Presidi stressati, ma con il portafoglio gonfio

di Chiara Farigu, Alganews, 20.12.2018

– Chissà se quel cospicuo aumento in busta riuscirà ad attenuare, seppur di poco, quello stress psicologico che colpisce i vertici delle istituzioni scolastiche, vale a dire i capi d’istituto. Babbo Natale è stato alquanto generoso con loro e se non riuscirà a guarirli perlomeno ci andrà vicino. Perché si sa, i soldi non danno la felicità né la salute, ma caspiterina se aiutano.

Secondo una ricerca della Lumsa di Roma (Libera Università Maria Santissima Assunta), i dirigenti scolastici sarebbero fortemente stressati. Su 7452 capi d’istituto, 1616 lamentano un eccessivo carico di lavoro con poco tempo a disposizione per completare tutte le mansioni richieste entro i limiti di tempo stabiliti.

Del preside, primus inter pares di un tempo, nulla più è rimasto. Riforma dopo riforma si è trasformato nel dirigente dell’azienda-scuola. Sommerso da scartoffie e burocrazia, il più delle volte fatica persino a collegare volto-nome dei prof dell’istituto che dirige. Figuriamoci se ne conosce le competenze o le carenze che potrebbero avere.

Un’utenza sempre più esigente da soddisfare, public relation da tessere costantemente con enti locali, con uffici scolastici provinciali e regionali, bilanci da far quadrare, collegi docenti da organizzare, consigli di istituto, di valutazione, corsi di formazione e vattelapesca quante altre incombenze, pardon, responsabilità. Eccoli dunque più stressati che soddisfatti.

Stressati sì ma col portafoglio gonfio. Nella notte tra il 13 e il 14 dicembre all’Aran (Agenzia Rappresentanza Negoziale Pubbliche Amministrazioni) è stato firmato il nuovo contratto 2016-2018 che, tra l’incremento del 3,48% (previsto per la generalità dei dipendenti pubblici) e l’allineamento della retribuzione alle altre figure dirigenziali pubbliche, comporterà, per i dirigenti scolastici, un maxi-aumento di 460 euro netti mensili, pari ad un aumento lordo di circa 11mila euro.

Esultano i presidi, esulta l’Aran, esulta il ministro Bussetti.  A esultare molto meno, loro, i prof. Che, a volerla dire tutta, sono proprio imbufaliti: per loro le briciole. Novanta euro lordi, poche decine di euro nette, dinanzi ad un maxi aumento di oltre nove volte il misero incremento stipendiale dei docenti.
Una sproporzione vergognosa, di più, una beffa.

E questo a fronte delle tante promesse elettorali che assicuravano stipendi equivalenti a quelli europei, per restituire prestigio sociale alla classe docente più vecchia d’Europa, la meno remunerata, la più vilipesa. Derisa da genitori e alunni, presa a schiaffi dalla politica. In costante aumento di burnout, sempre più sottoposti e pressati da responsabilità. In poche parole, stressati e col portafoglio sgonfio.

Segno, questo, che anche lo stress ha il suo peso specifico. Se a contrattare però ci va chi di dovere.

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Presidi stressati, ma con il portafoglio gonfio ultima modifica: 2018-12-23T07:13:12+01:00 da
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