La classifica delle scuole d’Italia: accesso al lavoro e risultati universitari per giudicare gli istituti

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di Maria Novella De luca, la Repubblica, 9.11.2017 

  Roma, la rivincita del Tasso sul Mamiani. E a Milano trionfa la paritaria di Lambrate. La Fondazione Agnelli ha testato tutti gli indirizzi analizzando un milione di diplomati. Il direttore Gavosto: “Non bastano gli open day, le famiglie hanno fame di notizie certe”

ROMA – Vince la scuola italiana migliore, quella che nonostante tutto resiste, pur con qualche soffitto che crolla. Vincono i licei pubblici famosi, i tecnici d’eccellenza, alcuni (pochi) istituti privati. Vince, in particolare, la tradizione, chi sale e chi scende certo, ma i nomi si rincorrono, quest’anno a Roma il classico in testa è il Tasso, nel 2016 era il Mamiani, allo scientifico rimonta il Virgilio che era scivolato al quarto posto. A Milano ancora una volta, invece, il successo nasce in periferia, a Lambrate, nella paritaria “Sacro Cuore”, scuola cattolica che si ispira a Don Giussani, a Napoli il Sannazaro e l’Umberto I giocano testa a testa, tra il Vomero e la riviera di Chiaia.

È una miniera di informazioni la nuova edizione di Eduscopio, il portale della Fondazione Agnelli che sulla base degli esiti universitari degli studenti, ma anche dell’accesso dei diplomati al mondo lavoro, traccia ormai da quattro anni la classifica delle scuole migliori d’Italia. Testati tutti gli indirizzi, dai licei ai tecnici, sulla base sia dei voti di chi sceglie l’università, sia di chi dopo il diploma sceglie di lavorare. In tutto oltre un milione di diplomati dal 2011 al 2014.

In realtà guardando le tabelle colpisce il gioco dei nomi, un po’ sempre gli stessi, soprattutto tra i licei, a Bologna quest’anno per il Classico svetta il Minghetti e scende il Galvani (nel 2016 era il contrario), allo scientifico diventa primo il Copernico. Ma al di là della top ten (tutta la classifica è da oggi sul sito www.eduscopio.it) il lavoro dei ricercatori della Fondazione Agnelli è anche un ritratto della nostra istruzione superiore. Dove, come spiega Andrea Gavosto, direttore della Fondazione, “nella scelta della scuola, in particolare i licei, contano moltissimo sia la tradizione che la reputazione”.

“È naturale che i nomi tornino, il meccanismo cambia lentamente. Nei prossimi anni – aggiunge Gavosto – sicuramente vedremo nuovi istituti salire in classifica, ma queste liste sono il risultato dei successi universitari dei giovani che escono da quelle scuole. In molti casi si tratta di istituti famosi, certamente ci sono professori di livello ma anche studenti che possono contare su un background familiare che li sostiene”.

Restano invece bassi gli accessi all’università dei ragazzi che escono dagli istituti tecnici. “È uno degli effetti della crisi. Dal 2009 la gran parte dei diplomati di questi indirizzi ha scelto di lavorare, segno evidente che le famiglie non potevano permetterselo. Un peccato, a mio parere, l’Italia continua ad avere un numero basso di laureati. Ma abbiamo visto, in ogni caso, che a due anni dalla maturità, uno su due ce la fa…”. Il boom di visite a “Eduscopio” è anche lo specchio della voglia di informazione delle famiglie. “Spesso gli open day sono soltanto operazioni di marketing. Ma il passaggio dalle medie alla scuola superiore è invece così delicato che le ragazzi e genitori hanno fame di notizie certe”.

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La classifica delle scuole d’Italia: accesso al lavoro e risultati universitari per giudicare gli istituti ultima modifica: 2017-11-09T05:08:10+01:00 da
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