inviato da Marta Boscolo, 6.1.2024.
Un approccio superficiale e improvvisato a procedure che devono inseguire le decisioni della politica che si è impegnata con Confindustria, alcune regioni del Nord e altre associazioni imprenditoriali a varare i percorsi brevi della filiera professionale
Con nota del 28 dicembre il Capodipartimento del MIM ha comunicato che il termine da parte degli Istituti Scolastici per richiedere la partecipazione alla “sperimentazione” della filiera tecnica-professionale che introduce già dall’a.s. 2024-25 i percorsi quadriennali con la revisione organizzativa dell’orario e dell’organico, è stata prorogata dal 30 dicembre al 12 gennaio.
Nella nota si parla di “numerose richieste” pervenute (ma se erano così numerose, perché derogare alla scadenza stabilita?) e della possibilità di integrare anche successivamente la documentazione che deve essere allegata.
Servono in ogni caso le delibere del Collegio dei Docenti e dei Consigli di Istituto.
Il decreto ministeriale relativo alla sperimentazione prevede che le varie richieste siano vagliate da una “Commissione tecnica nominata dal Direttore generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema, nazionale di istruzione, composta dal Presidente, nominato dal Ministero, e sei componenti, tre dei quali designati dal coordinamento delle regioni rappresentative delle macroaree del Paese (Nord, Centro, Sud e Isole)”.
Non si comprende come farà la Commissione a decidere quali istituti scolastici saranno scelti per la sperimentazione.
Le iscrizioni per l’a.s. 2024-25 partono dal 18 gennaio al 10 febbraio.
Ciò significa che molti Istituti saranno costretti a “vendere” ai nuovi iscritti la sperimentazione senza avere ancora il via libera del Ministero?
Oppure tutte le richieste formalmente (solo formalmente) in linea con i requisiti saranno accettate?
Si tratta di un approccio superficiale e improvvisato a procedure che devono inseguire le decisioni della politica che si è impegnata con Confindustria, alcune regioni del Nord e altre associazioni imprenditoriali a varare i percorsi brevi della filiera professionale.
Invitiamo ancora una volta le colleghe e i colleghi a NON aderire alla sperimentazione in attesa dell’approvazione compiuta della riforma, se ci sarà. In questo momento si rischia di solo di accettare una scatola piena di fumo.
Non è infatti vero che non ci saranno effetti sugli organici. Nel decreto di fa riferimento all’organico di diritto e non a quello di fatto. Molti supplenti e cattedre a tempo determinato rischiano di essere cassate o demandate alla collaborazione con gli “esperti” esterni assunti con contratti d’opera.
Si veda anche:
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Tecnici e professionali: questa riforma s’ha da fare a tutti i costi (ma basta non votarla) ultima modifica: 2024-01-06T18:50:59+01:00 da