di Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola, 13.10.2019
– Tutto cominciò nel ‘95 con valutazione dei prof e studenti-clienti: il 29 convegno a Roma –
“Non si può distruggere un Paese, senza prima distruggere la sua coscienza di essere tale; e quella coscienza viene dalla storia e dalla scuola”: la considerazione dello scrittore e saggista Pino Aprile è quella che dà il senso del libro “La Scuola distrutta” (ed. Mimesis, Milano 2019), scritto da Stefano d’Errico, storico sindacalista Unicobas.
L’inizio della parabola discendente col ministro Lombardi
Il testo, per dirla con l’autore, ripercorre “trent’anni di svalutazione sistematica dell’educazione pubblica e del Paese”.
Dalla “carta dei servizi” dell’industriale Lombardi (ministro nel 1995), con lo studente-cliente e le lettere anonime per valutare gli insegnanti, tutto è diventato “normale”.
“Normale – leggiamo nella sinossi -, con Berlinguer, pareggiare lacune in matematica con “crediti” in educazione motoria, la Gelmini che s’inventa un “tunnel dei neutrini” dall’Aquila alla Svizzera e la Fedeli, diplomata con un titolo triennale. Legittimo valutare gli studenti con quiz che trasformano la battaglia di Azio nella “battaglia di Anzio” o che i genitori aggrediscano gli insegnanti senza venir denunciati”.
D’Errrico ripercorre tutte le contraddizioni e défaillances compiute dai decisori e governanti che si sono susseguiti negli ultimi tre decenni a capo del sistema scolastico italiano.
Quello di un Miur che nega “i dati sul burn out e contra legem non” fa prevenzione, mentre “fa valutare i docenti da presidi mai formati o valutati e vieta gli scioperi più che nelle unità coronariche”.
Il paragone con il resto d’Europa
Il sindacalista di base sottolinea che “giacché per l’istruzione investono meno di noi solo Slovacchia, Romania e Bulgaria, con l’80% degli istituti fuori-norma sulla sicurezza e l’obbligo più basso d’Europa, si punta sul liceo scientifico a 4 anni e senza il latino”.
Poi ricorda che “un terzo degli insegnanti di sostegno non è specializzato”. E ancora: “il codice deontologico dell’istruzione pubblica è stato scritto da un cardinale”.
Quindi torna su una questione annosa che “impedisce solo ai sindacali di base il diritto di assemblea durante le elezioni per la rappresentatività” e “impone a tutti i pensionati l’iscrizione ai sindacati di partito”.
La critica non poteva risparmiare l’ultima “riforma chiamata ‘Buona Scuola’”, che “demansiona abilitati per latino e greco a far supplenze nelle primarie, e destina un professore di matematica dove ne serve uno di lettere. I docenti sono relegati nel pubblico impiego ove gli “aumenti” contrattuali non possono superare l’inflazione “programmata”, retribuiti al livello più basso della Ue e la metà dei coreani. Così è stata
distrutta la scuola”, chiosa d’Errico.
Aprile: hanno amputato il popolo della sua memoria
“Temevo di esagerare con i sospetti sull’esistenza di un piano per sgretolare una delle eccellenze italiane, la scuola; il libro di d’Errico mi conferma che non è troppo quel che penso”, commenta Pino Aprile nella sua prefazione.
Lo scrittore sottolinea come “le ‘riforme’ (a perdere) hanno colpito giusto i tratti distintivi di quel che ci fa “italiani”; siamo il Paese con il maggiore patrimonio artistico al mondo, una delle più grandi tradizioni musicali, la storia più ricca e una lingua base, il latino, da cui derivano quelle di mezza Europa e più di mezz’America; e giusto queste discipline vengono abolite, mutate in facoltative o ridimensionate, quasi a voler scientificamente cancellare quanto ci identifica”.
“In quale Paese – si chiede Aprile – si sarebbero espunti dai programmi tutti gli autori e i poeti meridionali, inclusi i premi Nobel come Salvatore Quasimodo e Grazia Deledda? E l’Italia è stata definita (per esempio da Steve Bannon) il laboratorio mondiale per la distruzione degli Stati nazionali. Se questo si vuole, la prima cosa da fare è amputare un popolo della sua memoria, delle specificità che lo rendono riconoscibile a se stesso e agli altri come ‘nazione’”.
Il convegno a Roma a fine ottobre
Sul libro “La Scuola distrutta”, il prossimo 29 ottobre, dalle ore 9 alle ore 14, nell’aula magna del liceo Classico “Terenzio Mamiani” di Roma, in viale delle Milizie 30, si svolgerà un convegno organizzato dall’ente formativo l’AltrascuolA: i docenti e il personale Ata che vorrà partecipare, potrà fruire dell’esonero dal servizio, ai sensi dell’art. 64, commi 4 e 5, del vigente CCNL Scuola.
Parteciperanno:
Pino Aprile (Scrittore – Saggista, autore dell’introduzione)
Roberto Maragliano (Pedagogista – Ordinario Univ. Roma Tre)
On. Lucia Azzolina (Sottosegretario al MIUR – M5S)
Guido Zaccagnini (Storico della Musica – Saggista)
Stefano d’Errico (Autore del libro – Segretario naz. Unicobas)
Coordinerà:
Alessandro Giuliani (Direttore de “La Tecnica della Scuola”)
Presiederà:
Alvaro Belardinelli (RSU del Liceo “Mamiani”)
Ore 13.00 Dibattito
Un convegno analogo si svolgerà anche a Milano il prossimo 23 ottobre.
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“La Scuola distrutta” dalle riforme ultima modifica: 2019-10-14T04:35:57+02:00 da