Il Corriere della sera, 17.2.2023.
La proposta di un ex professore delle medie passato al liceo: un anno ponte in cui, oltre a rafforzare le competenze fondamentali, gli alunni possano scegliere già due o tre materie di indirizzo in vista del passaggio alle scuole superiori
La scuola italiana pare essere una fisarmonica, ad ogni soffio di una riforma annunciata e mai attuata. C’è chi paventava, anni fa, al tempo del ministro Berlinguer, l’accorpamento della scuola media alle elementari, ora si sta sperimentando l’accorciamento della scuola superiore a quattro anni. Per far cassa? Recentemente è stata proposto una sorta di anno «elastico» da due colleghe docenti come me: la prima superiore, dove si registrano i maggiori insuccessi scolastici in termini di rimandati a settembre, abbandoni e bocciature, andrebbe dunque «alleggerito» con massimo di 25 studenti per classe, per «favorire passaggi rapidi ad altri corsi di studi, in una sorta di prima fluida e orientativa, in cui gli studenti possano accedere ad un curriculum più flessibile e trovare riscontro alle loro reali attitudini».
La proposta pare sensata, ma non attuabile, se andrà a pieno regime la scuola superiore in quattro anni. Bisogna, invece, concentrarsi con risorse umane ed economiche, sul segmento della filiera formativa della scuola italiana, che è stato ripetutamente definito l’anello debole, ovvero la scuola media. Come? Allungandola di un anno, per instaurare la quarta media, un po’ come fanno già i nostri cugini svizzeri del Canton Ticino. L’anno elastico, dunque, andrebbe realizzato in un anno di quarta media, leggero, flessibile, creativo, specialistico. Chi insegna nella scuola media o ha avuto esperienza, come lo scrivente, sa che una classe di scuola media della scuola pubblica del nostro Paese è un melting pot, per così dire, di peculiarità, democraticamente diffuse e distribuite: ci sono studenti delle cosiddette tre fasce (alta, media, bassa), come anche compagni di classe diversamente abili, con disturbi specifici di apprendimento, stranieri appena arrivati e non ancora alfabetizzati in lingua italiana, con bisogni educativi speciali. Il docente svolge attività didattico-educative avendo a che fare con una ricchezza di umanità che a volte è una grande sfida e stimolo, perché l’età della pre-adolescenza è ancora malleabile e si può, per certi versi, ancora «in-segnare», ovvero lasciare un segno nella mente e nell’anima di chi non è più bambino ma non è ancora, appunto, adolescente.
E cosa si potrebbe fare in quarta media? Tante cose, se si volesse: fare un percorso di orientamento seria ed efficace per la scuola superiore che andrebbe sì ridotta a quattro anni, anche con il supporto di esperti esterni. Si potrebbe, inoltre, da una parte consolidare gli apprendimenti delle competenze di base, in materie presenti in tutte le scuole superiori (italiano, matematica e inglese), con un monte ore adeguato; dall’altra parte si potrebbe sperimentare, in un’ottica di reale passaggio tra medie e superiore, e progettare un curriculum in cui sviluppare le soft-skills , in base alle più aggiornate evidenze della ricerca. Insomma, un curricolo leggero che sia motivante! Accanto alle materie «fondamentali», l’alunno potrebbe scegliere due o tre materie opzionali offerte dalla scuola, in accordo con l’autonomia scolastica. La quarta media dovrebbe essere un connubio equilibrato tra lezione frontale e laboratorio del saper fare, in cui l’obiettivo finale sarebbe far maturare l’alunno in una scelta consapevole della scuola superiore; consolidare gli apprendimenti e le competenze di base; sviluppare attività e situazioni in cui promuovere «la flessibilità, la creatività, l’attitudine alla risoluzione dei problemi, la capacità di giudizio, di interazione e di argomentazione».
La quarta media, svincolata dalla rigidità dell’assetto tipica della scuola media e superiore, può rappresentare un laboratorio di sperimentazione didattica, anche con le metodologie più interattive, e un luogo di incontro e confronto tra docenti della scuola media e superiore. Perché uno dei «drammi» è che spesso questi due ordini di scuole sono a compartimenti stagni e non vogliono contaminarsi, anzi poco si conoscono nella sostanza: con una rivoluzione degli organici, che sarebbe certamente una erculea fatica per la macchina burocratica, ci vorrebbero docenti delle superiori in servizio, per un certo numero di ore, nella quarta media, perché possano conoscere meglio questa realtà e questa fascia di età. Certo, la proposta della quarta media è tutta da pensare e progettare, ma avremmo però la fortuna di prendere spunto dai cugini ticinesi, senza perderci in altre chiacchiere.