di Valentina Santarpia, Il Corriere della Sera 16.9.2015.
La ministra dell’Istruzione Stefania Giannini annuncia che il Miur sta mandando
una circolare ai dirigenti per chiarire che la riforma non introduce la teoria gender a scuola
Il Miur «in queste ore sta inviando a tutti i dirigenti scolastici una circolare» in cui si ribadisce che la «Buona scuola» non introduce la teoria del gender. Così il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, a Radio 24. Se «ciò non bastasse» c’è «una responsabilità irrinunciabile a passare a strumenti legali» contro questa «truffa culturale».«Chi ha parlato e continua a parlare di teoria `gender´ in relazione al progetto educativo della governo di Renzi sulla scuola compie una truffa culturale ha detto Giannini – Ci tuteleremo con gli strumenti a nostra disposizione, anche per vie legali». «Spero che siano sufficiente -continua- ove si continuasse ad incriminare la legge studieremo quali strumenti adottare».
In realtà l’ipotesi che la riforma Renzi contenesse norme che introducevano la teoria gender nelle scuole era già spuntata alla vigilia dell’approvazione definitiva al Senato. Erano stati i senatori di Area popolare, capitanati da Gaetano Quagliariello, a chiedere chiarimenti sull’articolo. Il comma incriminato era il 16 dell’articolo 2, secondo la riscrittura del maxiemendamento, che parla della promozione «nelle scuole di ogni ordine grado» dell’«educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni». A insospettire i senatori di Ap era quella distinzione tra «sessi» e «genere»: «La prima parola ha valenza biologica, la seconda solo culturale- diceva il senatore Gaetano Quagliariello, uno dei promotori dell’incontro – Eppure spesso vengono usate indifferentemente, e questo è pericoloso: quindi vogliamo chiedere ai ministri un chiarimento sulla distinzione dei termini e soprattutto l’assicurazione che qualsiasi attività di carattere extracurriculare non venga introdotta se non con il consenso delle famiglie». Ma era stata la stessa Giannini a disinnescare la bomba, chiarendo ai senatori che non c’era alcun tentativo di introdurre la teoria gender. Un chiarimento che si è reso necessario anche oggi, dopo le notizie circolate tra le famiglie e nelle chiese alla riapertura delle scuole: «L’articolo 16- insiste Giannini- introduce un principio sacrosanto che non ha nulla a che fare con la teoria gender. È un principio che esplicita dei criteri di sensibilizzazione all’educazione alla parità tra i sessi, quello femminile e quello maschile, perché la nostra società deve fare dei passi avanti su questo fronte, e per prevenire la violenza di genere e l’omofobia».
La battaglia contro la presunta presenza nella riforma di norme che spingevano verso l’introduzione della teoria gender a scuola era stata cavalcata nei mesi scorsi da diverse associazioni di stampo cattolico, che avevano promosso anche un family day per contrastare la presunta «invasione» del gender. Il sindaco di Venezia era arrivato a bandire 49 libri «proibiti» accusati di diffondere la teoria gender, sollevando un polverone. Giannini ha ricordato che anche il vescovo di Padova ha fatto una circolare proprio criticando quella corrente cattolica che ritiene legato il gender alla «Buona scuola» e «dicendo `no signori, siete sulla strada sbagliata, state prendendo una colossale cantonata´, se vogliamo essere buoni e non vedere malafede e una strumentalizzazione ad arte». La ministra si augura che «ci sia un ravvedimento immediato» in quella parte della Chiesa cattolica che ritiene essere presente nella Buona Scuola la teoria del gender.
Sulla vicenda è intervenuto anche il sottosegretario Davide Faraone «Gender? Strane pratiche? Paure? Sono parole che hanno a che fare con tempi bui e concezioni medievali – ha scritto in un post su Facebook – . Le nostre parole sono tolleranza, rispetto, diritti, inclusione delle diversità, conoscenza, consapevolezza, autodeterminazione. Sono le parole di donne e uomini che dovranno affrontare sfide epocali in un millennio in cambiamento riflettendo su di sé e sugli altri». Faraone ha aggiunto che la nota esplicativa inviata alle scuole «è un ulteriore chiarimento ai docenti, ai dirigenti e alle famiglie su quel che la scuola fa e dovrà fare per il contrasto a ogni forma di discriminazione. È un percorso legislativo che va nella direzione di una maggiore consapevolezza e conoscenza dei diritti e dei doveri della persona, per crescere individui e cittadini sani, consapevoli e rispettosi». Il sottosegretario ha annunciato anche che a breve si costituirà un tavolo tecnico sulle tematiche relative al comma 16 della 107, coinvolgendo esperti, pedagoghi, rappresentanti di associazioni, per elaborare le linee guida da fornire alle scuola a supporto, «mantenendo comunque – assicura – l’autonomia delle scuole e il patto scuola famiglia per l’attuazione del Piano dell’offerta formativa».