Sono partita da Catania con la valigia di cartone

di Vincenzo Pascuzzi, La scuola brucia! / School is Burning!,  20.3.2020

[Bugiardino. Intervista effimera, superficiale, quasi gossip; Non si parla di Scuola e dei suoi problemi – a parte una battutina su precari – tanto meno dei Docenti. v.p.]

L’INTERVISTA 

Lucia Azzolina: «Sono partita da Catania con la valigia di cartone»

La titolare dell’Istruzione: «Serve una donna alla guida dei 5 Stelle. Non faccio nomi e non è una mia ambizione, ma le risorse dentro il Movimento sono tante». A me basta il ministero dell’Istruzione»
di Monica Guerzoni – sette.corriere.il – 6 marzo 2020 – pagg.30, 31, 32
«Lo sa che questa era la scrivania di Benedetto Croce? Una grande emozione, non ci si abitua mai».
Lucia Azzolina, da bambina sognava di diventare ministra dell’Istruzione?
«I miei compagni di università lo avevano predetto, senza che io avessi mai osato sognarlo. Prima di iniziare a studiare filosofia volevo fare la pediatra, mi piaceva pensare di curare i soggetti più fragili».
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Lei è laureata anche in Giurisprudenza. Si sente più filosofa o azzeccagarbugli?
«Con la filosofia è stato amore a prima vista, ma se non avessi studiato legge non potrei fare il ministro».
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Rimpianti?
«Mi fu negata la carriera universitaria, perché non ero figlia di qualcuno che potesse raccomandarmi. Quando mi sono laureata ero la prima del corso, le carte per il dottorato c’erano tutte. Però mi dissero chiaro che avrei dovuto aspettare anni, una cosa che non potevo permettermi».
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Delusione cocente?
«Con il mio senso del realismo anche no, conosco le pecche di questo Paese. Vengo da una famiglia umile e monoreddito, con strumenti culturali modesti. Padre agente della polizia penitenziaria e madre casalinga. Finita la scuola di specializzazione all’insegnamento sono partita con la “valigia di cartone”. Viaggio da Catania a La Spezia in pullman, per risparmiare sul biglietto».
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È stata dura per una ragazza siciliana insegnare al Nord?
«Ricordo un video in cui Salvini diceva che i prof terroni non devono venire a insegnare in Lombardia. Fosse stato per lui, non avrei mai iniziato la carriera scolastica».
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Lo ha perdonato?
«Vorrei che Salvini parlasse meno di scuola. Per me la politica è una cosa seria. Non può essere chiacchiera, propaganda, sciacallaggio, misoginia. Spiattellare le donne sulle pagine dei social non è un atto di galanteria».
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L’Italia non è un Paese per donne?
«Ogni 15 minuti c’è un atto di violenza, abbiamo un numero di femminicidi indegno».
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Cosa si può fare?
«La risposta sta nell’educazione dei giovani. La donna va valutata per la sua testa, non per la lunghezza della gonna. Quando ho iniziato ad andare in tv mi sono trovata un articolo in cui venivo accusata di mettere il rossetto rosso».
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Ha cambiato look?
«Ho scelto un rossetto ancora più rosso. Sui social si leggono offese pesantissime, dove le donne in politica sono etichettate in modo intollerabile».
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«DELLA POLEMICA SULLA MIA TESI COPIATA NON È RIMASTO NULLA, ANCHE SE SALVINI SI È DIVERTITO A PRENDERE QUALCHE LIKE»

