Un concorso ogni anno ma nella scuola un prof su 4 è precario

di Ilaria Venturi, la Repubblica, 9.4.2023.

Otto anni di assunzioni e ora il nuovo piano ma gli insegnanti a tempo sono aumentati del 224 per cento.

Gilda Venezia

È un oceano e pure burrascoso quello degli insegnanti precari nella scuola italiana: la stima è che si sia arrivati a 250mila. Ormai quasi un quarto degli insegnanti è strutturalmente un supplente. L’obiettivo della stabilizzazione è un’impresa improba, come svuotare l’oceano con il cucchiaino. Ci hanno provato gli ultimi quattro governi, dopo la stagione delle assunzioni della Buona scuola, e il risultato è stato che dal 2015-16 ad oggi, 8 anni e 9 concorsi, fa i conti la rivista Tuttoscuola, i precari sono cresciuti del 224%. In gioco ci sono vite di prof appese e sospese che si consumano in una infinita guerra tra poveri fatta a colpi di ricorsi e promesse elettorali. Dall’altra parte della cattedra ci sono gli alunni che si vedono cambiare di anno in anno l’insegnante, per non parlare della scandalosa giostra sui disabili, i più fragili. Si chiama “continuità didattica”, non è garantita.

Supplenti “strutturali”

Perché non si riesce a stabilizzare il precariato nella scuola? Perché ci sono discipline, come tutte quelle scientifiche, ma anche Italiano alle medie, che non hanno più nelle graduatorie insegnanti con l’abilitazione per essere assunti. In sostanza: non ci sono le persone coi titoli sulle materie dove occorrono. Chi si laurea nelle materie scientifiche, per capirci, cerca e trova altri lavori meglio retribuiti, non la scuola. Perché per anni sono mancati i concorsi e gli ultimi sono stati disastrosi per le percentuali elevate di bocciature. E perché il sistema italiano viaggia sul doppio binario: l’organico di diritto, calcolato sugli iscritti, al netto dei possibili bocciati o dei trasferimenti e sulla volontà di contenere la spesa pubblica; e l’organico di fatto, quei posti dati a supplenti per colmare le necessità reali nelle classi. L’esempio più eclatante è sul sostegno: 117mila posti in “deroga” in base al fabbisogno. Sono tutti posti precari.

Il Pnrr e il piano Valditara

L’Europa con il Pnrr ha provato a dare una sterzata a questa avanzata di cattedre instabili: 70mila posti di ruolo entro il 2024 assunti con la nuova legge di reclutamento ancora bloccata in Commissione europea. Meta da sogno, già si parla di proroga. Anche il piano “straordinario” del ministro Valditara rischia di non riuscire nell’impresa. Ci sono 25mila posti il cui bando uscirà a giugno da assegnare come anticipo dei 70mila a chi ha almeno 36 mesi di anzianità o 24 Cfu (una formazione sulle discipline psico-pedagogiche). A questo Valditara aggiunge procedure semplificate – in sostanza senza concorso, ma con un anno di prova e un esame finale – per l’immissione in ruolo dei docenti sul sostegno, e non solo. I numeri definitivi arriveranno a maggio, ma l’obiettivo, ora solo stimabile, è di assumere a tempo indeterminato 40-50mila docenti per il 2023-24.

Eterni precari

Perché non basteranno? Perché solo lo scorso anno il Mef aveva autorizzato 94.130 assunzioni sui posti di ruolo e ne sono state fatte 26.717. A questi si aggiungano 11mila insegnanti di sostegno immessi in ruolo con una procedura straordinaria e si arriva a oltre 56mila cattedre vacanti. Se si aggiungono circa 30mila docenti che andranno in pensione la quota sfiora i 90mila.

Lo scandalo del sostegno

Il punto più drammatico è sul sostegno: per avere la cattedra di ruolo devi essere specializzato, 25mila lo saranno a giugno, freschi di Tfa, tirocinio formativo. Ma le università ne sfornano meno delle esigenze. Valditara interviene prevedendo di prenderli anche dalle graduatorie Gps di prima fascia dove ci sono gli abilitati. Con il doppio vincolo: non cambiare per tre anni sede e ruolo di sostegno. Una risposta, almeno. Ma non ci saranno comunque abbastanza specializzati, prefigurano i sindacati pure tutti favorevoli a procedure semplificate. Solo in Lombardia alla primaria su più di mille posti vacanti gli idonei per poterli ricoprire lo scorso anno erano 95.

Precari contro precari

In questo marasma, è un tutti contro tutti. Gli oltre 10mila specializzati sul sostegno all’estero (stima la Uil) reclamano di poter essere assunti, ma per ora il ministero li ferma, in coda alle graduatorie, in attesa di verifica dei titoli. I precari storici se la prendono coi “ragazzini” neolaureati che “ci scavalcano”. I vincitori di concorsi passati non assunti sono furenti: sono idonei in scadenza. Chat e social sono bollenti. “La situazione fa acqua da tutte le parti – osserva Silvia Casali, voce dei precari Cobas – mostra le falle di una malagestione del precariato di tutti i governi. Noi chiediamo un doppio canale: assicurare a chi si laurea di entrare e riconoscere chi lavora già da anni. Un tema caldo è il sostegno, qui il concorso non ha funzionato: a fronte di un bisogno estremo dovuto all’aumento di diagnosi, ci sono pochi specializzati, gli atenei progettano in base alle proprie esigenze, non a quelle del Paese”.

 

.

.

.

.

.

.

 

Un concorso ogni anno ma nella scuola un prof su 4 è precario ultima modifica: 2023-04-09T07:11:56+02:00 da
WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com

GILDA VENEZIA - Associazione Professionale GILDA degli INSEGNANTI - Federazione Gilda Unams

webmaster: Fabio Barina



Sito realizzato da Venetian Navigator 2 srl