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Cambiano i coefficienti di trasformazione e diminuisce l’importo della pensione
per chi esce a partire dal 1° gennaio 2025. Vediamo cosa cambia e perchè.
Andare in pensione nel 2025 significa avere un importo dell’assegno mensile più basso. A parità di contributi versati e in presenza dello stesso montante contributivo, un lavoratore che è andato in pensione il 1° dicembre 2024 riceverà un assegno più alto rispetto a uno che ci è andato il 1° gennaio 2025.
Dal 1° gennaio, infatti, sono cambiati, diminuendo, i coefficienti di trasformazione da applicare al montante contributivo per calcolare l’assegno previdenziale spettante. Quello che va sottolineato è che in questo caso la novità non è legata e decisioni del Governo o a misure previste nella Legge di Bilancio, si tratta, semplicemente, dell’aggiornamento biennale che subiscono i coefficienti di trasformazione.
Cambiano i coefficienti di trasformazione e la pensione è più bassa
I nuovi coefficienti di trasformazione, che resteranno in vigore dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, hanno subito una revisione sfavorevole a causa dell’aumento della speranza di vita. La variazione porta a una riduzione dei nuovi assegni di circa il 2% rispetto all’anno passato.
Ad aggiornare i coefficienti di trasformazione è stato il decreto del Ministero del Lavoro 436 del 2024: per calcolare l’importo della pensione, così come previsto dalla normativa, bisogna applicare il coefficiente di trasformazione legato all’età al montante contributivo (ovvero i soldi accumulati versando contributi): l’importo della pensione si ottiene moltiplicando il montante al coefficiente riferito all’età di uscita. Più è alta l’età in cui il lavoratore va in pensione e più favorevole è il coefficiente di trasformazione.
Nella seguente tabella vediamo come cambiano i coefficienti di trasformazione nel prossimo biennio, rispetto a quello passato.
ETA’ |
COEFFICIENTE 2023/2024 |
COEFFICIENTE 2025/2026 |
57 | 4,270% | 4,204% |
58 | 4,378% | 4,308% |
59 | 4,493% | 4,419% |
60 | 4,615% | 4,536% |
61 | 4,744% | 4,661% |
62 | 4,882% | 4,795% |
63 | 5,028% | 4,936% |
64 | 5,184% | 5,088% |
65 | 5,352% | 5,250% |
66 | 5,531% | 5,423% |
67 | 5,723% | 5,608% |
68 | 5,931% | 5,808% |
69 | 6,154% | 6,024% |
70 | 6,395% | 6,258% |
71 | 6,655% | 6,510% |
Qualche esempio pratico
Per comprendere la portata del cambiamento facciamo un esempio pratico di pensione a 67 anni per un lavoratore con retribuzione annua lorda di 30.000 euro che ha lavorato per 20 anni e accede alla pensione di vecchiaia. Per ogni anno lavorato il montante contributivo si arricchisce di 9.900 euro (il 33% di 30.000 euro). Nei 20 anni di lavoro, quindi, il montante contributivo è di 198.000 euro.
Se il lavoratore è andato in pensione il 1° dicembre 2024 applica al montante contributivo il coefficiente 5,723% e ottiene una pensione annua di 11.331, pari a una pensione mensile lorda di 871 euro circa. Se lo stesso lavoratore, con medesimo montante contributivo, è andato in pensione il 1° gennaio 2025 applica al montante il nuovo coefficiente di trasformazione pari a 5,608% che restituisce una pensione annua di 11.103 euro pari a una pensione mensile lorda di 854 euro. La perdita, in questo caso è di 16 euro al mese e di 208 euro l’anno.
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Pensione, assegno più basso per chi esce nel 2025 ultima modifica: 2025-01-08T06:26:36+01:00 da