Primo giorno di scuola: 3 punti di analisi

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di Carmine Zaccaro,  Linkiesta,   13.9.2015

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Il primo giorno di scuola è arrivato. Il 14 settembre nella maggior parte delle regioni italiane gli studenti tornano tra i banchi. Facciamo i conti, quali sono i numeri del successo?

3 – LA BUONA SCUOLA E’ STATA UNA CORSA ALL’ASSUNZIONE(?)
E’ stato l’anno della Buona Scuola, la riforma dell’apparato scolastico voluta dal governo Renzi e capitanata dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Doveva assumere 150 mila insegnanti, in varie fasi la chiamata sta arrivando, ma non tutti ne sono felici e non tutti sono d’accordo. Il Miur ha diffuso i numeri delle assunzioni realizzate proprio grazie a questa riforma. Risulta che nella fase B del piano straordinario di assunzioni previsto dalla Buona Scuola sono state assegnate 8.532 cattedre, ad accettare il posto è stato il 97% dei nuovi docenti, hanno rinunciato soltanto in 52, a non aver risposto alla domanda di assunzione inoltrata dal ministero le scorse settimane in 192. Il commento del ministro è positivo “siamo soddisfatti […] stiamo dando alla scuola i docenti di cui ha bisogno per garantire ai nostri studenti un’offerta più ricca che risponda ai loro bisogni formativi”. Certo tutto corretto, peccato però che esiste un esercito di circa 7 mila professori che saranno messi in mobilità,  a cui tutta questa storia proprio non va giù. Tra i nuovi professori ce ne sono molti con anni di carriera alle spalle. In tanti da anni con una stabilità precaria che tuttavia gli ha permesso di metter su famiglia, diciamo non proprio un elemento favorevole allo spostamento, che il Miur non ha considerato(?). Sicuri che è stato fatto tutto per bene? C’è da aggiungere che secondo Anief il Governo darà meno assunzioni di quello che ha promesso, “Per ammissione del Miur, ad oggi ci sono 49mila candidati per i 55mila posti da assegnare tramite il potenziamento. Poi ci sono tutte quelle che andranno perse per le classi di concorso esaurite, come già accaduto con le 10mila cattedre andate in fumo al termine della fase B. E nel conto vanno messi pure i 5mila posti da accantonare per i vicari. Viale Trastevere ha cercato di attenuare i danni chiedendo ai collegi dei docenti di indicare solo le aree disciplinare da potenziare con nuovi insegnanti. Ma non basterà.”

2 -IL RIENTRO TRA I BANCHI COSTOSO
Superate le gioie del rientro occorre fare i conti. Il rientro in classe costa alle famiglie 1100€ annui, lo ha denunciato il Codacons qualche giorno fa. In media per i libri scolastici si spendono da 200€ fino a 600€. E’ inutile star lì con la calcolatrice a far conti o sindacare se è corretto o meno spendere certe cifre, ma ragioniamo piuttosto sulle soluzioni. I rimedi per risparmiare ci sarebbero, ad esempio convertire la scuola italiana al digitale. Si abbatterebbero i costi, si dialogherebbe meglio con gli studenti e si potrebbe elevare l’istruzione a una cultura smart. I casi di successo in Italia ci sono, occorre rendere concreti i progetti ben fatti.

1 – INIZIA LA SCUOLA ED E’ GIA’ RIVOLUZIONE
La scuola non è ancora iniziata ed è già prevista una mobilitazione per il 9 ottobre e un referendum contro la riforma. Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti e Link, tra i maggiori gruppi studenteschi italiani, in un comunicato di alcune settimane fa lamentavano nuovamente di non essere considerati dai piani alti di Viale Trastevere. Nelle prossime settimane promuoveranno un referendum contro la Buona Scuola di Renzi a sostegno del progetto dell’Altra Scuola, che prevede un piano più inclusivo della voce degli studenti. Il 9 ottobre intanto si attende una nuova manifestazione in piazza, “per agitare i bisogni studenteschi e immediatamente generali sulla conoscenza, il reddito e la democrazia”

Primo giorno di scuola: 3 punti di analisi ultima modifica: 2015-09-13T20:51:39+02:00 da
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