di Frank Furedi, Associazione Docenti Articolo 33, 27.9.2019
– da Professione Docente –
Viviamo in un mondo in cui quasi ogni problema riguardante i giovani viene reinterpretato attraverso il prisma della salute mentale. Ogni giorno che passa bambini e adolescenti sono sempre più rappresentati come potenziali pazienti e non come individui capaci di esercitare la propria autonomia morale.
Nei Paesi anglo-americani gli studenti sono trattati come potenziali pazienti bisognosi di protezione dallo stress che un serio sistema d’istruzione può causare. Quest’estate abbiamo appreso che il sistema scolastico, e la macchina degli esami in particolare, sono rimasti invischiati nella tragedia legata a un presunto “effetto trigger” della scuola [ovvero la capacità di un elemento di scatenare ricordi ed emozioni connessi a un vissuto traumatico N.d.T.]. Nel Regno Unito . . .
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Un’educazione che taglia i ponti col passato non è educazione ultima modifica: 2019-09-27T13:23:58+02:00 da