Quota 100, Si punta a combinazione 62 anni e 38 di contributi

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PensioniOggi,  30.9.2018

– Sono le prime indiscrizioni del dossier sul tavolo dell’esecutivo da inserire nella legge di bilancio. Possibile anche il blocco del prossimo adeguamento alla speranza di vita per le pensioni anticipate.

Almeno 38 anni di contributi per andare in pensione con quota 100. E’ questo il progetto a cui sta lavorando il governo, secondo quanto si apprende da fonti governative. L’ipotesi è quella di far partire la quota 100 con la combinazione 62 anni e 38 di contributi dal 1° gennaio 2019. Sarebbe stata quindi definitavamente accantonata la proposta di 64 anni e 36 di contributi circolata sin dalla scorsa primavera dal consulente leghista Brambilla. Si tratterebbe di una uscita rigida, nel senso di non ammettere ulteriori combinazioni, con la conseguenza che chi ha raggiunto 63 anni e 37 di contributi per pensionarsi dovrà versare almeno un altro anno di contribuzione raggiungendo quota 102 (64 e 38 di contributi) e chi ha ragguagliato 61 anni e 39 di contributi dovrà attendere almeno un anno per centrare il requisito anagrafico di 62 anni, dunque quota 101.

Secondo alcune ipotesi circolate nei giorni scorsi, a seconda dei costi per il bilancio dello stato, la quota 100 potrebbe essere assistita da una penalità sulla misura della pensione in % tanto maggiore quanto è il divario rispetto all’età per la pensione di vecchiaia (67 anni). Un sistema di disincentivazione al pensionamento anticipato che, peraltro, era stato già approntato dalla Legge Fornero e poi eliminato dopo pochi anni. Per il momento si tratta però solo di ipotesi che dovranno essere confermate o smentite nelle prossime settimane. Da comprendere se per gli autonomi i requisiti per la quota saranno fissati su valori più elevati di un anno rispetto ai lavoratori dipendenti (in passato succedeva così); se sarà possibile il cumulo dei contributi tra gestioni diverse e se sarà mantenuto in qualche modo l’ape sociale.

All’interno del pacchetto non ci dovrebbe essere, invece, la riduzione dei requisiti per la pensione anticipata a 41 anni e mezzo di contributi per tutti a prescindere dall’età anagrafica. Uno scivolo troppo costoso che sarà affrontato il prossimo anno, risorse permettendo. Al posto di una riduzione dei requisiti per il pensionamento anticipato si studia piuttosto la possibilità di bloccare l’aumento dell’aspettativa di vita di 5 mesi per le pensioni anticipate previsto per il 2019. La misura consentirebbe nel 2019 di continuare ad andare in pensione indipendentemente dall’età avendo 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne) invece che 43 anni e 3 mesi (42 anni e 3 mesi le donne) come prevede la legislazione attualmente in vigore. Nessuna modifica per ora in vista per la pensione di vecchiaia che vedrebbe confermato lo scatto di 5 mesi dal 2019 con l’asticella che resterebbe confermata a 67 anni. Molto probabile anche una proroga del regime sperimentale donna, altro punto contenuto nel programma di governo firmato da Lega e CinqueStelle. Si lavora anche per portare le minime a 780 euro.

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Quota 100, Si punta a combinazione 62 anni e 38 di contributi ultima modifica: 2018-10-01T04:55:12+02:00 da
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