Orizzonte Scuola, 6.6.2017
– Vi è una prassi (in alcuni casi una vera e propria leggenda) diffusa nelle scuole che è quella di far firmare agli allievi il programma finale (compreso quello degli Esami di I e II grado) pensando che tale firma lo convalidi o lo renda immune da eventuali “contestazioni”.
Per i programmi degli Esami di Stato di II grado si invoca addirittura l’obbligatorietà! Io invece preciso che non esiste una norma che supporti tutto questo.
Un docente è un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni (i compiti sono sempre atti ufficiali) e non ha bisogno della firma degli allievi (anche se maggiorenni) per la “validazione” dei compiti svolti in classe oppure della programmazione finale (compresi i programmi per gli esami di stato di I e II grado).
Tale programmazione, infatti, non ha bisogno di alcuna validazione o “accettazione” da parte degli allievi perché in pratica è stata già svolta e riportata nel registro di classe (che è a tutti gli effetti un atto pubblico) e in quello personale del docente.
Non si capisce quindi a cosa serva la firma degli allievi: devono “testimoniare” che proprio quella è la programmazione che è stata svolta? E se, per esempio, si rifiutassero di firmarla, la programmazione non sarebbe valida?
Non scherziamo.
In conclusione, la firma degli allievi sul programma finale non ha alcun senso e nemmeno alcun valore giuridico (qualcuno parla di un coinvolgimento nella pratica educativa ma anche qui ci sarebbe da discutere).
Rimane comunque una pratica legittima, nel senso che se si fa o non si fa non cambia nulla, dal momento che non esiste nessuna normativa a supporto che sia favorevole ma neanche contraria, ma sicuramente “vuota” dal punto di vista amministrativo/giuridico, è sempre bene precisarlo, e nel momento in cui il docente non la adotti nessuno (Dirigente o presidente di Commissione) potrà costringerlo a farlo e l’unica firma che conta sul programma svolto è la sua.
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