“Non è mai troppo tardi”, 60 anni fa la prima puntata del maestro che portò la scuola in tv

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di Manlio Lilli, Il Fatto Quotidiano,  16.11.2020.

La figlia: “Ci si trovava al bar pur di sentirlo”.

Chi non ama ricordarlo solo come un personaggio televisivo è la figlia, Giulia, 32 anni, editor, autrice di “Il tempo non basta mai” (Add editore) e “La valutazione scolastica” (Il Leone Verde): “Era carismatico, ma se milioni di italiani hanno avuto la licenza elementare lo dobbiamo a quella Rete che il ministero dell’Istruzione seppe creare nel Paese”.

Gilda Venezia

Certo ciò che colpiva di Manzi era la sua abilità: su un grosso blocco di carta montato su cavalletto scriveva, con l’ausilio di un carboncino, semplici parole o lettere, accompagnate da un accattivante disegnino di riferimento. “Pensa – confida la figlia – che alle elementari e alle medie andava malissimo in questa materia perché non sopportava il disegno tecnico. Fu il professore delle superiori a scoprire il suo talento“.

Sessant’anni dopo torna attuale la lezione di Manzi: “Ai tempi – racconta Giulia – la gente non aveva la possibilità di studiare, di leggere ma c’era un’educazione al pensare che oggi è sparita. Nel 2020 il problema è l’analfabetismo funzionale: più andiamo avanti più abbiamo difficoltà a comprendere il testo, il contenuto. E’ colpa di una scuola che si dimentica di ragionare e si ancora al voto, al registro di classe dimenticando di educare al pensare”.

La figlia di Manzi non fa fatica a fare qualche esempio: “Un anno papà venne al mio asilo a fare una lezione. Portò un acquario pieno d’acqua e ci mise degli oggetti per farci capire quelli che galleggiavano e quelli che affondavano. Da lì nacquero le nostre innumerevoli domande. Ecco il ragionamento”.

La figlia del maestro, morto il 4 dicembre del 1997 (ma mai scomparso per chi ama la scuola), sa che oggi se ci fosse un maestro come suo padre avrebbe bisogno di una sola cosa: “Togliere la burocrazia. Non dobbiamo parlare di un nuovo Alberto Manzi, ci sono docenti che fanno anche meglio di papà ma sono castrati dalla burocrazia che non serve ad altro che a mantenere un controllo sull’educazione al pensiero libero”.

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“Non è mai troppo tardi”, 60 anni fa la prima puntata del maestro che portò la scuola in tv ultima modifica: 2020-11-17T06:24:45+01:00 da
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