La Lombardia vuole scegliersi i docenti. Bozza del documento (PDF)

Andrea Carlino, La Tecnica della scuola  27.10.2017

– La Lombardia è pronta a trattare con il governo per chiedere più autonomia su 20 materie, in base agli articoli 116 e 119 della Costituzione.

La Lombardia, in particolare, chiede al governo la possibilità di reclutare a livello regionale gli insegnanti.

Attraverso la creazione di un “albo regionale degli insegnanti dal quale attingere per il reclutamento diretto del personale docente da parte delle scuole”.

La richiesta riguarda l’organizzazione regionale del sistema educativo attraverso la programmazione della rete scolastica regionale, compresi gli aspetti relativi alla definizione del fabbisogno e alla dotazione organica, nonché alla distribuzione di tale dotazione tra istituzioni scolastiche; l’assunzione, da parte della Regione, delle funzioni amministrative esercitate dall’Ufficio scolastico regionale, con conseguente trasferimento in capo alla Regione stessa di risorse umane, strumentali e finanziarie; la disciplina dell’organizzazione e del rapporto di lavoro del personale dirigente, docente, amministrativo, tecnico e ausiliario delle istituzioni scolastiche e formative regionali, nel rispetto delle disposizioni statali in materia di ordinamento civile, con particolare riguardo all’adozione di interventi sul personale docente, attraverso la costituzione di un albo regionale degli insegnanti dal quale attingere per il reclutamento diretto del personale docente da parte delle scuole, e con la definizione di un contratto collettivo a livello regionale, con salvaguardia del trattamento economici definito dai CCNL; la completa disciplina attuativa della parità scolastica e degli strumenti relativi.

Per quanto attiene al sistema universitario, nel rispetto dell’autonomia riconosciuta dalla Costituzione agli atenei, si rivendicano la regionalizzazione del “Fondo per il finanziamento
ordinario delle università” (FFO) e la possibilità di creare un “sistema regionale integrato dell’istruzione superiore e della ricerca” attraverso l’incentivazione della creazione di nuovi atenei attraverso esenzioni fiscali e l’eliminazione di ostacoli burocratici all’ottenimento di licenze e autorizzazioni e all’effettuazione di investimenti.
Inoltre si richiede la competenza in materia di disciplina della programmazione universitaria, con particolare riferimento all’istituzione di corsi di studio, anche in coerenza con le esigenze espresse dal contesto economico, sociale e produttivo lombardo al fine di semplificare i processi amministrativi e di rendere più efficace la transizione dai percorsi di alta formazione al mondo del lavoro.

La bozza delle risoluzione sarà oggi illustrata dal governatore lombardo Roberto Maroni alle parti sociali al tavolo dello Sviluppo e lunedì sarà esaminata dai gruppi politici presenti in Consiglio regionale.

Poi l’esame nelle commissioni regionali Bilancio e Affari istituzionali.

Quindi il voto finale dell’aula del Pirellone martedì 7 novembre.

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