La maturità è morta. Viva la maturità!

Astolfo_logo1

Astolfo sulla luna, 24.6.2023.

Gilda Venezia

Non è mia intenzione dare consigli, oltretutto a tempo scaduto, emulando la professoressa di matematica milanese che, dall’alto dei suoi 40 anni di esami, ha elargito ai suoi studenti un  decalogo di regole dettate dal buon senso, quindi sempre valide. Non lo vorrei fare perché i destinatari di tali consigli non sarebbero probabilmente in animo di accoglierli volentieri, dopo un anno di “ritorno alla normalità”. Non voglio nemmeno schierarmi con quel gruppo di seri docenti che ha sollevato giustamente il caso della sventagliata di test che, passando sotto la voce “orientamento post diploma”[1], assillano gli studenti del quinto anno, non bastassero i quiz per la patente.

Mi guardo bene dal fare ragionamenti sull’impiego dei telefonini nella didattica e sulla ipotetica disabitudine alla lettura (vedi ultima traccia della prima prova). A proposito, non voglio nemmeno tuffarmi nelle polemiche seguite alla scelta delle tracce, anche se ci sarebbe materia per farlo. Non ho infine nessuna voglia di argomentare contro la moda dei ricorsi per la non ammissione all’esame, tutti allegramente accolti con tanto di sospensiva da parte dei Tar.

Ma allora, cosa posso dire ancora su questo rito, trito e ritrito, dopo che una disamina storica pre pandemia[2], ne ha tracciato la parabola discendente? Già, ricorre quest’anno il centenario dell’esame, voluto da Giovanni Gentile come filtro al termine dell’allenamento liceale fatto per selezionare i giovani adatti a svolgere il ruolo di classe dirigente del neonato stato fascista.

Posso solo aggiungere, rinviando per i particolari all’articolo indicato in nota, che la discesa agl’inferi dell’esame di Stato si è completata con il ritorno all’esame comprensivo di due prove scritte ministeriali, come se il diluvio culturale che ci ha sommerso a partire dal marzo 2020, non avesse travolto tutte le barchette scolastiche, lasciando galleggiare solo le navi di pochi armatori privati.

In effetti, già l’autore dell’articolo citato, osservando che si dovrebbero valutare delle competenze, sostiene che “l’esame di Stato così come è concepito è anacronistico al limite dell’assurdo, poiché è gestito da persone – i docenti, i dirigenti, gli ispettori stessi – che non hanno la benché minima idea di cosa significhi valutarle”.

Ebbene, oggi non occorre nemmeno tirare in ballo questa araba fenice delle competenze, di cui tutti parlano senza sapere dove si trova, per constatare, in sintonia col Giusti, l’assurdità di questo esame. Infatti i primi a non crederci, salvo sparute minoranze di “nostalgici”, sono i docenti stessi, spinti dai dirigenti ad adottare una linea morbida nei confronti di questi poveri ragazzi, e – sorvolando sugli ispettori – confortati in ciò dai proclami del meritorio ministro in carica, che con una oculata propaganda elettorale ha spinto i ragazzi a desistere dallo studio fin dai primi mesi dell’anno scolastico.

Si potrebbe dire che l’esame, senza addentrarsi nell’eterna diatriba riguardo alla funzionalità del pezzo di carta altrimenti detto diploma, è morto di morte naturale. I primi a saperlo sono i maturandi, ai quali si è accuratamente voluta evitare ogni ansia da notte prima degli esami. Signor ministro, faccia una cosa seria: tolga di mezzo questo moribondo e impieghi i soldi che risparmierà per mettere in regola qualche precario. Come nel caso dell’ancien regime, temiamo però che solo una rivoluzione potrà porvi fine, sostituendo il vecchio rito della maturità con qualcosa di più consono all’attuale stato delle cose.

Ma non rallegriamoci troppo di questa prospettiva; le intenzioni del Valditara sono di abbreviare di un anno le superiori in modo convogliare i giovani negli anemici Its, cogliendo così due piccioni con una fava: dare ossigeno al settore della formazione privata e allungare l’adolescenza di giovani che difficilmente troveranno un lavoro dignitoso.

22/6/23                                                                                              Astolfo sulla Luna

[1]    Fra cui ovviamente i cosiddetti TOLC, ossia i test di accesso all’Università;

[2]    https://www.gildavenezia.it/maturita-lesame-sotto-esame/

 

 

 

.

.

.

.

.

 

.

.

.

.

 

La maturità è morta. Viva la maturità! ultima modifica: 2023-06-24T05:52:55+02:00 da

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com

GILDA VENEZIA - Associazione Professionale GILDA degli INSEGNANTI - Federazione Gilda Unams

webmaster: Fabio Barina



Sito realizzato da Venetian Navigator 2 srl