di Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola, 17.8.2020.
Ormai non ci sono più dubbi: il 20 e il 21 settembre, in occasione del voto per il referendum e per il rinnovo di alcuni consigli regionali o comunali, si voterà come sempre e cioè nelle scuole.
A nulla sono valsi gli appelli, le proteste e le raccolte di firme di cittadini e comitati vari che da mesi chiedono che, almeno in questa circostanza, i seggi elettorali vengano allestiti fuori dalle scuole in modo da evitare una interruzione delle lezioni subito dopo la ripresa delle lezioni.
La risoluzione di fine luglio del Senato
Per la verità né il Governo né gli Enti Locali si sono preoccupati più di tanto della risoluzione adottata ufficialmente dal Senato nella giornata del 28 luglio in occasione del voto sulla proposta di proroga dello stato di emergenza.
Con quel provvedimento il Senato impegnava formalmente il Governo “a individuare gli spazi più adatti ad accogliere le operazioni di celebrazione della tornata elettorale e referendaria dei prossimi 20-21 settembre, preferendo la scelta di non svolgere dette procedure all’interno degli edifici scolastici”.
Non è facile modificare le regole in poco tempo
Come avevamo già avuto modo di osservare trasformare questa risoluzione in atti amministrativi concreti non è facile anche perché la procedura elettorale deve sottostare a regole precise.
Il problema è reso ancora più complesso se si considerano i numeri in gioco. Nelle ultime elezioni (le europee del 2019) vennero allestite 61.500 sezioni elettorali, 55mila delle quali nelle scuole. Le altre erano sezioni ospedaliere, ad eccezione di poche centinaia che erano state aperte in locali diversi dalle scuole.
Reperire locali adatti nel giro di poche settimane risulta quindi del tutto impossibile ed è abbastanza evidente che parlare di voto nelle caserme dismesse o in altri edifici serve solo per fare un po’ di propaganda politica a buon mercato ma nulla di più.
Si apre il 14 e si chiude subito dopo
E così accadrà che, secondo quanto prevede il calendario scolastico 2020/21, il 14 settembre la maggior parte delle scuole italiani riapriranno i battenti ma il giorno 18 dovranno già richiudere per consentire lo svolgimento delle elezioni.
Nelle scuole sedi di seggio, le attività didattiche riprenderanno non prima di mercoledì 23. Ma è bene ricordare che, laddove si svolgeranno i “ballottaggi”, ci sarà una ulteriore sospensione nel primo fine settimana di ottobre.
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Rientro a scuola: il Ministero apre il 14, i Comuni chiudono il giorno 18 ultima modifica: 2020-08-18T04:13:31+02:00 da