Ha fatto pace con i precari?
«Conosco i sacrifici che un docente precario fa, perché li ho affrontati in prima persona. Al di là di qualcuno che urla, c’è una massa di persone contente di avere una docente come ministro. Mi arrivano decine di messaggi al giorno».
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Cosa le urlano?
«Le critiche costruttive sono ben accette, gli insulti e i video con le minacce di morte non sono tollerati. Se poi vengono da un insegnante con nome e cognome, peggio ancora».
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Ci vorrebbe la scorta?
«C’è una pratica in corso per la tutela e non è una prospettiva piacevole. Spesso ci si dimentica che dietro la carica istituzionale c’è un essere umano in carne e ossa. Non è bello ricevere tutti questi insulti sessisti, dopo che per una vita hai studiato e faticato».
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Cosa muove questo odio?
«Più che la diffidenza verso le donne al potere ci vedo una forma di invidia, purtroppo a volte anche femminile».
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Per resuscitare i 5 Stelle voterebbe Conte, Di Maio, o Di Battista?
«Deve per forza essere un uomo? Vorrei tanto che ci fosse una leadership femminile».
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Taverna?
«Niente nomi, le risorse sono tante».
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Azzolina?
«Non è mia ambizione».
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«DICONO IO SOMIGLI A BIANCANEVE, MA IO PREFERISCO CENERENTOLA»

Si vede meglio a Palazzo Chigi o al Quirinale?
«Fare il ministro dell’Istruzione mi basta. È un incarico di responsabilità, che amo molto. L’Italia non è pronta, ma passo dopo passo si arriverà ad avere una donna premier. Servono competenze, responsabilità, senso dello Stato».
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Una personalità politica a cui si ispira?
«Sandro Pertini. Ho amato il suo modo di essere diretto e parlare senza peli sulla lingua».
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Una qualità di Conte?
«La sobrietà».
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Ha più sentito l’ex ministro Fioramonti?
«Un paio di volte per il passaggio di consegne, poi non più. Non ho capito la scelta delle dimissioni, ha perso una grandissima occasione».
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Ha dovuto mettere qualche toppa al suo predecessore?
«Qualche?»
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Le scoccia che il ministro Manfredi le abbia portato via le deleghe all’università?
«Sono una fan dello spacchettamento, ho con Manfredi un ottimo rapporto».
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Le fa ancora male la polemica sulla tesi «copiata»?
«Una storia di cui non è rimasto nulla, anche se Salvini si è divertito a prendere qualche like in più diffondendo una valanga di notizie false».
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Teme il giudizio degli studenti?
«No, mi vogliono bene. Andrea, che farà la maturità quest’anno, mi ha chiesto di essere un ministro antibullismo, di insegnare a non odiare».
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Vorrebbe un figlio?
«Molto, ma il mio compagno è questo», ride indicando lo smartphone.
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Pd o Lega?
«Il mio motto è fare le cose».
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Né destra, né sinistra: la terza via di Di Maio?
«Dipende dalle persone. Non ho un amore per il centrodestra, ma con la Lega di Salvini non potrei allearmi. Impensabile».
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Cenerentola o Biancaneve?
«Mi dicono che somiglio a Biancaneve. Ma preferisco Cenerentola, una ragazza che ce l’ha fatta da sola».
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CARTA DI IDENTITÀ

Studi e lavoro — Nata a Siracusa il 25 agosto 1982. Si è laureata in Filosofia e in Giurisprudenza, ed è stata insegnante di ruolo dal 2014.
La politica — Prima di entrare in politica, è stata sindacalista nel mondo della scuola. Poi, eletta deputata nelle liste dei 5 Stelle nel 2018, il 13 settembre 2019 viene nominata sottosegretario al ministero dell’Istruzione, nel governo Conte. Il 28 dicembre 2019, durante la conferenza di fine anno, il premier annuncia la sua prossima nomina a ministro dell’Istruzione, che avviene il 10 gennaio 2020. Dopo meno di un mese i sindacati della scuola accusano la neo ministra di non attuare politiche idonee per i docenti precari della scuola e proclamano uno sciopero nazionale
6 marzo 2020 (modifica il 6 marzo 2020 | 00:51)
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Sono partita da Catania con la valigia di cartone ultima modifica: 2020-03-21T03:52:35+01:00 da
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