Tempi stretti e procedure farraginose minano il debutto
Il Miur ha trasmesso il Decreto Dipartimentale 937 con le indicazioni alle scuole per la presentazione dei progetti relativi ai Piani di Miglioramento. Si tratta di un momento cruciale del processo di autovalutazione di istituto previsto dall’articolo 25 del Decreto 435 del giugno scorso. Le scuole (o le reti di scuole) dovranno presentare i progetti sulla base delle indicazioni contenute in avvisi pubblicati dagli Uffici scolastici regionali entro il 10 ottobre, di fatto un vero e proprio rinvio nella consegna effettiva del Rapporto di autovalutazione , originariamente previsto per il 30 settembre. Entro il 27 novembre, gli Usr invieranno al Miur la documentazione prodotta dalle scuole. Il finanziamento dei progetti avverrà con una procedura piuttosto farraginosa: innanzi tutto gli Usr dovranno compilare, dopo il 27 novembre, l’elenco delle scuole destinatarie del finanziamento, poi verrà pubblicato un avviso regionale per la presentazione dei progetti e dei relativi criteri di valutazione, quindi saranno resi noti i verbali di esame dei progetti ed infine sarà varato il decreto di individuazione dei beneficiari. A occhio e croce una procedura destinata a durare diversi mesi e che potrebbe rendere molto complessa l’assegnazione effettiva del finanziamento dei progetti.
Ancora più lenta l’erogazione dei fondi per la formazione dei dirigenti e dei nuclei interni di valutazione di istituto, che saranno distribuiti in un secondo tempo, sulla base di un piano per il quale gli uffici scolastici regionali individueranno una scuola polo a livello territoriale. Insomma, avanti adagio, così come per l’individuazione degli stessi nuclei di valutazione negli istituti, per i quali il ministero invita, per bocca di suoi autorevoli dirigenti, a procedere con cautela, forse per evitare tensioni tra docenti e crescita della conflittualità nelle scuole (l’autunno caldo, in fondo, è iniziato), e per lo stesso sostanziale rallentamento nella consegna del RAV. Gli stanziamenti prevedono un fondo complessivo di due milioni e seicentomila euro, mentre saranno quattrocentomila quelli previsti per la formazione. A far la parte del leone, come sempre, Lombardia, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, che, insieme,si portano a casa la metà esatta dei finanziamenti per i progetti di miglioramento.
Nelle scuole, intanto si lavora febbrilmente proprio ai piani di miglioramento, ad opera dei presidi e gruppi di lavoro nominati dai collegi docenti: stando al decreto, potrebbero farsi coadiuvare dall’Indire o da università, centri di ricerca e associazioni professionali, ma è ben difficile che possano approfittarne in tempi così ristretti. Riusciranno le scuole ad elaborare i progetti secondo le priorità previste dal decreto (coerenza col Rav, innovazione tecnologica e metodologica, monitoraggio dell’azione educativa, documentazione degli esiti)? E ce la faranno a ricevere i finanziamenti che sono prioritariamente assegnati in presenza di cofinanziamento con enti e associazioni presenti sul territorio, di reti di scuole e dell’utilizzo di tecnologie multimediali?