Almeno 6 milioni di ore in presenza. Come?
217 contro 30.
217 sono i giorni che si è presa l’Unità di missione per il PNRR per emanare le istruzioni operative relative al D.M. 65 firmato il 12 aprile 2023 dal ministro Valditara, che ha assegnato 750 milioni di euro alle scuole per “Azioni di potenziamento delle competenze STEM e multilinguistiche”. Sette mesi e 3 giorni per diffondere istruzioni che ricalcano quasi in fotocopia quelle di circa un anno fa per le Azioni di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica (ex D.M. 170/22 sui divari territoriali).
30 sono i giorni concessi alle scuole per progettare dettagliatamente il da farsi, dall’idea progettuale (l’aspetto più importante, che richiede “pensiero” e uno sforzo di visione per creare le premesse per investire al meglio le risorse ottenendo i risultati più efficaci per gli studenti) alle modalità di azione. Le scuole devono in questo arco di tempo definire l’analisi dei fabbisogni formativi, le azioni di formazione e orientamento (con il numero di unità orarie previste), l’eventuale collaborazione in rete con altre scuole; e poi costituire i gruppi di lavoro internoi e individuare i partner di progetto definendone gli accordi. Si badi bene: molto di questi aspetti sono interdipendenti.
Entro il 15 dicembre 2023 va tutto caricato sulla piattaforma Futura.
Risalta, come un dito piantato negli occhi degli operatori scolastici, la sproporzione tra i tempi e i carichi di lavoro, che fa ancora più effetto se si considera che la direzione generale del MIM preposta alla gestione del PNRR si avvale di un nutrito staff di dirigenti e di esperti, mentre i dirigenti scolastici e i DSGA (quando il posto non è vacante), possono avvalersi solo di alcuni collaboratori. E sono quotidianamente impegnati nella gestione del servizio scolastico (in molti casi in reggenza anche su un altro istituto).
Del resto questa sembra essere una tempistica consolidata per l’implementazione della “opportunità del secolo” per la scuola italiana, ovvero i 17 miliardi del PNRR. Per l’azione sulla dispersione le istruzioni operative furono emanate il 30 dicembre 2022, a 159 giorni dal D.M. 170, e si diedero alle scuole 60 giorni per le loro azioni (Capodanno e Befana inclusi). Tutto sommato andò meglio: 159 giorni contro 60, ora la forbice si è allargata ulteriormente. Si disse allora che avevano pesato le elezioni e il cambio di Governo, stavolta il tutto è avvenuto in continuità. Si poteva sperare almeno in “fifty-fifty” nella ripartizione dei tempi, e invece il rapporto è di quasi 10 a 1.
ANP si è rivolta al ministro Valditara per una proroga “di almeno due mesi”. I responsabili per la Dirigenza Scolastica di CISL Scuola, FLC CGIL e SNALS Confsal il 17 novembre hanno inviato una lettera in cui chiedono alla Dirigente preposta all’Unità di Missione per il PNRR del MIM, per la gestione dei progetti previsti nell’ambito dell’attuazione del Piano, “una riconsiderazione delle tempistiche più aderente alla realtà operativa delle istituzioni scolastiche e l’introduzione di semplificazioni e di maggiore supporto nella realizzazione degli adempimenti amministrativi”, la cui complessità è dimostrata anche dal consistente numero di pagine (ben 19) che compongono l’ultima nota del MiM al riguardo”.
Vedremo cosa decideranno a viale Trastevere. E per l’investimento 2.1 “Didattica digitale integrata e formazione alla transizione digitale per il personale scolastico” (di cui al D.M. 66/2023, che assegna altri 450 milioni di euro alle scuole), le cui istruzioni operative sono attese ad oggi da 222 giorni, quale scadenza sarà stabilita per la progettazione da parte delle scuole?
Le istruzioni operative sulle “Azioni di potenziamento delle competenze STEM e multilinguistiche” contenute nelle 19 pagine della nota ministeriale n. 132935 del 15 novembre contengono numerosi elementi da approfondire e valutare.
