inviato da S.T. 9.7.2023.
Basta misure “una tantum”.
A partire luglio e fino a dicembre 2023 gli insegnanti si troveranno nel cedolino più o meno 35 euro grazie all’ultima legge di Bilancio: si tratta di un compenso aggiuntivo straordinario pari all’1,5% dello stipendio che si aggiunge a quanto percepito da gennaio a giugno.
Il tutto senza che l’ultima Finanziaria non abbia previsto alcunché per il rinnovo contrattuale 2022-24. E dunque va subito chiarito che questa parcella, pari a circa 450 euro annuali per 13 mensilità, è di gran lunga inadeguata a recuperare la perdita del potere d’acquisto degli stipendi dovuta all’inflazione degli ultimi tre anni.
E basta fare un paio di semplici calcoli per capire che c’è poco da sorridere.
Se ci atteniamo all’inflazione prevista dall’Istat di circa al 6,6% risulta evidente una perdita del 5,1% che ammonta a circa 1.500 euro annuire che calcolata nei tre anni ammonta ad una riduzione del valore degli stipendi del 14,6% cioè di ben 4.500 euro.
Tutto il resto sono chiacchiere.
Quindi servono risorse, chiare, sostanziose e nette, che devono essere individuate dal Governo nella prossima Legge di bilancio.
Questo devono chiedere i sindacati nel rinnovo del contratto nazionale della scuola.
Siamo stanchi di misure “una tantum” che da anni hanno eroso gli stipendi dei docenti italiani.
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Servono risorse (vere) per la scuola ultima modifica: 2023-07-09T09:54:42+02:00 da