Sulla ragazza bendata per l’interrogazione a distanza

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di Giorgio Ragazzini, Il Gruppo di Firenze,  13.4.2021.

Gilda Venezia

Alcune considerazioni telegrafiche sul caso, verificatosi a Verona, della studentessa a cui la docente che la interrogava via internet ha chiesto di bendarsi perché sospettava che stesse leggendo (qui si può leggere l’articolo del “Corriere della Sera”).

  • Comunque si valuti l’iniziativa, non è altro che il risultato dell’assenza di indicazioni (e di interesse) da parte del Ministero su come garantire l’affidabilità delle verifiche a distanza. È comprensibile che i docenti a cui questo sta a cuore si siano arrangiati con questo o altri sistemi. Si poteva stabilire, per esempio, che si sarebbe verificata la preparazione sui temi trattati con la Dad al ritorno in aula.
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  • Sarebbe quindi grave sanzionare una docente che ha cercato di tutelare in qualche modo la serietà della scuola e gli studenti che non ricorrono a trucchi, compresa quella bendata se effettivamente non stava imbrogliando.
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  • Un elemento di contesto è il crescente attacco ai voti e alle verifiche della preparazione (“i ragazzi non sono numeri!”), in nome delle competenze contro le conoscenze, della valutazione formativa contro quella sommativa, di una scuola “affettuosa” contro una scuola matrigna.
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  • Un altro elemento di contesto è l’insensibilità etica sul tema del “copiare”, cioè sulla cultura della lealtà e del merito che dovrebbe essere trasmessa ai giovani. Più volte il Gruppo di Firenze, insieme a moltissimi docenti e dirigenti, ha chiesto inutilmente di garantire la correttezza degli esami di Stato, in cui quasi sempre si chiude un occhio o tutti e due sul copiare. Così si va “a lezione di imbroglio nelle scuole italiane”, come ha scritto Marcello Dei nel suo Ragazzi, si copia, edito dal Mulino.
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  • Un terzo elemento di contesto è la frequente acritica legittimazione come interlocutori politici delle rappresentanze studentesche, ovviamente impreparate per questo, oltre a essere a volte, come nel caso di Verona, in ovvio conflitto di interessi. Tant’è che non prendono minimamente in considerazione il problema dell’attendibilità delle verifiche.
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  • Da notare infine che nell’articolo del “Corriere” vengono citate prese di posizione prudenti o a favore della docente, in contrasto con la presunta natura “scandalosa” dell’episodio: “Cautela da parte della famiglia della ragazza che, al momento, non ha preso nessuna iniziativa, nemmeno quella di segnalare il caso alla scuola”; “a scuola, non solo i colleghi della professoressa, ma anche alcuni genitori difendono la scelta dell’insegnante”; la direttrice dell’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto parla di «eccesso di zelo che ha portato a un comportamento discutibile, scaturito dalla difficoltà a gestire in Dad le verifiche».

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Sulla ragazza bendata per l’interrogazione a distanza ultima modifica: 2021-04-13T17:41:36+02:00 da

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