di Salvo Intravaia la Repubblica, 23.8.2015.
In Sicilia, approfittando in una norma della riforma che sanava un precedente pasticcio amministrativo, organizzati corsi per riammettere gli esclusi dei concorsi 2006 e 2006. E scoppia la protesta
“Scandalo al sole” o procedura pienamente legittima? La scuola siciliana si ritrova ancora una volta al centro di un polverone per il concorso a preside del lontano 2004. Questa volta, l’argomento del contendere è il corso accelerato organizzato a cavallo di ferragosto dall’Ufficio scolastico regionale che, dopo ben 11 anni, rimette in pista 120 aspiranti dirigenti scolastici bocciati a più riprese nelle selezioni del 2004 e del 2006. Che per il semplice fatto di avere presentato un ricorso – mai discusso nel merito o di avere ottenuto una prima sentenza favorevole – contro quella esclusione ora si ritrovano ad un passo dalla poltrona di preside. A dare la possibilità di estrarre dalla naftalina gli incartamenti di coloro che hanno partecipato senza successo ai concorsi in questione, la legge 107 dello scorso 15 luglio, più conosciuta come Buona scuola.
E più precisamente i commi che vanno dall’87 al 90, che si occupano di sanare la kafkiana situazione venutasi a creare in Lombardia, Toscana e Campania dopo il concorso a preside del 2011. E evitare costosissimi risarcimenti del danno cui sarebbe potuto andare in contro il ministero dell’Istruzione. In Lombardia e Toscana, il concorso del 2011 è stato annullato e quindi ripetuto. E dopo la seconda procedura, i vincitori sono stati assunti. Ma poi per effetto di sentenze successive del Tar o del Consiglio di stato i relativi concorsi sono stati nuovamente annullati e i presidi già assunti si sono ritrovati nella surreale situazione di doversi rimettere in gioco dopo essere stati per uno, due o tre anni a capo di centinaia di istituzioni scolastiche.
La legge Renzi-Giannini e il successivo decreto ministeriale dello scorso 20 luglio, per questi casi, hanno previsto un corso di formazione “intensivo” e un esame orale. Per coloro che non sono mai stati assunti dopo avere superato tutte le prove del concorso, come in Campania, o che sono stati trombati tra la prima e la seconda ricorrezione delle prove scritte in Lombardia e Toscana, la legge ha previsto sempre il corso di 80 ore e una prova scritta. Ma, sempre per evitare ulteriori contenziosi e rischi, la legge ha previsto che si potessero prendere in considerazione le situazioni di coloro che parteciparono ai concorsi a preside del 2004 e del 2006 e che “abbiano avuto una sentenza favorevole almeno nel primo grado di giudizio ovvero non abbiano avuto, alla data di entrata in vigore della presente legge, alcuna sentenza definitiva”. Escludendo da questa sanatoria i colleghi che, nelle stesse condizioni – bocciatura alle spalle e ricorso ancora in piedi – hanno partecipato alla selezione del 2011.
Dal 10 al 20 ogosto, con qualche giorno di vacanza incluso, la direzione scolastica siciliana organizza un corso intensivo per 153 bocciati rispettivamente 11 e 9 anni prima. E appena esce l’elenco scoppia il caos. La sezione siciliana Dirigentiscuola del sindacato Confedir grida subito allo scandalo accusando senza mezzi termini il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Maria Luisa Altomonte, di avere organizzato un “corso-concorso siciliano atipico, per sanare situazioni che nulla hanno a che vedere – dice Salvatore Indelicato, segretario regionale del sindacato – con le casistiche di Lombardia, Toscana e Campania, ripescando una platea di 153 docenti che non hanno mai avuto alcun contratto di dirigenti scolastico. E addirittura sono stati ammessi alla frequenza del corso quei docenti che inizialmente non avevano neppure i titoli per partecipare al concorso e che fecero ricorso e furono ammessi con riserva”. Ma non solo. “Nell’elenco dei 153 ammessi al corso di sanatoria in Sicilia – continua Indelicato – nessuno è mai stato dirigente scolastico perché nessuno di questi 153 ha superato le prove concorsuali; ci sono alcuni che non solo non hanno superato la prova scritta, ma dalla correzione e rifacimento della suddetta prova, sono stati ancora una volta bocciati. Alcuni hanno partecipato alla selezione del successivo concorso e non sono stati neanche ammessi agli orali e qualcuno per giunta, ammesso agli orari è stato persino bocciato al colloquio”. Mentre i bocciati del 2011 scrivono al ministro, Stefania Giannini, e al sottosegretario Davide Faraone per ottenere giustizia. Ma non si muove nessuno.
Tranne che in Umbria, dove sono stati ammessi due reduci dal concorso del 2006, nessun’altra regione italiana ha riesumato situazioni tanto lontane. La Confedir da giorni chiede alla Altomonte di annullare quella che definisce una “farsa”. Richiesta alla quale si è affiancata anche la Flc Cgil siciliana. Ma, forte di quanto stabilisce la legge la procedura prosegue e domani (24 agosto) si svolgerà la fatidica prova scritta che potrebbe aprire le porte di una inaspettata presidenza a 120 insegnanti, che avevano dimenticato di quel ricorso presentato anni or sono. Perché, controllando meglio le carte, i funzionari dell’Usr Sicilia si sono accorti che 33 dei 153 ammessi al corso non avevano i requisiti previsti dalla normativa escludendoli dalla prova finale. Ma due di questi si sono rivolti nuovamente al Tar ottenendo a tempo di record la riammissione al corso e la possibilità di sostenere la prova scritta.