di Corrado Zunino la Repubblica, 14.9.2015.
La firmataria della “Buona scuola” risponde alle domande (arrivate a centinaia) dei lettori durante il videoforum di Repubblica.Tv. “Pochi soldi e fuori sede, l’ho provato anch’io”. “Metteremo mano alla riforma dell’Università e della Maturità”
ROMA. “Con le centomila assunzioni eviteremo un inizio dell’anno scolastico nel caos, noi i supplenti li abbiamo nominati con una settimana di anticipo sull’inizio della scuola, l’anno scorso erano arrivati solo il 20 settembre. E’ una dimostrazione che rispettiamo i patti”. Al videoforum di Repubblica Tv, sollecitata da cinquecento mail giunte in redazione, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini parla della scuola, della Buona scuola, di se stessa e dice: “I tempi sono maturi per un aumento degli stipendi degli insegnanti, che sono bassi”, e poi: “Stiamo mettendo mano alla Maturità, la cambieremo, ma i lavori sono in corso”.
Sull’argomento caldo dell’estate – la migrazione dei docenti dal Sud al Nord – il ministro afferma: “Le parole forti usate per contestarci non rispondono allo spirito della legge. Restare al Sud dipende da condizioni personali e dalle priorità che le persone si sono date. Ognuno è libero, e nessuno ha imposto nulla a nessuno. La Buona scuola dà la possibilità di trasformare un posto instabile da troppo tempo in una certezza che è un diritto per chi fa un mestiere così delicato”. Ancora: “Andare a lavorare fuori, con uno stipendio basso, e pagare le spese è una cosa che ho provato anche io, quando ero ricercatrice all’università, nel 1990-1991. Non ricordo con esattezza lo stipendio, ma certo non era faraonico”. Ha continuato la Giannini: “Spostarsi in un’altra città è un investimento che si fa per una prospettiva che può cambiare, e poi bisogna ricordare i numeri: l’anno scorso abbiamo avuto 7.700 persone che si sono spostate per una supplenza, quest’anno ne abbiamo settemila per un posto di ruolo. Non è una condanna, ma un’opportunità straordinaria offerta da un governo che affronta i problemi senza mettere la testa sotto la sabbia”.
Per chi è fuori da assunzioni e supplenze – terza fascia delle graduatorie – o non ha abilitazione la strada è quella di un percorso formativo che abiliti alla docenza. E se non ci sarà un secondo ciclo dei Pas (i Percorsi abilitanti formativi), “stiamo studiando un’altra forma di ingresso al mondo della scuola”, a gennaio 2016 sarà invece attivato il Tfa, Tirocinio formativo attivo.
Diversi lettori hanno segnalato soffitti crollati nella giornata di oggi (una scuola di Pisa), presidi che hanno spostato insegnanti e discipline in solitudine. La Giannini replica: “Il caos indicato è molto specifico, limitato e circoscritto. Ci sono sempre mali specifici che si curano con interventi specifici”. Sull’università, “abbiamo investito molto in idee, dibattiti, scontri e confronti, ora i tempi sono maturi per passare al secondo scalino, università e ricerca”. Sostiene: “Sarà un investimento sul capitale umano, quell’elemento di continuità che va dalla scuola dell’infanzia all’università e alla ricerca”.