La qualità dell’istruzione che spesso è richiamata per sottolineare gli sforzi di centinaia di migliaia di insegnanti sottopagati compiono per educare gli studenti e le studentesse delle scuole primarie e secondarie è anche declinante. L’appena pubblicato Rapporto Istat sui Sustainable Development Goals – gli obiettivi dello sviluppo sostenibile adottati dall’Agenda 2030 dell’Onu – certifica che al terzo anno delle scuole medie il quaranta per cento degli studenti non ha competenze alfabetiche sufficienti e uno su tre è insufficiente in matematica. Con ancora una volta i tassi più elevati di difficoltà registrati al sud.
Lo sguardo sull’Università, ai cui studenti per fortuna Salvini non ha proposto ancora l’obbligo del grembiule, sarebbe ancora più impietoso. Dal 2010 al 2017 all’istruzione universitaria sono stati praticati tagli superiori a un miliardo di euro e il solo corpo docente è calato del dieci per cento stipendiato con salari tra i più bassi d’Europa. Per quanto riguarda i laureati, la percentuale è del 27,9% tra gli adulti tra 30-34 anni a fronte del 40,5% della media europea che scende all’11,5% tra gli individui tra i 55 e i 74 anni collocando l’Italia penultima dopo la Romania per numero di laureati nell’intera unione.
Quanti giovani conoscono la storia, il fascismo, i campi di concentramento, le dinamiche economiche e sociali che hanno portato alla nascita delle democrazie occidentali non è dato sapere, variando i risultati delle ricerche con la velocità con cui si modificano le scalette dei telegiornali. Le indagini parlano però di una memoria sempre più breve come fenomeno collettivo alimentato da nuovi media, propagande e pubblicità varie a cui va di pari passo il crollo nella lettura dei libri. L’Istat stimava due anni fa che leggeva libri il 66,8% dei ragazzi tra 6 e 14 anni con entrambi i genitori lettori di libri e solo il 30% di ragazzi con genitori che non leggono con una percentuale di lettori inferiore al 50% del totale della popolazione.
Se Salvini, oltre a recuperare dall’armadio del libro Cuore, la nostalgia per le divise sia anche interessato al problema dell’istruzione e degli investimenti in capitale umano per costruire un futuro per il Paese non si sa. Al momento quello che è evidente agli occhi di tutti è che il suo governo del ‘cambiamento’ non ha cambiato niente del disegno di impoverimento intellettualeperseguito con tenacia e determinazione nell’ultimo decennio dai politici al potere in Italia. Come cantava Lindo Ferretti, allora, parlare di ordine e disciplina e di grembiuli monocolore “è comodo, sì, ma come dire, poca soddisfazione”.
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