La scuola è una cosa seria

dalla Gilda degli insegnanti della provincia di Venezia,  26.4.2020

– L’assistenza e il badandato ludico-ricreativo per i minori sono altra cosa –

Si susseguono in questi giorni i vari interventi dei tanti intellettuali che, dall’alto delle loro cattedre universitarie e dei loro uffici studi o di redazione,  propongono nuove articolazioni dell’anno scolastico dopo il periodo di lockdown derivato dall’emergenza COVID 19. Più preoccupanti sono i tanti politici che immaginano l’apertura delle scuole a partire da maggio per tutto il periodo estivo per “recuperare” le lezioni perse, ma soprattutto per dare un servizio ai genitori che non saprebbero dove mettere i loro figli.

E’ innegabile che i problemi socio-economici che si aprono in questa fase sono enormi. E’ anche vero che lo Stato Italiano, pur tanto spendendosi nella trita retorica sulla famiglia, non ha mai messo in cantiere vere politiche a favore delle famiglie, dal punto di vista sociale, fiscale e con servizi ad essa dedicati. In questa situazione chi rischia di più sono oggettivamente le donne che sono, ancor più che prima, chiamate a farsi carico direttamente o indirettamente alla cura della famiglia (figli, mariti e anziani). Ma non è un ritorno alla figura della “casalinga” degli anni 50 e 60 del secolo scorso. E’ l’avvento della casalinga-lavoratrice flessibile nel lavoro in presenza o in smart working. Doppio lavoro, o triplo, senza riconoscimento o aiuto da parte dello Stato. Il caso evidente è quello delle colleghe insegnanti che dovrebbero contemporaneamente fare la didattica a distanza come docenti e contestualmente subirla come genitrici.  Fanno sorridere i provvedimenti per i bonus baby sitter (pochissimo sfruttati perché le baby sitter lavorano in nero) o di aumento dei congedi parentali nel tempo del COVID 19. Sono pannicelli caldi di fronte ad una trasformazione del mercato del lavoro e della vita sociale epocale.

E’ naturale che le mamme e le famiglie in assenza di politiche serie di assistenza e servizi alle famiglie pensino alla scuola come la soluzione immediata per i loro figli. Ma c’è un grande equivoco di fondo: la scuola è una Istituzione che ha la finalità di istruire ed educare all’interno di percorsi di conoscenza e di competenza che sono alla base per la crescita dei cittadini italiani intesi come persone e non solo come futuri lavoratori. La scuola non può essere scambiata o diventare una comoda area di parcheggio dove mettere la prole in caso di necessità. Gli insegnanti hanno studiato per anni, hanno preso abilitazioni e  fatto concorsi non per essere utilizzati come animatori, baby sitter o badanti.

Se invece per scuola intendiamo gli edifici scolastici il discorso può essere affrontato in maniera diversa. Gli edifici scolastici sono di proprietà dei Comuni, delle  (ex) Province e delle Città Metropolitane e possono benissimo essere utilizzati nei periodi di sospensione delle attività didattiche per organizzare attività a favore delle ragazze e dei ragazzi gestite da personale diverso dagli insegnanti (educatori, cooperative sociali, ecc.). Così possono essere utilizzati i tanti spazi pubblici semiabbandonati a causa dei tagli  micidiali alla spesa pubblica degli ultimi trent’anni.

Una soluzione siffatta costa sicuramente di più che utilizzare, dequalificandoli a operatori sociali,  gli insegnanti nei periodi estivi, ma è evidente che le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi  non possono vivere in un mondo fatto solo di scuola e di cose da imparare formalmente. Serve loro il gioco, la socializzazione libera, lo sport di gruppo, confrontarsi tra loro senza che vi siano verifiche e valutazioni.

Le fughe in avanti dei vari “governatori” e assessori regionali per chiedere aperture estive delle scuole intese come “scuola” sono la prova provata di quanto poco capiscano di istruzione e siano sempre costantemente alla ricerca del facile consenso. Forse si sono dimenticati di che cos’è la Scuola, quella con la S maiuscola.

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La scuola è una cosa seria ultima modifica: 2020-04-26T20:18:37+02:00 da

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