Si torna in classe senza tremila prof, preside «a tempo» in una scuola su 4

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di Sara Bettoni, Il Corriere della sera, ed. di Milano, 10.9.2017

– Non basta il piano statale urgente. A due giorni dall’inizio dell’anno scolastico (al via martedì in Lombardia) migliaia di cattedre sono vuote. Un istituto su quattro, a Milano, non avrà un preside titolare ma solo un reggente. I sindacati: procedure da rivedere.

La situazione è critica per tutto il Nord Italia, dopo la richiesta di trasferimento di molti professori, ma il problema si fa più acuto in regione e sotto la Madonnina. Dei 3.016 posti ancora da riempire nella provincia, 1.571 sono stati coperti. Il Miur ha infatti deciso a sorpresa una seconda tornata di immissioni in ruolo dal 28 agosto, per ovviare al problema delle rinunce e limitare il numero di cattedre occupate da supplenti. La manovra però non è stata sufficiente a soddisfare tutte le richieste. E così per gli insegnamenti ancora senza titolare si procederà nella prossima settimana («probabilmente il 14 o il 15 settembre», spiega il provveditore Marco Bussetti) con le chiamate per le supplenze annuali.

Chi manca all’appello? L’elenco è simile a quello già snocciolato negli scorsi anni. «Docenti di matematica, tecnica, inglese e spagnolo per le medie», spiega Massimiliano Sambruna, segretario generale Cisl Scuola Milano. La carenza di professori abilitati per le materie scientifiche incide anche sulle superiori e il rimedio tarda ad arrivare. Dopo le telefonate di settimana prossima «sicuramente rimarranno caselle vuote», secondo Sambruna. Allora la palla passerà ai presidi, che potranno chiamare il personale necessario dalle graduatorie in loro possesso.

Una corsa contro il tempo a lezioni già avviate. Un pasticcio che per i sindacati poteva essere se non evitato, quantomeno arginato. «Visto il bisogno urgente — prosegue il segretario Cisl —, il Ministero avrebbe dovuto allargare le maglie e immettere in ruolo più persone, tenendo conto dei requisiti e non solo delle “fasce” in cui sono inserite». E invita a ripensare la politica di mobilità dei docenti e il modello di reclutamento.

Un capitolo a parte, di ancor più spinosa risoluzione, è quello degli insegnanti di sostegno. Un mese fa ne servivano 1.959 in tutta la provincia, sono stati ammessi in ruolo 288. Un vuoto di 1.671 cattedre che grava sulle spalle di studenti già in difficoltà i quali, al rientro in classe, non troveranno chi dovrebbe supportarli. Come mai? «Ci sono pochi percorsi che permettono di specializzarsi nel sostegno — spiega Sambruna — a fronte di una richiesta sempre maggiore». La proposta è quindi di puntare sulla formazione di nuove professionalità per il futuro.

A gestire il caos nel 25 per cento degli istituti milanesi c’è poi un reggente, ovvero il preside di un’altra scuola chiamato a farsi carico di ulteriori classi e costretto a giocare su più fronti contemporaneamente. Perché? Mancano dirigenti e concorsi che permettano di sostituire chi va in pensione. I rappresentanti di categoria si scagliano contro la lentezza delle selezioni, indicate come la fonte del problema che ogni anno si aggrava. «Un totale fallimento — chiosa la Flc-Cgil Scuola Milano —. Tempi biblici, commissioni incomplete, prove che ritardano il meccanismo. Una formula da rivedere e che alimenta solo la “supplentite”». Tra i numeri di inizio anno anche i circa 400 segretari in meno in Lombardia, 100 dei quali solo a Milano, i cui posti verranno occupati da personale amministrativo, e i buchi tra le file del personale Ata (bidelli, tecnici).

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Si torna in classe senza tremila prof, preside «a tempo» in una scuola su 4 ultima modifica: 2017-09-10T09:00:00+02:00 da
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