dal blog di Gianfranco Scialpi, 5.12.2024.
M. Gramellini e la domanda-titolo “Ma lasciarli in pace?“. Necessita di una riformulazione. “Ma lasciarli in pace per respirare la vita?
M. Gramellini e la domanda-titolo “Ma lasciarli in pace?”. Occorre una riformulazione
M. Gramellini e la domanda-titolo “Ma lasciarli in pace?” Nella sua rubrica quotidiana Il Caffe (Il Corriere della Sera 5 dicembre) conferma un tratto dei genitori oggi. Iperpresenzialisti anche nelle occupazioni. Alcuni li accompagnano, immagino fino al cancello, a occupare la scuola. Altri, invece si fanno coinvolgere nei sit-in, esprimendo il loro disaccordo per l’interruzione delle normali attività didattiche.
Questi comportamenti non sorprendono. Fin dalla scuola dell’infanzia, se non prima, sono sempre presenti. Questo loro esserci diventa gradualmente pesante, asfissiante tanto da ridurre il tratto esperienziale dei loro figli. E’ opportuno che l’adulto si posizioni lateralmente, tanto da permettere al ragazzo di accorgersi che esiste un percorso da intraprendere e un orizzonte da raggiungere. Solo il contatto gradualmente diretto con la vita, rappresenta un occasione per gestire i chiaroscuri dell’esistenza. Diversamente il profilo si caratterizza per la fragilità, la rimozione del sentimento e dell’esperienza dell’attesa.
Senza dimenticare la mancata formazione degli anticorpi comportamentali, contro l’inevitabile esperienza del fallimento.
Il tennista J. Sinner ha dichiarato: “Se riesco ok, se fallisco ho imparato“. Si arriva a dire questo dopo un lungo lavoro su se stesso caratterizzato dal graduale contatto con la vita e da genitori che hanno lasciato il figlio respirare, sentire direttamente la vita.
Massimo Gramellini evidenzia il carattere formativo delle occupazioni, presentadole come “un rito di passaggio che, per essere tale, richiede la presenza dei professori, ma l’assenza dei genitori. Di tutti i genitori, occupanti e contro-occupanti” Conclude che un’educazione dove tutto è appianato e senza contrapposizione “è come una terra senza confini: un deserto. E nei deserti, di solito, ci si perde”.
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M. Gramellini e la domanda-titolo “Ma lasciarli in pace?”. Necessita di una riformulazione ultima modifica: 2024-12-05T20:50:40+01:00 da