di Fabrizio Reberschegg, dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 25.8.2022.
Lo smantellamento degli ex Provveditorati agli Studi ha solo provocato danni come dimostrano gli errori nelle graduatorie GPS e nelle procedure concorsuali. La logica del decentramento legato all’autonomia scolastica voluta da Bassanini e Berlinguer ha indebolito gli uffici territoriali e ora se ne vedono le conseguenze
E’ un fatto accertato che le graduatorie GPS sono infarcite di errori. E’ un fatto accertato che la procedura concorsuale con le prove a crocette ha fatto acqua da tutte le parti con risposte sbagliate e con la necessità di rimettere mano alle graduatorie finali.
Si tratta della tragica normalità della macchina ministeriale che anno dopo anno dimostra la sua inadeguatezza causata da scelte politiche che hanno smantellato la sua organizzazione originaria all’inseguimento del mito dell’ “autonomia scolastica”.
Il progetto dell’autonomia scolastica e della decostruzione del Ministero hanno origini lontane. I suoi fautori sono stati principalmente Bassanini e Berlinguer. Il modello prevedeva il rafforzamento delle istituzioni scolastiche autonome cui venivano delegati compiti prima in capo al Ministero centrale. In concreto al Ministero dovevano rimanere le competenze sulle linee guida generali dell’istruzione e sulle procedure concorsuali e di reclutamento, la mobilità, l’organizzazione dell’organico e gli atti di delega all’ARAN in merito ai contratti collettivi di lavoro. Alle scuole e alle segreterie venivano scaricate responsabilità e competenze procedurali complesse che erano prima gestite professionalmente dagli uffici decentrati territoriali (ex Provveditorati agli Studi). Si pensi, tra le tante, alla ricostruzione di carriera, alle procedure per le pensioni, il controllo sulle dichiarazioni dei richiedenti l’inserimento nelle GPS, ecc. Il tutto senza alcun aumento degli organici del personale amministrativo favorendo una precarizzazione delle mansioni cui ha corrisposto una inefficienza che non può essere attribuita al personale delle segreterie, spesso precario, mal pagato e non adeguatamente formato.
Nella logica del decentramento legato all’autonomia scolastica si sono quindi indeboliti gli uffici territoriali, ex provveditorati agli studi, attribuendo agli Uffici Scolastici Regionali compiti di applicazione delle linee guida e dei provvedimenti del Ministero. Il tutto senza alcun aumento di organico degli uffici.
Per favorire tale processo i vari Ministri hanno puntato su una organizzazione “leggera” implementata sempre di più da una informatizzazione utilizzata surrettiziamente per snellire le pratiche, ma che ha affidato sempre di più l’applicazione delle confuse normative ministeriali e parlamentari ai creatori di algoritmi affidati a piattaforme spesso inadeguate. E’ un fatto che la compilazione on line di domande e richieste non ha certo favorito gli interessati. Basta sbagliare una spunta su una casella per avere conseguenze disastrose senza contare che troppo spesso il “sistema” richiede la compilazione di dati personali già noti all’amministrazione e non dovrebbero per legge essere nuovamente richiesti ad esclusione di alcune limitate modifiche dello status familiare e di fruizione della legge 104. Tutti poi si sono scontrati tristemente con i frequenti crash del sistema informatico del ministero. E’ una strada da percorrere ma solo con investimenti adeguati nell’informatizzazione e nella semplificazione delle procedure. Non è una strada da imporre senza dare ai destinatari la possibilità concreta di rettifiche, modifiche legittime, rimostranze. Paradossalmente in tanti casi la compilazione cartacea di alcuni moduli era più efficace.
Ovviamente, se non si può tornare indietro nei processi di innovazione informatica, è possibile riconoscere che lo smantellamento degli ex Provveditorati agli Studi ha solo provocato danni. Non sarebbe una bestemmia chiedere che agli Uffici Territoriali e agli UU.SS.RR. siano date risorse di organico e competenze per liberare le segreterie della scuole da compiti che non sanno e possono gestire responsabilmente. Non significa necessariamente tornare alla megamacchina ministeriale centralizzata, ma avrebbe il pregio di poter intervenire con buone pratiche nelle procedure evitando disparità di trattamenti e diversità di interpretazione delle norme.
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La macchina del Ministero dell’Istruzione è nel pallone ultima modifica: 2022-08-25T05:56:28+02:00 da