TuttoscuolaNews, n. 732 del 18.1.1.2016.
È destinato, per il momento, a rimanere nel cassetto il decreto ministeriale che avrebbe dovuto lanciare i nuovi ambiti disciplinari (verticali e orizzontali) con accorpamento di classi di concorso in funzione dei prossimi concorsi.
Così come dovrà attendere la sua definizione il Decreto del Presidente della Repubblica da cui lo stesso decreto ministeriale viene originato.
Una duplice frenata determinata dalla mancata (e non spiegata) approvazione in Consiglio dei Ministri del provvedimento sulle nuove classi di concorso (al termine della lunga procedura consultiva in Parlamento), dopo settimane di attesa che avevano costretto il ministero a fare ‘melina’ dopo aver scavalcato il limite del 1° dicembre fissato dalla legge per emanare i bandi dei concorsi.
La bozza del decreto, consegnata per il parere al CSPI, consente di conoscere i nuovi ambiti disciplinari con le aggregazioni di classi di concorso. Il testo è consultabile su tuttoscuola.com a questo link .
Gli ambiti sono otto, cinque verticali che aggregano classi di concorso della secondaria di I e di II grado, e tre orizzontali che aggregano classi concorso dello stesso grado.
La bozza di decreto precisa che gli ambiti sono voluti “Ai fini dello snellimento e dell’ottimizzazione delle procedure di abilitazione e delle procedure concorsuali per titoli ed esami per il reclutamento del personale docente sono costituiti, mediante aggregazione di classi di concorso della scuola secondaria di primo e secondo grado”.
L’aggregazione in 8 ambiti consente di ridurre il numero delle classi di concorso da bandire (18) e apre l’accesso ad un maggior numero di candidati.
Questo varrà d’ora in poi anche per la mobilità degli insegnanti.
Ma in questo modo l’aggregazione sminuisce la specializzazione e può attenuare la competenza del docente. Un rischio che si intende correre per garantire maggiore flessibilità all’elefantiaco sistema.