vista sulla comunicazione, impari. La presenza del cellulare cancella la possibilità di creare una situazione di comunicazione di gruppo, tra i ragazzi, e una comunicazione tra docenti e alunni. Se c’è un terzo, vale “il triangolo no”. Soprattutto di questa portata, perché è una lotta impari: da una parte c’è un oggetto che ha miliardi di informazioni, dall’altra vengono addirittura dequalificati gli insegnanti. Ma la comunicazione ha bisogno di attenzione. C’è bisogno di una comunicazione “umana” per la crescita degli alunni».
Non solo: «Il tema centrale è la dipendenza da cellulare, che agisce in maniera analoga alle sostanze stupefacenti. Quando cresce l’utilizzo di questo mezzo e diventa sempre più l’unico modo di dialogare con gli altri, scatena gli stessi comportamenti di una dipendenza da sostanza». M.F.
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Il pugno alla prof per non darle il cellulare. Tre commenti ultima modifica: 2018-03-25T21:41:52+02:00 da