Riscatto della laurea. Come e quando

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dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 29.12.2018

– Riscattare gli anni dell’università. Ecco come funziona: ed è meglio fare in fretta! 

Il riscatto di laurea permette di convertire a pagamento gli anni di università previsti dal proprio corso legale di studi  in anni utili alla propria anzianità contributiva. Si tratta perciò di una possibilità conveniente da valutare per quanti vogliono raggiungere la pensione con qualche anno di anticipo.

Chi può richiedere il riscatto di laurea?

Il riscatto di laurea permette di valorizzare ai fini pensionistici il proprio percorso di studi universitario: la facoltà di riscatto solo a chi ha conseguito il diploma. Non può chiederlo chi, pur avendo seguito un corso di studi universitario, non lo abbia poi concluso ottenendo effettivamente il diploma.

Questi, in particolare, i titoli riconosciuti:

  • diplomi universitari, relativi a corsi di durata non inferiore ai due anni e non superiore ai tre anni
  • diplomi di laurea, relativi sia al cosiddetto “vecchio ordinamento” (corsi di durata non inferiore ai quattro e non superiore ai sei anni) sia degli ordinamenti universitari “post riforma” (lauree magistrali e specialistiche)
  • diplomi di specializzazione, conseguiti successivamente alla laurea e al termine di corsi di durata non inferiore ai due anni
  • dottorati di ricerca
  • diplomi rilasciati da Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale (con riferimento ai corsi attivati dall’anno accademico 2005/2006): diplomi accademici di primo e secondo livello, diploma di specializzazione, diploma accademico di formazione alla ricerca

Possono essere riscattati anche eventuali titoli di studio conseguiti all’estero, purché abbiano valore legale in Italia. Il riscatto può poi riguardare tutto il corso di studi o singoli periodi; possono essere riscattati anche due o più corsi di laurea.

Il riscatto non viene invece riconosciuto né ai periodi fuori corso né a quelli svolti come studente-lavoratore. In questo, infatti, sia principio è che il richiedente, nei periodi in cui abbia appunto contemporaneamente studiato e lavorato, abbia già versato i contributi e quindi risulti già “previdenzialmente coperto” proprio dall’attività lavorativa svolta.  Perciò i periodi per i quali viene richiesto il riscatto non devono essere coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto non solo presso il fondo cui è diretta la domanda stessa ma anche negli altri regimi previdenziali.  Altre informazioni  su casi particolari sono disponibili sul sito INPS.

Come si inoltra la domanda per il riscatto di laurea?

Il riscatto di laurea è sempre a titolo oneroso e viene riconosciuto solo in seguito a specifica domanda dell’interessato. Compete all’Ente previdenziale valutare se accogliere o respingere la richiesta.

Dopo aver  verificato il possesso dei requisiti richiesti, è possibile inoltrare la domanda all’Ente previdenziale. Più sotto riportiamo la procedura prevista dal’INPS; è importante tuttavia precisare che è possibile presentarne richiesta anche per gli iscritti alle Casse di previdenza: in questo caso, bisogna tuttavia di documentarsi preventivamente presso l’ente di riferimento poiché possono essere in vigore regole e modalità diverse.

Il sito INPS consente di inoltrare la richiesta per via telematica nella sezione dedicata ai servizi online: l’accesso richiede l’identificazione tramite PIN: chi non ne fosse in possesso può richiederlo sul sito stesso (“Richedi e gestisci il tuo PIN”).  Per assicurare adeguato supporto, l’INPS ha comunque previsto un Contact Center, che risponde al numero 803164, per fornire tutte le informazioni del caso, dalla presentazione della domanda fino al pagamento dei contributi.

IMPORTANTE. L’inoltro della domanda non è soggetto a tempistiche particolari ma a chi fosse interessato conviene comunque muoversi in fretta… perché, solitamente, più tempo passa e meno conviene!

Riscatto di laurea, come e quanto si paga? 

L’importo dovuto per il riscatto può essere versato in un’unica soluzione o, eventualmente, tramite MAV o addebito diretto sul conto corrente in 120 rate mensili. Nel caso in cui si scelgano le rate, vale comunque la possibilità di estinguere anticipatamente il debito, senza costi aggiuntivi.

Il mancato importo della soluzione unica o della prima rata viene interpretato dall’Inps come implicita rinuncia alla domanda, che potrà comunque essere ripresentata in futuro. Per le rate successive alla prima, un ritardo nel pagamento comunque non superiore ai 30 giorni è consentito non più di 5 volte. Il pagamento può essere interrotto in qualsiasi momento, senza perdere quanto già sborsato: in questo caso, verrà però accreditato il solo periodo corrispondente a quanto effettivamente versato. Impossibile invece richiedere la restituzione di quanto già versato.

Ma il riscatto di laurea conviene?

Il tema dell’effettiva convenienza del riscatto di laurea è molto dibattuto, spesso anche con esisti contrastanti tra chi lo ritiene utile ad aumentare la propria anzianità contributiva e chi, invece, invita a investire eventuali risparmi altrove, ad esempio nella previdenza complementare. Di fatto, la natura onerosa del riscatto impone di valutare attentamente, prima di procedere, se effettivamente conviene. Determinarlo con validità assoluta è però impossibile, poiché i vantaggi (al di là di condizionamenti legati anche a futuri sviluppi legislativi) dipendono da vari fattori, come quando si sono finiti gli studi, la posizione lavorativa e la storia assicurativa del richiedente.

In particolare, la somma da versare all’ente pensionistico dipende strettamente dal proprio stipendio o reddito al momento di presentazione della domanda: più lo stipendio/reddito è alto, maggiore sarà l’entità dei contributi da pagare. Ecco perché un buon consiglio di validità pressoché generale è quello di procedere velocemente, visto che di solito nei primi anni di lavoro si tende a guadagnare meno.

Non solo, se lo si fa prima di iniziare a lavorare il riscatto di laurea può essere pagato su un reddito convenzionale basso (15.710 nel 2018) ed, eventualmente, anche dai genitori o dalla persona cui il richiedente risulti a carico. E poiché l’onere di riscatto è fiscalmente deducibile ai fini Irpef dal reddito, più il genitore ha un reddito alto, maggiore sarà il risparmio fiscale.

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Riscatto della laurea. Come e quando ultima modifica: 2018-12-29T04:31:40+01:00 da
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