Presidi e medici, perché lo Stato non fa come il Veneto?

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di Roberto Pellegatta,  il Sussidiario, 3.4.2019

– In Italia circa 3mila scuole su 8mila sono senza preside: perché non fare come si fa con i medici in pensione richiamati al lavoro?

È curiosa la recente notizia della Regione Veneto che, a causa della mancanza di medici, recupera i pensionati per rispondere al bisogno di cure in crisi a causa della carenza di nuovi laureati. I media intanto hanno pubblicato la notizia di una assunzione di oltre mille medici stranieri in Italia, per le stesse ragioni. Lascio al mondo della sanità valutare le cause di una simile irrazionale situazione, che forse serve ai politici per vantarsi della riduzione delle spese sanitarie dei bilanci delle proprie Regioni.

Mi interessa invece l’analogia, anche se paradossale, con una simile situazione accaduta nella dirigenza scolastica: accadde nell’agosto 2013 a più di 300 presidi delle scuole statali che allora, con una legge assurda e imbrogliona, furono mandati a metà agosto un anno prima in pensione. E così negli anni successivi. 

Assurda, perché a solo un mese dall’inizio delle lezioni lasciò centinaia di scuole senza direzione scolastica, nel momento più delicato nel quale si doveva preparare l’avvio del nuovo anno di scuola. 

Imbrogliona perché lo faceva con la “buona intenzione” di “dare spazio ai giovani”: peccato che non solo in concomitanza con quella legge non fu emanato nessun reclutamento, ma a tutt’oggi, dopo quasi sei anni, quasi 3mila scuole statali su 8mila sono senza preside titolare e un povero concorso per nuovi dirigenti scolasticiiniziato tre anni fa (con tre anni di ritardo) non riesce ancora a finire. Nonostante le promesse, c’è il serio rischio che non ci siano nuovi presidi in servizio neppure per settembre 2019. Comunque anche se ci fossero, il numero previsto non coprirà in nessun modo tutti i posti vacanti, nel frattempo aumentati a causa dei pensionamenti ordinari. 

La cosa curiosa è che in questi anni nessuna Regione ha preso iniziative per garantire il buon funzionamento delle migliaia di scuole senza preside. Queste da anni sono fatte funzionare dal grave sacrificio di migliaia di presidi reggenti, titolare di un’altra scuola, con un compenso netto per la reggenza di un’intera scuola di 320 euro netti al mese! Non so se un primario sia disposto a reggere reparti vacanti per queste briciole.

In moltissimi casi un preside statale, dirigendo due scuole, si occupa di 2500/3mila alunni, 200 docenti, 50 non docenti, oltre alle migliaia di genitori.

Nel frattempo quanti presidi mandati in pensione non sono mai stati richiamati, almeno per diminuire il grave disagio dei colleghi e delle scuole? 

E quanti giornali hanno dedicato a questo un titolo in prima pagina? O forse occorre dire che l’istruzione non ha la stessa “attrattiva” della salute?  

In generale occorre poi ricordare che attualmente il sistema scolastico italiano non ha (non l’ha mai avuto) un sistema ordinario di formazione dei futuri dirigenti scolastici, come accade ovunque in Europa; inoltre non esiste nessuna forma di valorizzazione delle competenze acquisite nei decenni da parte di presidi anziani, per metterle a disposizione del buon funzionamento delle scuole. È un esempio di spreco economico, prima che sociale, di investimenti fatti dallo Stato negli anni.

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Presidi e medici, perché lo Stato non fa come il Veneto? ultima modifica: 2019-04-03T06:52:12+02:00 da
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