di Fabrizio Reberschegg, dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 3.5. 2023.
Se passasse il principio della premialità nella graduatoria interna per funzioni specifiche basterebbe dimostrare di fare qualcosa in più dell’insegnamento per essere maggiormente tutelati.
Nello scarno decreto e nella circolare allegata che introducono le “nuove” figure di tutor e di orientatore nelle scuole secondarie con particolare riferimento al secondo biennio e all’ultimo anno della secondaria di secondo grado si fa riferimento ai finanziamenti per ogni istituzione scolastica e al numero previsto di docenti nominabili in proporzione al numero di allievi e alla particolare situazione della scuola.
Abbiamo già espresso le nostre perplessità in merito ad un provvedimento messo in campo principalmente per giustificare i finanziamenti chiesti nel PNRR. Ma il buon Valditara, forse preoccupato dalla mancanza di appeal per le nuove funzioni da parte dei docenti (di fatto le cifre stanziate sono irrisorie di fronte al carico di lavoro diretto, indiretto e burocratico sui docenti), ha promesso che in sede di contrattazione integrativa nazionale sarà introdotto un beneficio accessorio che potrebbe avere ripercussioni sulla mobilità e sulle graduatorie interne del prossimo anno scolastico.
Il Ministro ha infatti proposto che vi siano punteggi accessori per mobilità (vedi trasferimenti) e graduatorie interne per i docenti che si rendono disponibili alle “nuove” funzioni, punteggi – bontà sua – che sarebbero contrattati con i sindacati dimenticando che tutte le norme sulla mobilità sono oggetto di contrattazione nazionale e non di concessioni ministeriali.
Leggendo attentamente il decreto, i docenti dovrebbero avere preferibilmente i seguenti requisiti:
- essere con contratto a tempo indeterminato e in servizio con almeno cinque anni di anzianità,
- aver già svolto compiti rientranti tra quelli attribuiti al tutor scolastico e al docente orientatore
- aver manifestato la disponibilità di assumere la funzione di tutor per almeno un triennio.
Ora, è palese che dare punteggi maggiori ai fini della mobilità a chi dovrebbe, in linea teorica, rimanere per almeno un triennio nella funzione di tutor è un assurdo poiché legittima l’assunzione di una funzione di continuità nella scuola per consentire al titolare di essa di andarsene via il più presto possibile.
Non si capisce poi quale sarebbe la ratio per dare punteggi accessori ai fini delle graduatorie interne quando gli stessi docenti che da anni hanno svolto attività analoghe non sono mai stati riconosciuti in tale contesto. La circolare di Valditara infatti prevede che dovrebbero essere preferiti coloro che già svolgono funzioni analoghe previste nel PTOF.
Se passasse il principio della premialità nella graduatoria interna per funzioni specifiche dovremmo allora inserire i coordinatori di classe, i componenti del consiglio di Istituto, i referenti PCTO, i referenti di educazione civica, ecc. In pratica basterebbe dimostrare di fare qualcosa in più dell’insegnamento per essere maggiormente tutelati.
Ma il lavoro dei docenti non dovrebbe essere quello di insegnare?
Confidiamo che i sindacati non cadano ulteriormente nei tranelli delle premialità eterodirette.
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Tutor scolastici e premi per la mobilità? Paradosso manifesto ultima modifica: 2023-05-03T04:50:55+02:00 da