Sostegno, la metà dei docenti in cerca di un incarico di anno in anno

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di Adriana Pollice, il manifesto  21.8.2023.

Gilda Venezia

Lavoro precario. Nel 2022/23 oltre 100mila incarichi in deroga decisi dai Tar. Nella graduatoria posti residui grandi differenze tra le regioni: zero in Piemonte e Campania, 1.871 in Emilia Romagna.

«Mi pare chiaro che non ci sia nessun piano straordinario di assunzioni. Una vergogna che il 50% dei posti di sostegno per gli alunni con disabilità siano deroghe determinate anno per anno, posti che è impossibile stabilizzare»: l’accusa è della segretaria generale Flc Cgil, Gianna Fracassi. In Italia c’è un tema precari e anche, in particolare, un tema insegnanti di sostegno. La Finanziaria del 2021 ha previsto un piano triennale di stabilizzazione per 25mila posti, quest’anno gli ultimi 9mila. In più nel 2023 è stato ottenuto di poter effettuare assunzioni a ruolo per il sostegno anche dalle graduatorie di prima fascia provinciali per docenti che hanno già effettuato un percorso di specializzazione, formativo e selettivo.

Un piccolo passo avanti ma il problema resta.

«Non c’è una pianificazione seria della formazione e dei percorsi di specializzazione – spiega Manuela Calza, componente della segreteria nazionale Flc Cgil -. Uno degli ostacoli maggiori è il fatto che si tratta di percorsi di formazione costosissimi a carico dei partecipanti. Chi intende specializzarsi sul sostegno deve sopportare un iter a ostacoli: prima deve superare una prova di accesso, scritta e orale, poi ci sono i costi da sostenere: 3, 4mila euro per un anno di formazione. Si tratta quindi di una formazione per chi se la può permettere. E questo accade all’interno di un sistema che ha bisogno di insegnanti specializzati per garantire quello che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della nostra scuola, l’inclusione degli alunni con disabilità». Se si consulta l’elenco con la disponibilità dei posti residui da assegnare attraverso la Call veloce ordinaria, si notano grandi differenze da territorio a territorio: ad esempio zero posti in Campania, Piemonte, Sicilia e Toscana; 1.871 in Emilia Romagna, 964 in Lombardia.

«C’è un fabbisogno al nord che non è comparabile con quello del sud – prosegue Calza -. L’insegnante di sostegno è una professione poco attrattiva. Nelle regioni dove ci sono più opportunità di lavoro non è una delle professioni più ambite perché sicuramente è sottopagata, non dà prospettive di stabilità se non a lungo termine. Lo svilimento del sistema scolastico ha portato anche a un disconoscimento del valore sociale del ruolo. Infine, l’offerta formativa è molto ricca al sud e molto meno al nord dove il fabbisogno è maggiore. Anche questo determina la migrazione degli insegnanti verso il Settentrione contribuendo all’instabilità del sistema».

Cosa produce tutto questo?

«Quasi il 50% dei posti non sono nell’organico di diritto, che consente la stabilizzazione, ma sono posti in deroga quindi quantificati di anno in anno. In gran parte sono autorizzati in seguito a sentenze dei Tar: l’assegnazione degli insegnanti di sostegno è insufficiente rispetto al numero e ai bisogni degli alunni così i genitori ricorrono al Tribunale amministrativo che delibera le assegnazioni in corso d’anno che, però, sono temporanee perché derivate da una sentenza. L’anno scorso abbiamo superato i 100mila posti in deroga».

La conseguenza è un altissimo turn over: «Sono insegnanti che ottengono incarichi annuali – conclude Calza – questo significa che tutti gli anni si rifanno le operazioni con un cambio di personale sulle cattedre che ha percentuali altissime. Un iter, inoltre, che viene fatto dopo tutte le altre operazioni di immissione in ruolo e quindi spesso con gravi ritardi. Non è raro trovarci con insegnanti assegnati ad anno scolastico iniziato e a volte inoltrato. Questo comporta, chiaramente, gravi disfunzioni del sistema di accoglienza e di inclusione degli alunni con disabilità».

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Sostegno, la metà dei docenti in cerca di un incarico di anno in anno ultima modifica: 2023-08-22T04:40:29+02:00 da
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