Scuola, la beffa del nuovo contratto: compensi più alti ma meno ore di straordinario

di Salvo Intravaia, la Repubblica, 7.11.2023.

Aumenta la paga oraria per gli incarichi extra assunti da docenti e Ata, ma il budget generale resta lo stesso. Risultato: si potranno retribuire meno ore. E così gli istituti rischiano di entrare in crisi

Gilda Venezia

Aumentano i compensi ma calano le ore per lo straordinario. È la beffa del contratto del personale scolastico per gli anni 2019/2021, sottoscritto lo scorso luglio per la parte economica ma già scaduto da due anni. E le scuole rischiano di entrare in crisi. Perché all’incremento della paga oraria per il lavoro straordinario non corrisponderà un analogo aumento del compenso, ma un calo delle ore da retribuire. Negli ultimi anni, la scuola italiana si è enormemente complicata e i docenti, ma non solo questi ultimi, per fare in modo che il servizio scolastico sia il più efficiente possibile assumono ogni anno una serie di incarichi senza i quali la macchina scolastica rischierebbe di incepparsi.

Per remunerare i tanti incarichi extra assunti da docenti e Ata (amministrativi tecnici e ausiliari), ogni istituto dispone di un Fondo d’istituto. Che serve, in primis, a retribuire i collaboratori della presidenza. Ma non solo. Perché alla media e al superiore per coordinarne i lavori e tenere i rapporti con le famiglie si nomina un coordinatore per ogni consiglio di classe. Una figura che non è prevista dal contratto di lavoro e che viene retribuita con i fondi per il lavoro straordinario. Stesso discorso per tantissime altre figure. Per esempio, quasi tutte le scuole – elementari e materne comprese – per tenere i rapporti con gli enti del territorio nominano una serie di referenti: alla Salute, alla Legalità e via dicendo. Per non parlare dei tutor dell’Educazione civica e del mobility manager, introdotti da norme ad hoc ma senza prevedere un compenso.

I compensi per lo straordinario

Col nuovo contratto del personale scolastico, il compenso per gli incarichi assunti dagli insegnanti è passato da 17,50 euro l’ora a 19,25. Ma il budget che avrà a disposizione ogni scuola per la retribuzione delle attività extra resta invariato rispetto allo scorso anno. Di conseguenza con lo stesso budget si potranno retribuire meno ore e quindi le scuole potranno fruire di meno ore di straordinario per portare avanti le proprie attività. A meno che, per garantire le stesse ore, i docenti non decidano di lavorare gratis.

“Abbiamo messo in evidenza subito questa criticità – spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi – Il compenso orario si incrementa giustamente dopo tanti anni, ma poiché il monte ore per il Fis è rimasto invariato vuol dire poter fare meno ore di lavoro straordinario. Non penso naturalmente all’ipotesi di lavoro straordinario gratis. Quello che si può fare è prevedere compensi forfettari”. Sulla stessa linea la collega Paola Bortoletto, a capo dell’Associazione nazionale dirigenti scolastici. “Sicuramente – dice – non si può costringere i docenti a lavorare gratis. Se i compensi per i docenti ammontano a 20 mila euro si potranno retribuire circa 100 ore in meno. L’unico modo è la verifica degli incarichi, la riduzione dei componenti delle commissioni. E laddove sono previsti compensi per il bonus docenti, si può decidere di riversare tutta la cifra della valorizzazione nel fondo d’istituto”.

Gli stipendi

Il contratto sottoscritto a luglio per la parte economica – che per la parte normativa verrà sottoscritto a novembre – è scaduto da quasi due anni. Nel biennio 2022/2023, secondo l’Istat, l’inflazione ha eroso le retribuzioni degli italiani dell’11%. Mentre per il triennio 2019/2021, gli aumenti contrattuali hanno recuperato l’inflazione. Ma facendo permanere le retribuzioni dei docenti italiani tra le più basse d’Europa. Con le somme del Fondo dell’istituzione scolastica, docenti e Ata arrotondano lo stipendio con cifre che si mantengono attorno ai 50/100 euro netti al mese. Non di più. Ma con un lavoro, spesso sommerso, che rappresenta una boccata d’ossigeno per i dirigenti scolastici. Per il nuovo contratto, che dovrebbe aggiornare le retribuzioni per il triennio 2022/2024 il governo avrebbe stanziato qualcosa come 8 miliardi di euro, 3 per il 2024 e 5 per l’anno successivo. Ma si tratta di cifre contenute nelle bozze che circolano e da ripartire tra i 3,2 milioni di addetti ai lavori di tutto il pubblico impiego. Poca cosa, insomma. Mentre il prossimo mese, tutti i dipendenti pubblici riceveranno una somma una tantum che anticipa la cosiddetta indennità di vacanza contrattuale. Una cifra che dovrebbe aggirarsi attorno ai mille euro lordi.

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Scuola, la beffa del nuovo contratto: compensi più alti ma meno ore di straordinario ultima modifica: 2023-11-07T14:37:09+01:00 da

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