Il Sole 24 Ore, 1.3.2023.
Per gli insegnanti sarà possibile presentare le richieste fino al 21 marzo. Dal 17 marzo al 3 aprile la “finestra” per il personale Ata. Tutti i contenuti.
Definita la presentazione delle domande per la mobilità: prevede per i docenti la finestra temporale dal 6 al 21 marzo, dal 17 marzo al 3 aprile per il personale Ata e dal 9 al 29 marzo per gli educatori. La pubblicazione dei movimenti è fissata per i docenti al 24/5, per gli educatori al 29/5, per gli Ata all’1/6. È quanto si apprende dopo l’incontro del primo marzo tra i sindacati e il ministero dell’Istruzione sulla mobilità del personale scolastico.
L’opposizione dei sindacati
Sono in arrivo le ordinanze ministeriali ma i sindacati non hanno voluto firmare nessun documento. «Per due ragioni – spiega la Uil scuola – la permanenza dei vincoli e l’aver mancato una opportunità importante, permettere anche a chi, il 1° settembre 2022, ha ottenuto (o otterrà negli anni successivi) la mobilità in una provincia diversa rispetto a quella di titolarità, la possibilità di fare domanda di trasferimento». La Uil Scuola Rua «ritiene che tutto il personale abbia uguali diritti e che bisogna evitare discriminazioni tra analoghe situazioni, per cui l’accesso alla mobilità deve essere consentito a tutti a prescindere dall’anno scolastico di immissione in ruolo». Nessun vincolo: è questa la linea seguita dal sindacato durante tutta la trattativa che ha portato alla riunione del primo marzo, con la presentazione di un provvedimento, da parte del ministero, definito dal sindacato, «rigido, miope e poco coraggioso».
Anche la Gilda spiega che i vincoli sui quali il ministero non è retrocesso «riguardano coloro che sono riusciti ad avere il trasferimento nella scuola espressamente richiesta e chi ha ottenuto il trasferimento tra province diverse a prescindere dalla preferenza manifestata. L’amministrazione ha concesso soltanto una lieve apertura condizionata per i neo immessi in ruolo nell’anno scolastico 2022/23 le cui domande di mobilità, considerate le ambiguità del decreto legge 36, saranno convalidate soltanto in caso di un chiarimento legislativo. La Gilda Unams ha manifestato il proprio disappunto, ribadendo la netta contrarietà ai vincoli espressa sin dall’inizio della contrattazione».
Coinvolte quasi 80mila persone
Quello della mobilità è un passaggio che coinvolge ogni anno da 50 a 80 mila persone. È l’unico modo che ha il personale della scuola di poter cambiare sede. L’obiettivo delle limitazioni al diritto della mobilità – imposto anche dalla commissione europea – è garantire la continuità didattica.
«Restano tutti i vincoli, i sindacati non hanno firmato e il ministero dell’Istruzione sta per emanare un atto unilaterale. Si conclude così la contrattazione sulla mobilità del personale scolastico iniziata lo scorso ottobre. L’ultimo atto è andato in scena questa mattina con il confronto tra le organizzazioni sindacali e l’amministrazione sull’ordinanza che dispone tempi e modalità delle domande di trasferimento. Inascoltata la richiesta di un incontro politico avanzata dai sindacati la scorsa settimana», fa sapere la Gilda. Per la Uil scuola è la conferma della “mancanza di una volontà politica necessaria per affrontare la questione nel concreto: alle promesse elettorali – rimuovere gli ‘ostacoli piantati dal ministro Azzolina’ – non sono seguiti i fatti che confermano una cattiva continuità con quella politica che ha inserito i vincoli».
I contenuti
L’ordinanza ministeriale che regolerà la prossima mobilità docenti – a quanto si apprende – contiene: l’ obbligo di permanenza nella sede di immissione in ruolo per almeno tre anni per tutti i docenti assunti in ruolo a partire dall’1/9/22. Per questi docenti l’amministrazione ha inserito una parziale limitazione: potranno presentare domanda di mobilità in attesa di un intervento legislativo che sospenda il blocco, limitatamente all’anno scolastico 2023/24. Nel caso in cui questo provvedimento non dovesse arrivare, anche per loro la mobilità sarà bloccata. Una sorta di domanda con “riserva” che potrà sciogliersi solo a seguito dell’intervento legislativo.
Analoga possibilità non è invece prevista per chi l’1/9/22 ha ottenuto (o otterrà negli anni successivi) la mobilità in una provincia diversa rispetto a quella di titolarità. L’applicazione del decreto legislativo 105/22 che ha eliminato il referente unico ai fini dell’assistenza al familiare disabile. Per cui, anche più figli che assistono il genitore disabile possono richiedere la precedenza nei trasferimenti provinciali.
Restano confermati, perché presenti già dallo scorso anno, nel contratto integrativo, il divieto di presentare domanda di mobilità per tutti i docenti che, a partire dall’anno scolastico 2022/23, ottengono un trasferimento o un passaggio di cattedra o ruolo in altra provincia e la possibilità nei trasferimenti provinciali da posto di sostegno a posto comune solo sul 75% dei posti disponibili.
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Scuola, dal 6 marzo disco verde alle domande per la mobilità del personale ultima modifica: 2023-03-02T05:10:01+01:00 da