Schiaffi alla figlia che ha inviato foto osé. Mastrocola: “Lezione per quei genitori che ricorrono al Tar”

di Josephine Carinci, il Sussidiario, 27.2.2024.

La mamma assolta secondo Paola Mastrocola è un episodio che potrebbe tornare utile a tanti genitori

Gilda Venezia

Schiaffi alla figlia dodicenne per avere mandato delle foto osé ad un diciannovenne: è stata assolta, a distanza di anni, la mamma, che era stata portata in tribunale con l’accusa di maltrattamenti. I giudici, come riportato dal Corriere della Sera, hanno infatti stabilito che “una volta sorpresa la figlia, la signora ha indubbiamente ritenuto di esercitare quel potere/dovere di educazione e correzione dei figli che deve essere riconosciuto in capo a ciascun genitore”. Per questo è stata esclusa la punibilità nei confronti della donna. A parlarne, sulle pagine de La Stampa, è Paola Mastrocola.

La scrittrice, analizzando la vicenda, commenta: “Mi stupisce che una madre, otto anni fa, tirasse ancora schiaffi ai figli. Mi stupisce che si finisca in tribunale. E mi stupisce che il giudice abbia dato ragione alla madre. Non si fa più da anni di educare a suon di schiaffi. La sberla è stata abolita nell’uso comune, rimpiazzata dalla lezioncina morale e dalla contrattazione eterna”.
A vincere, nei tempi moderni, è stato il dialogo che però, secondo l’autrice, spesso porta a trattative estenuanti nelle quali “99 volte su 100 il genitore finisce per capitolare. Lo schiaffo era più breve, certamente. Diretto, non ambiguo e spiccio. Ma abbiamo deciso che appartiene all’era troglodita di quando c’era l’autorità e pronunciare quella parola non era un delitto”. Per questo motivo la sentenza del Tribunale, ora, sorprende. 

Schiaffi alla figlia 12enne per aver inviato foto osé: “La prudenza…”

I giudici, nella sentenza della figlia alla quale la mamma aveva tirato uno schiaffo perché aveva inviato foto osé via social, scrivono che esiste un “potere/dovere di educazione e correzione dei figli” e nonostante la mamma forse “ha ecceduto nell’impiego della forza per redarguire la figlia”, si tratta di un episodio penalmente irrilevante. I giudici, nella sentenza, ammettono “lo schiaffo educativo”. Quello che, secondo Mastrocola “potrebbe tornare utile a quei genitori che, di fronte, alla bocciatura del figlio, fanno ricorso al Tar o accoltellano l’insegnante”. La ragazzina in questione, secondo la scrittrice, andava fermata per due motivi: la libertà e la questione femminile.

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