il Sussidiario, 7.1.2017
– Comitato Opzione donna Social prepara una diffida per Inps e Ministero (Oggi 7 gennaio, ultime notizie live e news).
In molti forse ricordano il ricorso presentato al Tar del Lazio dal Comitato Opzione donna che diede avvio alla battaglia conclusasi alle fine del 2016 con la riforma delle pensioni e l’accesso al regime sperimentale di pensionamento anticipato per le donne nate nell’ultimo trimestre del 19571958. Ora il Comitato Opzione donna Social, guidato da Orietta Armiliato, che è stata tra le fondatrici del suddetto comitato, si prepara a una nuova azione legale. Lo annuncia la stessa Armiliato in un post su Facebook, in cui ricorda che già dagli ultimi mesi dello scorso anno il Comitato aveva chiesto che il cumulo gratuito dei contributi fosse utilizzabile anche per l’accesso a Opzione donna. Cosa che non è avvenuta. E a essere esclusi da questo utile provvedimento della Legge di bilancio sono anche gli esodati che vogliono accedere all’ottava salvaguardia. Così il Comitato ha contattato l’Onorevole Andrea Maestri, “affinché disegni per nostro conto il perimetro entro il quale muoverci per avviare una diffida avverso Inps e ministero del Lavoro, che comprenda appunto sia le donne che desiderano optare, sia gli esodati rimasti esclusi”.
Il simulatore dell’Inps per calcolare la propria futura pensione ha qualcosa che non va. Ne sono convinti alcuni lavoratori precoci, che dopo aver condiviso sulla pagina Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti” un nostro articolo dedicato alle loro perplessità in tema di penalizzazioni sulle pensioni anticipate hanno cominciato a scrivere commenti che segnalano i problemi che hanno con il sito dell’Inps. A qualcuno, nell’estratto conto, non risultano versati dei contributi che fino a un paio di settimane fa comparivano. C’è anche chi segnala che il presunto importo lordo della futura pensione è diminuito di 200 euro o chi nel giro di un mese si è visto allungare l’età di pensionamento e calare l’importo dell’assegno. Questo mentre magari per il proprio coniuge i dati segnalati siano rimasti invariati e verosimilmente corretti. Si spera quindi che l’Inps proceda a sistemare un evidente problema tecnico, perché c’è chi si è trovato persino con due anni di contributi versati in meno.
La riforma delle pensioni presenta delle novità per quei lavoratori dipendenti che svolgono mansioni gravose e quindi attività lavorative che richiedono un impegno difficoltoso: è possibile chiedere dal 1° maggio di quest’anno l’APE sociale, se si hanno almeno 63 anni, ma a condizione di possedere almeno 36 anni di contributi. Se, invece, avete svolto 12 mesi di lavoro effettivo prima del diciannovesimo anno di età, potete andare in pensione in anticipo al raggiungimento di 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. In nessuno di questi due casi, come riportato da PensioniOggi, i lavoratori rischiano di subire una penalità sul reddito pensionistico. Va, però, ricordato che l’APE sociale non è una vera e propria pensione, bensì un reddito ponte erogato dallo Stato fino al raggiungimento dei requisiti per andare effettivamente in pensione. L’importo è, dunque, rapportato al valore della pensione maturata quando si presenta la richiesta e può essere di massimo 1.500 euro lordi mensili, quindi massimo 1.250 euro netti al mese. Questa novità verrà inizialmente sperimentata fino al 31 dicembre 2018, ma potrà essere prorogata. Per l’agevolazione della cosiddetta quota 41 non sono previste scadenze temporali. Per le caratteristiche specifiche sulle attività lavorative in questione e per conoscere la documentazione da produrre bisogna aspettare il decreto ministeriale previsto per il 2 marzo 2017.
La riforma delle pensioni porterà a partire da maggio alla novità dell’Ape, cui potranno accedere anche i dipendenti statali. Ci si chiede però se potranno farlo anche gli insegnanti e il personale della scuola. Oggi Avvenire ricorda l’esistenza di un problema che meriterebbe un chiarimento da parte del Ministero dell’Istruzione, cui vanno indirizzate le domande di pensionamento entro il prossimo 20 gennaio. Come accedere all’Ape se, appunto, la domanda di pensionamento deve essere presentata tra due settimane? Ci vorrebbe una nota di Miur e Inps per capire come devono comportarsi i dipendenti delle scuole per poter accedere all’Anticipo pensionistico. Anche perché non sono ancora noti i dettagli dell’Ape e dunque non ci sono i giusti elementi per valutare la convenienza o meno a utilizzarlo.
Dopo la delusione di fine anno, con una riforma delle pensioni che di fatto non ha accolto le loro richieste, i lavoratori precoci sono pronti a una “ripartenza” di questo 2017 all’insegna della lotta. “Ragazziiiiiii da lunedi si riparte per la nostra grande lotta”, scrive uno degli appartenenti al gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti”, ricordando con delle foto i momenti vissuti nel 2016 dal comitato di Torino. Nelle immagini possiamo vedere i presidi tenuti e anche l’incontro con Maurizio Landini. Il Segretario generale della Fiom è sempre stato vicino alla battaglia per Quota 41, ritenendo che dopo così tanti anni di lavoro si abbia diritto ad andare in pensione, anche se non si è raggiunto il requisito anagrafico richiesto. Vedremo se il nuovo anno porterà a delle soddisfazioni per i lavoratori precoci dopo le recenti delusioni.
In Sicilia il Governo Crocetta vuol mettere le mani sul patrimonio del Fondo pensioni dei regionali, che ha circa un miliardo di euro. Lo dicono i segretari del Cobas/Codir Marcello Minio e Dario Matranga. I quali si oppongono alla norma della finanziaria regionale con cui la Giunta vuole riacquisire l’intero controllo di 33 immobili, al momento in quota al Fondo immobiliare Fiprs di cui l’amministrazione regionale detiene il 35% del capitale. lasicilia.it riporta le dichiarazioni dei due sindacalisti rilasciate all’Ansa. Il loro timore è che “dietro al piano ci possano essere interessi diversi da quelli di dare redditività al patrimonio del Fondo pensioni”. E non temono di dire che “si profila all’orizzonte il tracollo del Fondo, come avvenne alla fine degli anni Novanta quando l’allora governo Graziano azzerò l’intero patrimonio dell’ex Fondo che poi venne sciolto”.
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Riforma pensioni novità 2017 ultima modifica: 2017-01-07T06:24:06+01:00 da