Tra le sei attività previste, Tuttoscuola avvia un primo approfondimento sulla fattibilità relativa ai “Percorsi di tutoraggio per l’orientamento agli studi e alle carriere STEM“, per i quali la nota fornisce questa descrizione: “si caratterizzano per la loro funzione di orientare, secondo un approccio personalizzato, le studentesse e gli studenti, ad intraprendere gli studi e le carriere professionali nelle discipline STEM, nella scelta della scuola secondaria di secondo grado, nelle scelte al termine del secondo ciclo verso la formazione professionalizzante terziaria degli ITS Academy o verso le università, nelle scelte professionali future”.
Non entriamo in questa sede nel merito del se e come queste azioni possano incidere sul modo di fare scuola e quindi determinare un cambiamento strutturale di cui possano beneficiare anche le successive leve di studenti.
Ci concentriamo invece per il momento sulla fattibilità appunto di quanto l’Unità di Missione Pnrr ha deciso che le scuole (autonome?) debbano fare.
Facciamo allora un po’ di calcoli. Innanzitutto, quanti sono gli studenti potenzialmente coinvolti? Tutti hanno diritto di partecipare: 1.533.509 studenti della secondaria di I grado e 2.631.879 nella secondaria di II grado per un totale di 4.165.388, destinatari di questi percorsi personalizzati.
La nota continua: “I percorsi possono avere una durata minima di almeno 10 ore e massima di 20 ore, sono articolati in cicli di incontri fra un formatore mentor e un gruppo di studentesse e studenti. Tali percorsi sono tenuti da un formatore mentor esperto in possesso di competenze documentate sulle discipline STEM e sull’orientamento. I percorsi si svolgono in presenza e sono erogati a piccoli gruppi, composti da almeno 3 studentesse e studenti che conseguono l’attestato finale”.
Si parla quindi di piccoli gruppi: ipotizziamo composti da 10 studenti. Dovranno quindi essere costituiti circa 416.500 gruppi che saranno seguiti da un esercito di formatori mentor per una durata di 10/20 ore nell’anno.
Ipotizzando in media 15 ore di formazione a gruppo, si dovrebbero sviluppare complessivamente 6.247.500 ore di formazione.
Non uno scherzo. Se fosse lasciata la possibilità di farle in modalità mista (quindi anche a distanza, in sincrono e asincrono), che è ormai uno standard riconosciuto a livello internazionale nell’era post Covid e dell’intelligenza artificiale, sarebbe già complicatissimo. Ma non è così.
“I percorsi si svolgono in presenza”. La formazione in presenza presuppone un orario extrascolastico che obbligherebbe gli studenti a fermarsi a scuola nel pomeriggio, determinando in non pochi casi una serie di ostacoli per mancanza di servizi di supporto – mense, trasporti, impiego straordinario di docenti accompagnatori e collaboratori scolastici per custodia e pulizia, ricaduta sulle famiglie. E la reperibilità per l’ingaggio del numero necessario di esperti, che presuppone la loro disponibilità sul territorio, diventa proibitiva. Anche perché il formatore mentor deve essere in possesso di competenze documentate sulle discipline STEM e sull’orientamento.
La funzione di formatore mentor può essere svolta da un esperto interno all’istituto o da un esterno. Se interno, la sua prestazione dovrà essere compatibile con gli obblighi di servizio come docente.
Se esterno – ammesso che sia disponibile e accetti un compenso lordo di 79 euro/ora (coloro che sono molto qualificati difficilmente si muoveranno per quella cifra) – dovrà essere anche compensato per oneri di viaggio (benzina, taxi, etc) necessari per raggiungere la sede (così se ne andrà una bella quota delle risorse Pnrr, due terzi delle quali – ricordiamolo – sono a prestito, ovvero andranno rimborsate con gli interessi).
Auguri.
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PNRR su competenze STEM e linguistiche, tempi sbilanciati ultima modifica: 2023-11-21T07:57:27+01:00 da