dal blog di Gianfranco Scialpi, 23.1.2020
– Lucia Azzolina, nuovo Ministro dell’Istruzione ha illustrato lo scenario deprimente nel quale è collocata la scuola. Non poteva essere diversamente, almeno fino a ottobre.
Lucia Azzolina, le sue prime dichiarazioni
Lucia Azzolina, nuovo Ministro dell’istruzione ha iniziato a rilasciare interviste e dichiarazioni (si spera che non esageri!).
Qualche giorno è intervenuta alla trasmissione Omnibus. “Il problema della scuola italiana non è solo la mancanza di fondi” Aggiunge R. Palermo “Per il resto la Ministra ha sottolineato la necessità di incrementare gli stipendi dei docenti e di aumentare anche le risorse per la scuola “Ne parleremo certamente con la prossima legge finanziaria”.
Alcune considerazioni
Lo scenario è deprimente. Non è una sorpresa! In uno stato di diritto le leggi governano le decisioni prese sul versante delle spese e degli investimenti. E non solo.
Mi spiego. L’esercizio finanziario 2020 è regolato dalla Legge di Bilancio (160/2019). Cosa è concesso alla scuola? Alla voce aumenti contrattuali del pubblico impiego si legge”Le risorse passano da 1.650 a 1.750 milioni di euro per il 2020 e da 3.175 milioni a 3.375 milioni di euro per il 2021…Tali risorse comportano un incremento delle retribuzioni medie complessive del personale appartenente al settore Stato pari all’1,3 per cento per il 2019, all’2,01 per cento per il 2020 e al 3,72 per cento a decorrere dal 2021. (art. 1 comma 127). Sommando altre voci, le risorse destinate alla scuola si avvicinano ai due miliardi richiesti (1.977 milioni di €).
Quindi, almeno per la scuola, tutto bene? La risposta purtroppo è negativa. Occorre ricorrere all’analisi, all’approfondimento per smascherare il trucco contabile.
Si legge in Repubblica.it, che ovviamente fa riferimento al biennio :“L’88 per cento di quella cifra – ovvero 1,744 miliardi – saranno impegnati per il rinnovo del contratto di lavoro che riguarda un milione e cinquantamila docenti e 150 mila amministrativi di vario livello. Secondo le proiezioni della Federazione della conoscenza della Cgil, con questo finanziamento sarà possibile aumentare lo stipendio medio degli insegnanti di 40 euro nel 2020 e 70 euro nel 2021. Non ci sono le “tre cifre” reclamate da Fioramonti: per arrivare a un aumento a “quota 100” serviranno altri 600 milioni”
La tabella chiarisce tutto
Al netto dell’aumento contrattuale per il miglioramento della didattica e in genere del sistema formativo restano 161.06 milioni di €. Il valore è la somma delle voci presenti nella tabella (ho scorporato le borse di studio per gli specializzandi in medicina e i finanziamenti per “Crea”).
Per riprendere un’espressione di L. Fioramonti: la scuola si trova sotto il livello dell’acqua. Più brutalmente sta affogando!
Il Ministro quindi…
La freddezza dei numeri ci fa capire che il Ministro amministrerà un budget irrisorio e scarsamente risolutivo dei problemi della scuola. Almeno fino a ottobre 2020.
La scelta di rinviare alla legge di Bilancio, fu messa in atto anche per l’abolizione delle classi pollaio per non creare problemi al governo giallo-verde (gennaio 2019). Purtroppo il rinvio non ha portato a dei risultati. Infatti nella Legge 160/2019 non se ne parla. E purtroppo hanno smesso di farlo anche Lucia Azzolina (promotrice della legge di superamento del sovraffollamento delle classi) e Luigi Gallo (Presidente commissione scuola della Camera).
Proposta per uscire dall’impasse
Sul versante aumenti contrattuali ho più volte scritto che il problema della scuola è il D.Lvo 29/93 che impedisce a tutto il comparto pubblico (quindi anche l’Istruzione) i beneficiare di aumenti superiori al tasso d’inflazione programmata.
Chiedo al Ministro, perchè non impegnarsi da subito a far uscire la scuola dalla gabbia del D.Lvo 29/93 con un provvedimento legislativo? Diversamente le chiacchiere stanno a zero.
Per il resto poco si potrà fare, finché il Paese non riprenderà a guardare al futuro, e quindi alla scuola. La Legge di Bilancio 2020 e le dimissioni di L. Fioramonti confermano che il sistema-Paese è prigioniero del presente, poco propenso a guardare oltre, a credere in una prospettiva diversa dall’oggi, prigioniero delle “passioni tristi”.
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Lucia Azzolina, la dichiarazione e le mie considerazioni ultima modifica: 2020-01-24T05:21:48+01:00 da