Tuttoscuola, 16.11.2018
– E’ in questo quadro di ombre che gravano sul futuro delle scuole paritarie che esce in libreria un piccolo libro di battaglia, insomma un classico pamphlet, intitolato “Lettera ai politici sulla libertà della scuola”, a firma di Dario Antiseri e Anna Monia Alfieri (Rubbettino editore, Soveria Mannelli, 2018), due tra i più impegnati sostenitori della parità anche economica tra le scuole statali e quelle paritarie.
Risale agli anni ottanta dello scorso secolo la battaglia di Dario Antiseri, filosofo ed epistemologo, studioso di Karl Popper e Milton Friedman, a favore dell’introduzione del ‘buono scuola’ come criterio di finanziamento di tutto il sistema scolastico, comprese le scuole non statali legalmente riconosciute, come si chiamavano allora le scuole private che gestivano corsi di studio regolari in concorrenza con le scuole statali. Ma la sua voce rimase isolata anche nel campo cattolico liberale nel quale egli si è sempre riconosciuto. In questo lavoro Antiseri ripropone in sintesi le sue argomentazioni critiche nei confronti del monopolio statale dell’istruzione, e porta a sostegno della sua tesi le posizioni non solo di liberali come Stuart Mill, Popper, von Hayek e Luigi Einaudi, ma anche di storici oppositori della scuola cattolica come Gramsci e Salvemini (sia pure, per la verità, decontestualizzando alcune loro espressioni). La sua analisi è peraltro incline al pessimismo. Uno dei paragrafi del suo contributo è intitolato “In Italia la scuola libera è libera solo di morire”…
Minore pessimismo, e anzi grande combattività, caratterizzano invece le tesi esposte da Anna Monia Alfieri nella seconda parte di questo opuscolo. Alfieri punta sulla piena attuazione della legge 62/2000, realizzata da Berlinguer con una operazione politica che riconosceva alle scuole paritarie la parità giuridica ma non quella economica, partendo dalla affermazione, in essa contenuta, della natura pubblica dell’attività svolta dalle scuole paritarie.
Attraverso una puntigliosa rassegna comparativa della situazione delle scuole non statali presenti in Europa, compresa quella orientale ex comunista, Alfieri dimostra che solo l’Italia e la Grecia non mettono le scuole non statali in condizione di competere con quelle pubbliche direttamente gestite dallo Stato, e torna alla carica con la proposta, ampiamente illustrata in un precedente volume del 2015 (Il diritto di apprendere, Giappichelli editore), di utilizzare come criterio generale di finanziamento di tutto il sistema educativo (statale più paritario) il “costo standard di sostenibilità per allievo”, che a suo avviso produrrebbe anche un sensibile risparmio per il bilancio del Miur.
La proposta di Alfieri assomiglia per molti aspetti al ‘buono scuola’ di Antiseri, ma è forse meno radicale del sogno liberale e liberista del filosofo cattolico, essendo in qualche misura più aperta alla discussione e alla mediazione. Sempre che la “scuola libera”, come teme Antiseri, non muoia prima… Sarebbe una imperdonabile catastrofe che peraltro ricadrebbe sulla scuola statale, sul Paese e sulla libertà di educazione.
Professore A.Rubinacci
Coordinatore scientifico Tuttoscuola
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Scuole paritarie: il ‘costo standard’ come ultima chance ultima modifica: 2018-11-16T20:55:45+01:00 da