RSU di istituto: la triste guerra tra poveri voluta dai sindacati

Gilda Veneziainviato da Rosa Sapone, 2.3.2024.

Ogni contrattazione integrativa di Istituto in cui si vuole imporre a prescindere la quota 70-30% rappresenta nella maggioranza dei casi una devalorizzazione dei docenti e della loro funzione.

Gilda Venezia

Sta accadendo da anni che in molte RSU della provincia di Venezia e in altre province i confederali con lo Snals vogliono imporre una suddivisione del Fondo delle Istituzioni scolastiche tra docenti e ATA pari a 70% per i docenti e 30% per il personale ATA.
Non ci sarebbe nulla da eccepire se ci fosse realmente un rapporto percentuale  calcolato sulla totalità dei lavoratori pari a 70 e 30  (docenti e ATA).
Peccato che questo avvenga in rarissimi casi.

Normalmente il numero del  personale docente assomma a circa l’80% della totalità dei lavoratori e quindi dovrebbe essere questa la percentuale da applicare.

Confederali e Snals, forti di un loro accordo sottoscritto tra loro anni fa, invece pretendono che vi sia uno spostamento delle risorse dai docenti al personale ATA.
Quali sono le motivazioni addotte? Ne cito solo alcune:

  • il personale ATA prende stipendi più bassi dei docenti che, nel caso dei collaboratori scolastici, sono oggettivamente imbarazzanti;
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  • Il personale ATA lavora tantissimo perché oberato da compiti sempre più complessi derivati dall’autonomia scolastica e dalla presenza di allievi disabili, bes, ecc.;
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  • Il personale docente può avvalersi di altre forme di riconoscimento del lavoro accessorio (progetti PNRR, tutor, orientatore, funzioni strumentali, carta del docente).

Il trasferimento di parte dei fondi dai docenti agli ATA sarebbe quindi una sorte di compensazione per il mancato riconoscimento contrattuale di compiti e funzioni che graverebbero sul personale ATA.

Il ragionamento fatto dai confederali appare viziato e sbagliato sotto diversi punti di vista. Ne elenco alcuni:

  • Il fatto che gli stipendi siano oggettivamente bassi per la funzione svolta colpisce egualmente ATA e docenti. Per diventare docente servono anni di studio, corsi abilitanti, concorsi, integrazioni di CFU fatte a loro carico. Ricordo che a fine carriera un docente prende circa 2.000 euro netti….Ciò non sembra esistere nel caso del personale ATA e la lotta per gli incrementi stipendiali di tutti dovrebbe essere l’elemento fondante delle rivendicazioni del sindacato.
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  • Anche i docenti stanno lavorando tantissimo soprattutto a causa della valanga di competenze loro richieste e degli oneri burocratici connessi. Basti pensare ai pdp, ai glo, al ruolo dei coordinatori di classe, ecc. Il personale ATA può avvalersi della cosiddetta “intensificazione”, cioè la possibilità all’interno delle stesse ore di lavoro di veder riconosciuta una complessità maggiore di responsabilità. Ai docenti ciò non spetta.
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  • Per quanto concerne le ulteriori forme di riconoscimento del lavoro accessorio e della funzione è vero che i docenti sono chiamati a ricoprire incarichi specifici con i soldi del PNRR in numero limitato (tutor, orientatore), o con il soldi del FMOF (fondo per il miglioramento dell’offerta formativa) come le funzioni strumentali. Va gli stanziamenti PNRR sono previsti anche per il personale ATA coinvolto nei progetti e sono risorse legate ad una legge che ha caratteristiche temporanee. Le funzioni strumentali sono pagate forfetariamente (poco) con stanziamenti stabiliti a monte dalla contrattazione nazionale e dalla legge e troppo spesso diventano parte dello “staff della dirigenza” alle dirette dipendenze del Dirigente Scolastico. Non fanno parte del FIS (Fondo delle Istituzioni Scolastiche) che è oggetto del contendere tra ATA e docenti. Ugualmente non rientra in alcun calcolo del FIS e del FMOF la carta del docente inventata da Renzi che ha caratteristiche imposte dalla legge e che esula da qualsiasi contrattazione sindacale. Mi pare che la Gilda avesse criticato la carta del docente chiedendo che i fondi fossero utilizzati per gli aumenti di stipendio (di tutti!).
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  • Nelle tabelle orarie per il riconoscimento delle attività accessorie quelle dedicate al personale docente sono più elevate. Al personale docente spettano per ogni ora aggiuntiva € 19,25. Al personale ATA spettano ai collaboratori € 13,25 per ogni ora e € 15,95 agli assistenti considerando che il personale ATA può godere degli straordinari e del recupero delle ore aggiuntive fatte, cosa che di norma non è prevista per il personale docente. Fingere che tutti lavoratori prendano gli stessi soldi è un falso.

Come si può facilmente notare le ragioni per una qualsiasi “compensazione” in sede FIS tra docenti a ATA sono inesistenti oppure molto fragili.

In questo contesto ogni contrattazione integrativa di Istituto in cui si vuole imporre a prescindere la quota 70-30% rappresenta nella maggioranza dei casi una devalorizzazione dei docenti e della loro funzione. Sbagliano questi sindacati ad insistere nella loro bizzarra interpretazione “solidaristica” per la quale i più ricchi devono aiutare i più poveri. Si facciano serie battaglie sindacali per aumentare sensibilmente gli stipendi di tutti e non solo dei dirigenti scolastici che trovano nei confederali e nell’Associazione Nazionale Presidi sponde sempre sensibili al grido di dolore per i bassi stipendi (dei dirigenti…).
E ricordiamo che i Dirigenti scolastici, che mediamente chiedono di assegnare circa il 10% delle somme disponibili per la contrattazione di istituto ai loro collaboratori non mettono 1 euro nel FIS.

E’ quindi imbarazzante firmare contratti di Istituto che partono da una visione distorta della realtà e che aprono a contenziosi e polemiche che vedono ATA contro docenti. La soluzione dovrebbe venire a livello nazionale con una suddivisione a monte delle risorse spettanti ai docenti e agli ATA. I confederali non vogliono perché si aprirebbe a loro avviso una divisione tra i lavoratori (!!??).  Ma la vera soluzione è quella di riconoscere l’area di contrattazione separata per i docenti che non possono essere assimilati a semplici impiegati esecutivi del pubblico impiego. Anche su questo i confederali sono sordi. Si romperebbe l’unità dei lavoratori….. Quanta ipocrisia.

 

RSU di istituto: la triste guerra tra poveri voluta dai sindacati ultima modifica: 2024-03-02T04:23:05+01:00 da
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